Oltre al caro benzina, aggravato dall'aumento delle accise, al rincaro della tassazione della RC auto di 3,5 punti percentuali, deliberato da decine di Province, la legge 148/2011 ha aggiunto l'aumento dell'IVA sull'acquisto di autoveicoli ed accessori auto che è passata dal 20% al 21%, e come se il "consumatore automobilista" non avesse già contribuito in maniera più che "generosa", la conversione in legge del D.L. 138/2011 ha confermato anche l'aumento dell'IPT (Imposta provinciale di trascrizione).
Pertanto, a far data dal 19 settembre u.s. tutte le formalità (prime immatricolazioni, trasferimenti di proprietà, ecc.) presentate al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), ad eccezione delle Regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna) e delle Province autonome (Trento e Bolzano), pagheranno per i veicoli superiori a 53 kW l'IPT in misura proporzionale (€ 3,5119 x kW) in luogo della misura fissa (€ 150,81).
Per fare un esempio una Fiat Bravo con 66kW a Firenze (una delle province ce non applica alcuna maggiorazione) l'IPT è passata da 150,81 euro a 231,66; a Cosenza, dove si applica una maggiorazione del 30% sempre per una Fiat Bravo l'IPT è passata da 196,05 euro a 300,96 euro. (Per le altre cilindrate si veda tabella allegata per gentile concessione della Direzione Servizi delegati ACI).
La nuova disposizione – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum - colpisce sia i veicoli nuovi che usati e comporta un forte aggravio dell'imposta (praticamente un raddoppio, per i veicoli di cilindrata media, nelle Province che hanno deliberato l'aumento del 30%,) a sfavore del consumatore, ma soprattutto genera una sperequazione di trattamento determinata dalla residenza del soggetto venditore e certamente determinerà una migrazione delle formalità PRA verso le Regioni a statuto speciale e le Province autonome nelle quali è rimasta in vigore l'IPT in misura fissa per gli atti soggetti ad IVA.
Tutte le predette disposizioni – conclude Giordano - non fanno altro che aggravare l'inflazione, diminuire il potere di acquisto dei cittadini, rallentare ulteriormente i consumi e di conseguenza la produzione del nostro Paese. La legge 148/2011 più che una "manovra anti-crisi" ha l'aria di essere una "manovra a favore della crisi"!
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.