Martedì
29 maggio, ore 21.00
Prof.
Tullio Barni (Università Catanzaro)
È
da tempo aperto nel nostro Paese, e non solo, il confronto sul rapporto tra
Scienza e Democrazia.
Il
dibattito su questo delicato argomento coinvolge ricercatori, giuristi,
teologi, filosofi, storici, economisti. Le domande poste al centro della
discussione sono moltissime e tra queste: qual
è il rapporto tra vita democratica e scienza? Qual è il rapporto tra etica e
scienza?
Come devono essere gestite le risorse per la ricerca scientifica in una democrazia attenta ai bisogni delle persone e alle istanze di giustizia? Come possono i cittadini contribuire democraticamente e costruttivamente alle scelte collettive sulla ricerca? Quali sono i limiti etici della ricerca scientifica in una società democratica? E qual è il rapporto tra scienza e libertà di pensiero? Se la scienza è un bene pubblico, come devono rapportarsi i cittadini e i governi democratici nei confronti di quelle istituzioni e di quei fattori che rendono possibile la ricerca scientifica? Come possono gli scienziati contribuire al bene della comunità e al funzionamento di una società democratica?
Come devono essere gestite le risorse per la ricerca scientifica in una democrazia attenta ai bisogni delle persone e alle istanze di giustizia? Come possono i cittadini contribuire democraticamente e costruttivamente alle scelte collettive sulla ricerca? Quali sono i limiti etici della ricerca scientifica in una società democratica? E qual è il rapporto tra scienza e libertà di pensiero? Se la scienza è un bene pubblico, come devono rapportarsi i cittadini e i governi democratici nei confronti di quelle istituzioni e di quei fattori che rendono possibile la ricerca scientifica? Come possono gli scienziati contribuire al bene della comunità e al funzionamento di una società democratica?
La
scienza come metodologia di conoscenza della realtà e la democrazia intesa come
particolare metodo di organizzare le relazioni sociali non sono affatto
naturali. La loro natura, come è stato detto, è innaturale. Sono un prodotto
delle capacità manipolative e di articolazione del pensiero complesso,
selezionate nel tempo lungo l’evoluzione, e che oggi delineano quei segni
antropologici e psicologici di homo sapiens in continuità con quelle infinite
forme bellissime di cui Darwin catturò il segreto. Secondo il pensiero di
alcuni, scienza e democrazia si sono contaminate vicendevolmente (tolleranza,
pari dignità, meritocrazia, competenza etc…) e dunque quando ci scagliamo contro
la scienza, inconsapevolmente o meno, uccidiamo anche la democrazia. Questi i
punti di riflessioni che il prof. Barni porrà al centro della sua conversazione
Martedì 29 alle ore 21.00 al
Planetario.
Sono molti i fronti di riflessione aperti dalla critica allo
scientismo, partita dall'intervento di Capanna, al rapporto scienza-etica,
dalla partecipazione dei cittadini al primato della politica nelle scelte che
riguardano scienza e tecnica, alla necessità di incrementare la ricerca
scientifica pubblica.
Al
centro del confronto c’è la necessità di democratizzare la scienza e promuovere
la partecipazione dei cittadini e dei consumatori alle scelte sull’innovazione,
soprattutto in quegli ambiti – alimentazione, salute, energie, ecc. – che li
riguardano più da vicino.
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