SISMA IN EMILIA, INCHIESTA SUI CROLLI. PER EMERGENZA AUMENTA LA BENZINA
31 maggio 2012
Diciassette morti, 15mila assistiti, più di 350 feriti. Sono i numeri complessivi, forniti dalla Protezione civile, a 10 giorni dal primo sisma che ha colpito l’Emilia e dopo 3 scosse di grado superiore a 5 della scala Richter che si sono abbattute sul modenese. L’ultima vittima è stata l’operaio trovato morto tra le macerie del capannone di Medolla, inizialmente dato per disperso. 228 le scosse che si sono susseguite ieri dopo quella principale, delle 9 di mattina. Alle 14 una nuova scossa di terremoto di grado 3.2 è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nei pressi di Mirandola, Medolla e San Possidonio. Secondo il presidente del Ingv, Stefano Gresta, “non si può escludere che ci siano repliche di magnitudo uguale o superiore a 5 nelle prossime settimane”. Gresta ha anche affermato che servirà “riprendere tutti i dati per individuare se la causa delle ultime scosse è una seconda faglia o il movimento della prima”. Per far fronte all’emergenza, il Consiglio dei ministri ha deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti, che però “durerà fino al 31 dicembre”. Alla domanda su un possibile aumento dell’Iva, il premier, Mario Monti, ha risposto: “Credo si debba evitare, però vedremo”. Intanto, la procura di Modena ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni colpose sui crolli causati dal terremoto e la morte di numerosi operai. L’inchiesta, che allo stato non vede indagati, si focalizzerà sulle cause che hanno portato al collasso dei capannoni nella aree più colpite, per accertare se sono state rispettate le norme antisismiche nella progettazione e costruzione.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi a Pordenone, ha respinto le polemiche sulle celebrazioni del 2 giugno. “Le “celebrazioni del 2 giugno si faranno – ha detto il Capo dello Stato -. La Repubblica non può dimenticare di celebrare la sua nascita”. Il premier, Mario Monti, ha deciso di rimanere a Roma anche domani e non parteciperà alle due conferenze in programma a Bruxelles. “Nessuno lascerà solo nessuno” ha detto il presidente del Consiglio. Anche Papa Benedetto XVI ha auspicato che “con l’aiuto di tutti e la solidarietà dell’intera nazione possa riprendere al più presto la vita normale in quelle terre così duramente provate”.
TERREMOTI: LIBERATA ENERGIA IN DUE TEMPI
I terremoti del 20 e del 29 maggio hanno liberato in due tempi l’energia accumulata nel sistema di faglie del margine settentrionale dell’Appennino. Se non fosse stato così, l’energia si sarebbe liberata tutta in una volta, in un terremoto molto più violento. Lo ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), a margine della conferenza stampa sul terremoto in Emilia organizzata oggi a Roma.
“Se i due terremoti fossero avvenuti contemporaneamente ci saremmo trovati di fronte ad uno scenario peggiore”, ha osservato l’esperto. Sarebbe stata un’eventualità niente affatto improbabile, considerando che si è attivato lo stesso sistema di faglie.
Se le cose fossero andate diversamente, la situazione sarebbe stata analoga a quella del 1980 in Irpinia, quando nel giro di 40 secondi si sono attivate tre faglie diverse: la combinazione delle loro magnitudo (6,4, 6,6 e 6,3) ha dato come risultato un sisma di magnitudo 6,9.
“Se i due terremoti fossero avvenuti contemporaneamente ci saremmo trovati di fronte ad uno scenario peggiore”, ha osservato l’esperto. Sarebbe stata un’eventualità niente affatto improbabile, considerando che si è attivato lo stesso sistema di faglie.
Se le cose fossero andate diversamente, la situazione sarebbe stata analoga a quella del 1980 in Irpinia, quando nel giro di 40 secondi si sono attivate tre faglie diverse: la combinazione delle loro magnitudo (6,4, 6,6 e 6,3) ha dato come risultato un sisma di magnitudo 6,9.
CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER INDENNIZZI A IMPRESE
Contributi a fondo perduto per ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi sui beni artistici e culturali; misure per la ripresa dell’attività economica, con previsione in particolare di un credito agevolato su fondo di rotazione CDP e sul fondo di garanzia medio credito centrale; delocalizzazione facilitata delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto; proroga del pagamento delle rate del mutuo e sospensione degli adempimenti processuali e dei termini per i versamenti tributari e previdenziali degli sfratti; la deroga del patto di stabilità entro un limite definito per i Comuni delle spese per la ricostruzione. È quanto ha deciso il Consiglio dei Ministri di questa mattina.
A copertura di questi interventi è stato stabilito l’aumento di due centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Il decreto legge del governo segue ai primi interventi di soccorso predisposti ieri dal Comitato operativo della Protezione Civile, che aveva già operato per gli eventi sismici dei giorni scorsi dal 20 maggio al 23 maggio. Il Comitato ha potenziato i Centri operativi per la gestione dell’emergenza con l’attivazione di un nuovo Centro Coordinamento Soccorsi a Bologna, che si aggiunge a quelli già attivi. Il Capo del Dipartimento, accompagnato da un team di esperti, ha avviato un sopralluogo nei territori colpiti dal sisma.
Contestualmente le strutture operative del servizio nazionale della protezione civile continuano ad operare nel territorio con un ulteriore potenziamento delle forze. Le strutture di accoglienza già attive sul territorio sono state potenziate ciascuna del 20% per un totale di ulteriori 1250 posti letto. L’eventuale restante fabbisogno assistenziale sarà soddisfatto con il ricorso alle strutture alberghiere presenti nel territorio regionale.
A copertura di questi interventi è stato stabilito l’aumento di due centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Il decreto legge del governo segue ai primi interventi di soccorso predisposti ieri dal Comitato operativo della Protezione Civile, che aveva già operato per gli eventi sismici dei giorni scorsi dal 20 maggio al 23 maggio. Il Comitato ha potenziato i Centri operativi per la gestione dell’emergenza con l’attivazione di un nuovo Centro Coordinamento Soccorsi a Bologna, che si aggiunge a quelli già attivi. Il Capo del Dipartimento, accompagnato da un team di esperti, ha avviato un sopralluogo nei territori colpiti dal sisma.
Contestualmente le strutture operative del servizio nazionale della protezione civile continuano ad operare nel territorio con un ulteriore potenziamento delle forze. Le strutture di accoglienza già attive sul territorio sono state potenziate ciascuna del 20% per un totale di ulteriori 1250 posti letto. L’eventuale restante fabbisogno assistenziale sarà soddisfatto con il ricorso alle strutture alberghiere presenti nel territorio regionale.
fonte: avvenire.it
CNEL, OLTRE 10MILA CERVELLI IN FUGA. MA C’È IL BOOM DI INFERMIERI RUMENI IN ITALIA
30 maggio 2012
Medici, avvocati e architetti in fuga all’estero per trovare lavoro. Sono oltre 10 mila i professionisti che tra il 1997 e il 2010 si sono trasferiti stabilmente in altri paesi europei. Circa 4mila persone vivono in gran Bretagna, 1500 scelgono la Svizzera e poco più di 1000 persone optano per la Germania. Lo conferma l’indagine del centro studi del Forum nazionale dei Giovani in collaborazione con il Cnel.
I lavoratori altamente qualificati che lasciano l’Italia sono medici (2640), insegnanti delle scuole superiori (1327), avvocati (596) e architetti (214). Tuttavia il Belpaese è un polo di attrazione per chi arriva dall’estero. Il saldo tra gli arrivi e le partenze è positivo per circa mille unità. Tra il 2007 al 2010 sono arrivati in Italia professionisti rumeni (5125), spagnoli (1306) e tedeschi (1030). In genere, la loro qualifica è medio-bassa: la maggior parte sono infermieri (6531).
Le difficoltà. Per i lavoratori altamente qualificati lasciare il proprio paese non è una passeggiata. Secondo il Cnel, i principali ostacoli sono la libera circolazione in Europa, il riconoscimento dei titoli, l’omogeneità dei percorsi formativi. I professionisti più agevolati nella mobilità Ue sono i medici e gli architetti. Le maggiori difficoltà le incontrano psicologi e giornalisti; seguono notai, commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) l’Italia risulta avere una regolamentazione tra le più complicate in Europa. Peggio solo la Slovenia, la Turchia e il Lussemburgo.
I lavoratori altamente qualificati che lasciano l’Italia sono medici (2640), insegnanti delle scuole superiori (1327), avvocati (596) e architetti (214). Tuttavia il Belpaese è un polo di attrazione per chi arriva dall’estero. Il saldo tra gli arrivi e le partenze è positivo per circa mille unità. Tra il 2007 al 2010 sono arrivati in Italia professionisti rumeni (5125), spagnoli (1306) e tedeschi (1030). In genere, la loro qualifica è medio-bassa: la maggior parte sono infermieri (6531).
Le difficoltà. Per i lavoratori altamente qualificati lasciare il proprio paese non è una passeggiata. Secondo il Cnel, i principali ostacoli sono la libera circolazione in Europa, il riconoscimento dei titoli, l’omogeneità dei percorsi formativi. I professionisti più agevolati nella mobilità Ue sono i medici e gli architetti. Le maggiori difficoltà le incontrano psicologi e giornalisti; seguono notai, commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) l’Italia risulta avere una regolamentazione tra le più complicate in Europa. Peggio solo la Slovenia, la Turchia e il Lussemburgo.
Professionisti over 50.Tra gli oltre 2 milioni di iscritti agli ordini professionali, appena il 9,4% ha meno di 30 anni. Nell’indagine, un notaio su due ha più di 50 anni e quasi tre medici su quattro sono over 45. Ci sono più giovani nella categoria dei giornalisti e degli avvocati: oltre il 60% ha meno di 45 anni.
fonte: repubblica.it
INPS: 52% PENSIONI SOTTO 1.000 EURO
30 maggio 2012
Oltre 7,2 milioni di pensionati Inps, pari al 52,1% del totale ha un reddito pensionistico complessivo inferiore a 1.000 euro al mese. Lo si legge nella Relazione annuale Inps sul 2011 secondo la quale il reddito pensionistico medio è di 1.131 euro. Se si guarda al complesso delle pensioni in essere sono sotto 1.000 euro il 77% degli assegni. L’Inps sottolinea come solo il 2,9% dei pensionati 403.000 persone possa contare su piu’ di 3.000 euro al mese mentre il 76,2% (oltre tre quarti del totale) deve fare i conti con meno di 1.500 euro. Hanno meno di 500 euro di reddito pensionistico al mese 2,39 milioni di pensionati, il 17,2% del totale. Il reddito pensionistico medio (1.131 euro) dei pensionati e’ superiore alla pensione media (770 euro) perche’ i pensionati possono essere titolari di piu’ trattamenti. Al 31 dicembre 2011, sottolinea l’Inps, i pensionati dell’Istituto erano 13.941.802 (16,6 milioni se si considerano anche i pensionati Inpdap e Enpals), 59% dei quali donne. Le donne percepiscono il 44% del totale degli importi pensionistici mentre gli uomini che rappresentano il 41% del totale dei pensionati possono contare sul 56% dei redditi da pensione. Il reddito pensionistico medio e’ di 1.131 euro in aumento del 4,33% rispetto ai 1.084 euro del 2010 (ma il dato risente delle nuove pensioni con importo piu’ alto rispetto a quelle estinte). L’importo medio delle pensioni (sia previdenziali che assistenziali) e’ pari a 770 euro. Le pensioni previdenziali (ovvero quelle che traggono origine da contribuzione) hanno un importo medio di 859 euro mentre quelle assistenziali valgono in media 399 euro. Il valore medio delle pensioni percepite dalle donne (569 euro) e’ notevolmente inferiore a quello dell’assegno medio degli uomini (1.047 euro). Cio’ e’ dovuto alla maggiore presenza femminile fra i titolari di prestazioni assistenziali (di importo piu’ basso) sia ai valori medi delle pensioni previdenziali, piu’ basse per le donne (che sono titolari soprattutto delle pensioni di vecchiaia mentre gli uomini sono largamente prevalenti tra i titolari delle pensioni di anzianita’ che hanno importi medi piu’ alti. Se si guarda agli importi delle pensioni (18,3 milioni di assegni compresi 2,7 milioni di invalidita’ civile) quasi la meta’ (9 milioni di trattamenti pari al 49,1%) e’ inferiore ai 500 euro mentre un altro 27,9% e’ tra i 500 e i 1.000 euro (il 77% del totale quindi e’ sotto i 1.000 euro). Solo 265.143 assegni sono superiori a 3.000 euro e tra questi solo 20.092 erogati a donne. Il 59,7% delle pensioni erogate a donne e’ sotto i 500 euro.
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