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venerdì 1 giugno 2012

ADICO: LE NEWS


BOLLO AUTO “PAZZO”, SOTTO ACCUSA LE SCADENZE SFASATE. MULTE PER MIGLIAIA DI VENETI: «BUROCRAZIA VESSATORIA»


1 giugno 2012
Sono migliaia gli automobilisti veneti che, pur avendo sempre pagato interamente il bollo auto, da qualche settimana si stanno vedendo recapitare dalla Regione un avviso di accertamento per ritardi nel pagamento della tassa relativa all’anno 2008. Una sanzione pari al 30% del bollo e imputabile a quello che formalmente, stando agli archivi centrali della Motorizzazione civile, è un ritardo nei pagamenti. E si prospetta una situazione analoga per gli anni successivi. Le tante segnalazioni che stanno arrivano alla sede di Adico Associazione Difesa Consumatori hanno spinto gli uffici a cercare maggiori informazioni sulla vicenda, per capire dove sia l’inghippo.
La situazione è piuttosto ingarbugliata e il “colpevole” pare essere l’archivio centrale nazionale della Motorizzazione civile, dal quale le Regioni attingono le informazioni sugli automobilisti e sui veicoli, comprese le scadenze per il pagamento del bollo. In questo archivio, migliaia di posizioni riporterebbero una scadenza “sbagliata”, ritardata di alcuni mesi rispetto alle altre posizioni allineate tutte alla stessa scadenza. Per regolarizzare questa situazione, la Regione Veneto ha provveduto d’ufficio a portare la scadenza dei bolli in questione a gennaio. Di conseguenza, tutti gli automobilisti che avevano la scadenza in un altro mese (ad esempio ad aprile), si trovano loro mal grado ad aver pagato in ritardo, ogni anno, dal 2008 a oggi. Moltissimi casi riguarderebbero persone che hanno acquistato la propria vettura a chilometro zero da un concessionario, che quindi ha pagato il bollo fino al momento della vendita: in quel momento il nuovo proprietario avrebbe dovuto regolarizzare la scadenza per il pagamento – secondo la Regione – ma praticamente nessuno lo fa.
Esempio è la segnalazione di questo consumatore, che ha scritto una mail alla segreteria di Adico: “Ho ricevuto dalla regione Veneto contestazione sulla scadenza del bollo di una Fiat Punto. Ho acquistato il mezzo da un concessionario che nel luglio 2002 ha esentato il pagamento del bollo fino al mese di novembre; l’Aci ha quindi rientrato l’esenzione e mi ha inserito la scadenza ad agosto dell’anno successivo. In gennaio la Regione mi contesta che nel 2008 avrei dovuto pagare il bollo con scadenza a gennaio e non agosto e mi chiede la differenza per quello e per gli anni successivi. Mi chiedo che colpa ho io se l’Aci ha rientrato l’esenzione in un periodo sbagliato? Mi potete aiutare?”.
Sarebbero almeno 15.000 le persone che si trovano di fatto morose nonostante la buona fede, e ora costrette a pagare una sanzione per ogni anno di pagamento ritardato: la Regione infatti, che gestisce e riscuote il bollo per conto dello Stato (il bollo è infatti una tassa) ha dovuto mandare l’avviso di accertamento per ritardato pagamento. Per ora sono partiti quelli relativi al 2008, ma la stessa solfa si ripeterà anche per gli anni successivi. Uno spiraglio pare esserci, per evitare ai contribuenti di pagare un salasso di centinaia di euro (il 30% di un bollo da 500 euro l’anno è pari a 150 euro, che moltiplicato per 4 anni arriva a 600 euro): fare il cosiddetto “ravvedimento operoso”, una procedura con cui il contribuente di propria iniziativa sana la posizione, con un costo di poche decine di euro per ciascun anno. La Regione dovrebbe spedire a casa degli automobilisti coinvolti un’apposita comunicazione in merito.
«Non c’è molto da dire in merito a questa ennesima e incredibile vicenda – commenta il presidente di Adico Carlo Garofolini – quando ci sono arrivate le prime segnalazioni non potevamo credere alle nostre orecchie, e il senso di scandalo è aumentato man mano che raccoglievamo informazioni. Siamo arrivati al paradosso di dover pagare anche quando si sono versate le tasse sempre e in modo sempre regolare. Che colpa ha il contribuente se la Regione ha voluto uniformare le scadenze? – si chiede ancora Garofolini – la posizione di quei contribuenti che ora devono pagare una multa pari al 30% del bollo, di irregolare non ha proprio niente. La burocrazia si fa insomma sempre più vessatoria e le tasse una persecuzione. Restiamo in attesa di maggiori indicazioni da parte della Regione sul ravvedimento operoso, e quindi saremo a disposizione dei consumatori per ulteriori informazioni e assistenza nella sede di via Volturno 33 a Mestre, via mail a info@associazionedifesaconsumatori.it e al numero di telefono 041.5369637».

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