(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 FEB - Uno spaccato dettagliato delle cosche della 'ndrangheta di Siderno, Locri e Gioiosa Jonica e' stato fornito dal pentito Giuseppe Costa nel corso del processo d'appello per l'omicidio di Gianluca Congiusta, assassinato a Siderno in un agguato il 24 maggio del 2005. Per l'omicidio di Congiusta, nel dicembre del 2010, i giudici della Corte d'assise di Locri hanno condannato all'ergastolo il boss della 'ndrangheta Tommaso Costa, fratello del pentito Giuseppe Costa. Per il reato di associazione mafiosa e' stato condannato Giuseppe Curciarello alla pena di 25 anni. Rispondendo alle domande del sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, Francesco Mollace, il pentito ha affermato che la cosca Costa nacque nel 1987, dopo la morte di un terzo fratello, Luciano, ucciso dai Commisso. Dopo la scissione dalla famiglia Commisso, a causa della morte di Luciano Costa, si apri' una faida tra le due famiglie conclusasi con una ''finta pace'' grazie all'intercessione di Umberto Bellocco, di Rosarno. Giuseppe Costa ha poi raccontato degli affari illeciti della cosca, in particolare le estorsioni, dei suoi anni di latitanza e di quelli trascorsi in carcere. Rispondendo ad una domanda del difensore di Tommaso Costa, l'avvocato Maria Tripodi, ha sostenuto di aver saputo da un detenuto che Antonio Commisso gli avrebbe riferito che il fratello era estraneo al delitto Congiusta. Nel corso dell'udienza il boss Tommaso Costa, in video conferenza dal carcere dell'Aquila, ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee. ''Avrei molte cose da dire - ha detto Costa - ma preferisco riservarmele in altre occasioni. Ribadisco la mia estraneita' all'omicidio Congiusta e non ho mai affiliato tale Leone Alberto. Verificate perche' la mia vita si puo' ricostruire dal 1988 ad oggi, 30 anni di carcere sono tracciabili''. Al termine dell'udienza, il processo e' stato aggiornato al 27 marzo.
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