Rilievi pesanti sullo stato di salute delle acque anche nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti
Un inverno allarmante per le coste di Lazzaro,
alle prese con il caos depuratori e le preoccupazioni per il conseguente
inquinamento marino. Una “emergenza” che perdura quantomeno dalla scorsa
estate, quando a sollevare la questione furono i rilievi della vituperata
Goletta Verde di Legambiente: “I valori batteriologici sono risultati talmente
alti da risultare non classificabili”. Un’analisi che scatenò le reazioni
scomposte dell’Amministrazione comunale di Motta San Giovanni, oltre che della
triste schiera di difensori d’ufficio dell’immagine sacra della Calabria e di
quella ancor più sacra della Regione Calabria targata Scopelliti.
A bocce ferme, e a turisti ben lontani,
Legambiente Calabria torna sulla questione depurazione. Che i dati di Goletta
fossero corretti, e non scientificamente contestabili come andava dicendo il
sindaco mottese Paolo Laganà, era sotto gli occhi di tutti. Un fatto non più
contestabile dopo che, su ordine della procura, nelle scorse settimane sono
stati posti i sigilli ai tre impianti in località Oliveto, San Vincenzo e
Castelli, praticamente in stato d’abbandono. Nonostante dall’Amministrazione
sia giunto l’annuncio di un ritorno alla “normalità”, da più parti si denuncia
il permanere di tutte le criticità rilevate e di quella che il Comitato
spontaneo “Torrente Oliveto” definisce una grave situazione igienico-sanitaria.
In attesa del completamento del nuovo depuratore – va ricordato che nel corso
della polemica con Goletta, il sindaco Laganà s’è impegnato a risolvere la
questione depurazione entro la prossima stagione balneare proprio puntando sul
costruendo impianto – Motta San Giovanni figura tra i circa 90 comuni calabresi
che non trattano le acque reflue prima dello scarico in mare, dopo aver
beneficiato di cospicui finanziamenti negli ultimi anni.
«Come è chiaro a tutti, la questione
depurazione nella nostra regione – sostiene Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – ha una
portata molto ampia. Un quadro sintetico dello stato di salute del mare
calabrese lo ha fornito appunto il lavoro di Goletta Verde. Al di là delle
polemiche della scorsa estate, le istituzioni competenti, e in primo luogo la
Regione Calabria, devono mettere in campo tutti gli strumenti necessari per
avere un sistema depurativo completo ed efficiente, vigilando sui comuni ad
oggi inadempienti rispetto alla legislazione sul trattamento delle acque
reflue, in particolare per quelle amministrazioni pur beneficiarie di
finanziamenti ad hoc».
«Proprio oggi l’assessore all’Ambiente
Francesco Pugliano – afferma Giuseppe
Toscano, direttore di Legambiente Calabria – ha incontrato a Catanzaro un
gruppo di sindaci beneficiari di finanziamenti relativi a interventi sul
sistema di depurazione regionale. Un incontro nel quale sono state esposte solo
generiche e affermazioni di principio, che non sono riuscite a fugare i mille
dubbi degli amministratori in merito alle modalità degli interventi. Un
incontro il cui tenore cozza con l’ennesima “visionaria” e “apocalittica”
relazione sulle problematiche relative all’inquinamento delle acque, quella della
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo
dei rifiuti. Nonostante non si tratti della “solita organizzazione
politicizzata”, la Commissione è giunta a conclusioni del tutto simili a quelle
di Goletta Verde: “Numerosi sono gli scarichi non censiti da parte dei comuni e
delle province, mentre liquami di origine organica e industriale continuano ad
essere riversati nei fiumi e a confluire nel mare: ne sono prova i risultati
delle analisi effettuate alle foce dei fiumi, con valori parecchie decine di
misure al di sopra della soglia di tollerabilità umana”».
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.