“Presenterò,
subito dopo il voto del 24/25 febbraio, la proposta di legge (già depositata presso la
Segreteria Generale del Consiglio regionale) per l’istituzione da parte della Regione del ‘Bilancio Sociale’, alle categorie
produttive, alle organizzazioni sindacali ed al mondo associazionistico”.
Lo afferma il consigliere regionale Giuseppe
Giordano, che chiarisce: “Non è un’altra formula astrusa che s’aggiunge alle tante, magari con
l’intento di prendere per i fondelli il
cittadino nella rendicontazione del danaro pubblico da parte delle
Istituzioni. Con il ‘Bilancio Sociale’ -
spiega Giordano -
non ci sarebbe più l’arzigogolare confusionario e sospetto del tradizionale
documento contabile a cui quarant’anni di regionalismo decisamente deludente ci
ha abituati, un documento contabile in cui c’è di tutto e di più, e poi, ogni
volta, non si sa mai che fine abbiano fatto le risorse utilizzate e, peggio
ancora, non si sa mai se dall’utilizzo delle risorse i cittadini abbiamo avuto
benefici e se sì quali”. Ancora Giordano: “ Finalmente, la Regione, dotandosi del ‘Bilancio Sociale’ dovrebbe
descrivere, con assoluta trasparenza, quali obiettivi intende perseguire
e quali risultati, di conseguenza, sono stati conseguiti impiegando i soldi
dei contribuenti. Soltanto così, si garantisce il diritto alla
partecipazione dei cittadini e si rompe il muro che separa la politica dalla
società civile. A mio avviso occorre avere il coraggio di dire basta ai bilanci oscuri e quasi fatti apposta per
confondere le idee e consegnare un potere di manovra decisamente importante a
tecnici avvezzi ad espedienti il più delle volte poco chiari e ad
amministratori poco rispettosi dei criteri di buona gestione della cosa
pubblica”. La relazione alla proposta di legge chiarisce ulteriormente: “Il ‘Bilancio
Sociale’ è lo strumento attraverso il quale un’organizzazione vuole rendere
conto dei valori e delle attività
svolte, rendendo trasparenti e comprensibili all’esterno le priorità e gli
obiettivi, le azioni/interventi programmati e realizzati, le risorse impiegate
e i risultati raggiunti, dando così la possibilità ai destinatari di formulare
un proprio giudizio sull’attività posta in essere e sulla sua affidabilità nel
rispettare gli impegni presi. A differenza dei documenti di bilancio tradizionali
previsti da obblighi di legge e rivolti soprattutto agli organi di controllo,
il ‘Bilancio Sociale’ rappresenta un atto volontario, finalizzato ad instaurare
un rapporto comunicativo e/o di legittimazione con i propri interlocutori, nei
confronti dei quali si rivolge”. Secondo Giordano : “L’adozione del ‘Bilancio Sociale’ nelle amministrazioni pubbliche è stimolata
proprio dalla difficoltà, tipica dei documenti di bilancio ufficiali.
Sintetizza l’esigenza politica ma anche culturale e improntata al massimo
rispetto dei diritti dei cittadini di
fornire un’adeguata rappresentazione dei risultati reali prodotti
dall’amministrazione, in termini di quantità e qualità dei bisogni soddisfatti”.
Negli articoli che danno sostanza all’iniziativa
legislativa, si spiega che “i decisori politici dovrebbero operare una
esplicitazione degli obiettivi non generica e quanto più misurabile possibile.
Nel processo di rendicontazione, infatti, la descrizione degli obiettivi in
modo chiaro e quantificabile influisce sulla possibilità di monitorarne e
valutarne con maggior facilità il raggiungimento. Al fine di
uniformare i processi di rendicontazione sociale, sia dal punto di vista
dell’elaborazione tecnica che dell’analisi dei dati da cui scaturiscono i
relativi documenti, l’articolo 4 individua le linee guida, incentrate su alcuni
criteri cardine tra cui quello della volontarietà dell’adozione degli strumenti
di rendicontazione e quello della gradualità nell’introduzione dei processi di
rendicontazione, per indurre la pubblica amministrazione che adotta il ‘Bilancio
Sociale’ ad essere estremamente puntuale”.
La
proposta di legge, ancora, prevede che “la Giunta regionale rediga un rapporto
annuale sulla rendicontazione sociale allo scopo di fornire un’analisi dei processi messi in atto dai
vari enti regionali, ma anche una base per la valutazione della loro efficacia
in relazione alle finalità proprie della presente legge”.
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