"Ci ritroveremo a Cosenza il 1° ottobre e spiegheremo alla Calabria cosa è stato fatto per svecchiare la Regione dall'inizio della legislatura ad oggi. Consideriamo il bilancio pubblico dell'attività svolta fin qui non alla stregua di una manifestazione elettorale, ma un atto politico doveroso nei confronti di chi ci ha dato fiducia e nei confronti della Calabria nella sua interezza".
Lo afferma il capogruppo dell'Udc Alfonso Dattolo, secondo il quale "L'accordo politico che ci vede, nella nostra regione, protagonisti del cambiamento in atto, nonostante le difficoltà obiettive che discendono da quarant'anni di regionalismo sui cui esiti non si può che essere più o meno critici, sta funzionando. Dà risultati tangibili, e, aldilà delle strumentalizzazioni e delle polemiche di cortile, regge benissimo l'urto di una crisi economica e finanziaria di dimensione internazionale".
Aggiunge il capogruppo dell'Udc: "Si poteva forse fare di più e si potevano forse strutturare meglio i tanti provvedimenti legislativi ed amministrativi assunti dalla Giunta e dal Consiglio? Nessuno ritiene di possedere la verità assoluta e tutto è perfettibile. Noi ovviamente pensiamo di avere fatto già tanto, e che ancora tanto occorrerà essere fatto. Appunto per questo, d'altronde, incontreremo a Cosenza i calabresi: anzitutto, per interloquire pubblicamente, liberamente e senza riserve mentali, avvicinando la società politica a quella reale. Questa innovazione metodologica - puntualizza Dattolo - che porta la politica a confrontarsi con la Calabria, in una dialettica alla pari e senza rete che contraddistingue positivamente la legislatura regionale in atto, è frutto perlomeno di due valutazioni fondamentali. La prima - spiega l'esponente dell'Udc - implica un giudizio critico rispetto al passato, quando i governi regionali e le maggioranze, una volta insediati, tornavano a dialogare con i cittadini soltanto alla fine del mandato. La seconda valutazione è frutto di una concezione aperta della politica; intesa non più come strumento per affermare posizioni di potere singole o collettive, attraverso l'utilizzazione delle risorse pubbliche, ma, come strumento alto e nobile volto a rendere un servizio pubblico alla collettività che, alla fine di questa esperienza potrà, in base ai risultati che saremo in grado di ottenere, esprimere il proprio giudizio di merito nelle urne".
Finisce il capogruppo dell'Udc: "Questo è un momento difficile per il Paese. In cui s'intrecciano più questioni ed i rischi di indebolimento dell'Italia sono evidenti. In Calabria, a mio avviso, abbiamo il dovere di salvaguardare e valorizzare quanto più ci tiene uniti e di allontanare i motivi di disunità. La Regione Calabria sta compiendo pienamente il proprio dovere, pur dinanzi ad emergenze sociali come lo sviluppo e il lavoro che tengono col fiato sospeso l'Italia e l'Occidente. Ecco, il 1° ottobre rilanceremo apertamente le nostre ragioni e, nel contempo, chiederemo al Governo ed all'Europa un'attenzione maggiormente puntuale per la aree più svantaggiate dell'Italia del Sud. Un impegno che sia commisurato alle straordinarie difficoltà sociali che qui in Calabria viviamo e al notevole impegno dispiegato dalle Istituzioni regionali in sintonia con le forze sociali, economiche e culturali della nostra terra".
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