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mercoledì 7 settembre 2011

I NEGOZIANTI DI ARGHILLA’ DENUNCIANO LA GRAVE SITUAZIONE DI DEGRADO DEL QUARTIERE


REGGIO CALABRIA, 07 SETT. 2011 - Il Comitato spontaneo dei negozianti di Arghillà rende noto di aver inoltrato presso i massimi organi istituzionali locali una richiesta d’intervento urgente presso la località a nord del centro cittadino di Reggio Calabria. Con il presente comunicato s’intende denunciare pubblicamente, attraverso i media, la grave situazione di degrado in cui imperversa il quartiere di Arghillà: alleghiamo alcune foto dello scempio a cui siete invitati ad assistere in prima persona adempiendo così al dovere di servizio pubblico che la deontologia giornalistica vi impone. A noi cittadini non rimane che parlare e farne parlare, non sottacendo le gravi anomalie che quotidianamente registriamo. Come scriviamo nella missiva alle Istituzioni “non possiamo restare inermi davanti allo scempio che è sotto gli occhi di tutti”: per noi, cittadini di Reggio Calabria alla stessa stregua di tutti gli altri, non può essere “normale” convivere con l’orribile vista dei cumuli di spazzatura che spesso viene smaltita con metodi poco ortodossi, quali l’incenerimento in loco. Un atto criminale a cui tutti si sono abituati, basti pensare che per una richiesta d’intervento dei vigili del fuoco è stato necessario aspettare ore, nonostante le ripetute chiamate al 115. Per noi non è “ordinario” che i marciapiedi e gli spartitraffico siano divorati dalla fauna inferocita delle sterpaglie; che dei parchi progettati e realizzati per farci giocare i bambini dentro le cooperative pubbliche siano delle vere proprie riserve naturale di erbacce e sporcizia di ogni tipo: siamo consapevoli che deve crescere in tutti noi un maggior rispetto del Bene pubblico, ma attraverso questa pubblica denuncia intendiamo aprire un nuovo percorso di dialogo tra le istituzioni e il quartiere, che per troppi (forse un po’ per tutti), è destinato – chissà per quale intenzione divina – a diventare un “ghetto” di emarginazione sociale e di degrado urbano. La microcriminalità, gli abusi, le scene di giustizia sommaria, infine, sono i frutti di questo totale abbandono: salendo lungo la strada campeggia un ironico murales “Bagdad Centro”, qui piuttosto sembra di essere nelle peggiori ri – edizioni filmiche di Beirut: proprio la strada Antonio Scopelliti è da un anno ristretta ad una sola corsia per entrambi i sensi di marcia a causa dei danneggiamenti dell’alluvione dell’autunno scorso; anche la strada che collega Arghillà a Rosalì è interrotta. Insomma, oltre un isolamento socio-istituzionale, anche un isolamento fisico a nord e a sud: terra bruciata attorno. Quindi che fare? Continuare a far finta di niente e convivere con una situazione che – come scriviamo nella nostra richiesta alle istituzioni – “seppure appare apocalittica a parole, sembrerà ancor peggior vedendola in prima persona”. Speriamo questo comunicato non cada nel vuoto, che tutti coloro che si sentano parte in causa della cittadinanza attiva (rappresentati locali delle istituzioni, giornalisti, chiesa diocesana) non lasci questo territorio abbandonato a se stesso. A scrivere è chi in prima persona ha deciso di investire qui, cercando di valorizzarne le positività, per scardinare un sistema perverso che vede questa località di Arghillà ai confini con l’emarginazione. Specificando che la nostra nota non vuole essere un attacco politico, né essere strumentali a meccanizzazioni di qualsiasi colore, chiediamo un nuovo impegno concreto e tangibile per il quartiere – ghetto, affinché noi in primis possiamo essere smentiti dal senso di abbandono in cui oggi imperversiamo. 

Comitato spontaneo “Negozianti di Arghillà”  

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