(il Velino/AGV) - In base a stime Svimez realizzate con il modello previsionale Svimez-Irpet, nel 2011 il Pil italiano dovrebbe far registrare un incremento dello 0,6 per cento, inferiore ai valori di recente previsti dal Fondo Monetario per gli altri Paesi europei: +2,7 per cento Germania, +1,7 per cento Francia, +0,8 per cento Spagna. Nord e Sud continuano a prendere strade diverse: il Pil del Centro-Nord e' previsto a +0,8 per cento, quello del Mezzogiorno a +0,1 per cento. Per il Sud, il 2011 e' dunque il secondo anno consecutivo di stagnazione, dopo il forte calo del Pil nel biennio di crisi 2008-2009. Tutte le regioni meridionali presentano valori inferiori al dato medio nazionale e oscillano tra un valore minimo del -0,1 per cento della Calabria e un valore massimo del +0,5 per cento di Basilicata e Abruzzo. In mezzo, Molise e Campania segnano +0,1 per cento, la Puglia + 0,3 per cento, Sicilia e Sardegna ferme a 0 per cento.
"Anche per il 2011 il Mezzogiorno - commenta la Svimez - sembra subire piu' del Centro-Nord le conseguenze della crisi, a causa delle sue difficolta' strutturali e dei ritardi nell'attuazione delle riforme necessarie per adeguare il sistema produttivo alle nuove condizioni competitive determinatesi con la globalizzazione. La domanda interna resta molto debole, anche per la riduzione dell'occupazione e dei redditi delle famiglie. Le esportazioni tirano in parte la ripresa, ma sono concentrate soprattutto al Centro-Nord. Questo processo di declino potra' essere interrotto solo in presenza di una adeguata domanda privata e pubblica capace di favorire una ripresa della produzione e un aumento di posti di lavoro stabili. Il rischio e' che, mancando tale stimolo, la perdita di tessuto produttivo diventi permanente, aggravando i divari territoriali gia' marcati nel Paese".
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