Si
avvia alla conclusione il progetto “Cittadini praticanti”, promosso
dall’Assessorato alla formazione della coscienza civica, scuola e cittadinanza
attiva e dal master in Teorie e prassi della democrazia nella società
interculturale dell’Università della Calabria. Oggi, giovedì 31 maggio, alle ore 11,00,
presso il settore educazione di via S.Tommaso, nel quartiere S.Lucia, si farà
il punto sui risultati raggiunti.
Per
tre mesi, a partire dal 15 marzo scorso, i percorsi di cittadinanza attiva si
sono succeduti in quattro istituti superiori della città di Cosenza : il Liceo
Classico “B.Telesio”, il Liceo Polifunzionale “Lucrezia della Valle”, il Liceo
Scientifico “Fermi” e l’Istituto tecnico per geometri “Salvatore Quasimodo”.
Il
progetto, il cui obiettivo è stato quello di promuovere, nelle quattro scuole
che lo hanno ospitato, la consapevolezza di una cittadinanza attiva, si è
avvalso di un nutrito e qualificato gruppo di docenti del master in Teorie e
prassi della democrazia nella società interculturale. I docenti hanno
affrontato, nel corso di una serie di incontri e seminari con gli studenti, diversi approcci al tema
della cittadinanza attiva: da quello storico delle idee a quello più
strettamente teorico, dall’approccio giuridico a quello politico, passando per
una riflessione sull’antropologia umana e sugli aspetti pedagogici.
La
giornata conclusiva del progetto prevede la partecipazione dei dirigenti e
degli studenti dei 4 istituti superiori che hanno seguito i percorsi di
cittadinanza attiva e dei docenti universitari che li hanno animati.
In
programma anche gli interventi del Prof. Pio Colonnello, direttore scientifico
del master in Teorie e prassi della democrazia nella società interculturale
dell’Università della Calabria, di Antonio De Sensi, referente del progetto
“Cittadini praticanti” per il settore Educazione del Comune di Cosenza, e di
Marina Machì, Assessore alla formazione della coscienza civica, scuola e
cittadinanza attiva.
Il
prof. Pio Colonnello, nel commentare il progetto, sottolinea come “l’attivismo del cittadino non sia una
qualità personale del singolo individuo, quanto piuttosto una componente
essenziale perché nella contemporanea concezione del gioco sociale esso possa
essere condotto senza distorsioni ed abusi”.
L’assessore
Marina Machì, alla vigilia della giornata conclusiva, racconta che “il
progetto nasce da una domanda: cosa può un assessorato comunale rispetto a questioni
così importanti che attraversano i grandi dispositivi educativi: scuola,
famiglia, media? Può ragionevolmente occuparsi di piccole cose: imparare a fare
la fila, abbassare il
volume(delle
comunicazioni verbali come dei rifiuti), sostenere la raccolta differenziata
(non sfugga il senso di “piccola palestra di differenza”), promuovere il
rispetto della strada e degli spazi pubblici, il rispetto dei randagi (che è
una buona palestra “creaturale”, non antropocentrica, di empatia nei confronti
di una diversità di specie). Piccole
cose che in questo primo anno di assessorato si concretizzano, tra l’altro, nel
progetto cittadini praticanti . I percorsi di cittadinanza attiva muovono da
quella domanda fondamentale già indicata da Platone: “perché devo obbedire alle
leggi della comunità?”. L’idea di base è che un individuo può reclamare
un suo diritto in quanto appartiene ad una comunità, e non lo reclama contro la
comunità, bensì contro quelle strutture di potere che una comunità si è data.”
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