Enrico Vanzina risponde con un articolo sul “Messaggero” all’ “amico Aldo Grasso”, il critico televisivo del “Corriere della sera” che ha attaccato “con tagliente ironia” le serate Rai dedicate a Miss Italia. «Grasso ha ragione - scrive lo sceneggiatore e scrittore - quando dice che il programma era lungo e noioso, ma le pesanti critiche a tutta l’operazione mi sembrano ingenerose. Quello di oggi - aggiunge - è un mondo cafone, insopportabile, un mondo che proprio ogni sera ci assedia in televisione: urla, insulti, risse, provocazioni, cattivo gusto, eccessi. Da un po’ di tempo a questa parte preferisco frequentare delle persone un po’ noiose piuttosto che quelle cafone. E non è poi ‘malaccio’. Stare insieme alla parte ‘perbene’ del paese va bene. Per le stesse ragioni, passare una serata con Miss Italia non è come passarla con Woody Allen o con Ennio Flaiano, ma – scrive Vanzina – è meglio che passarla con le smandrappate dei reality, o con quelli che commentano il calcio pensando di commentare Shakespeare. Miss Italia è un vecchio rito che trae la sua linfa da una favola. Un rito che può sembrare ingenuo. Ma dietro al lavoro di chi organizza questo concorso c’è tanta professionalità. E’ un paziente lavoro che cerca di conservare un antico valore della vita: la bellezza. Sembra una cosetta fatua, inutile, invece non lo è. La bellezza è una ricetta della felicità. Per chi la possiede, ma anche per chi la osserva. Ed è per questo che, da diversi anni, vado a Miss Italia. Perché dietro al format, forse superato, forse da rivedere, si annida un qualcosa di molto interessante». «Aldo Grasso - conclude l’articolo - parla anche di ipocrisia del concorso e cita, a sostegno, la regola che vieta alle ragazze che hanno posato nude di partecipare. Una regola che oggi, naturalmente, fa sorridere. Ma le regole sono regole e dovremmo dimostrare più benevolenza nei confronti di chi ostina a raccontare vecchie favole estetiche» .
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