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venerdì 17 agosto 2012

ADICO: LE NEWS


DA IERI ADDIO AL FARMACO DI MARCA, SULLA RICETTA VA IL PRINCIPIO ATTIVO


16 agosto 2012
Nomi da dimenticare. Sono quelli dei farmaci di marca, per far spazio ai loro “cugini” generici. Da oggi infatti, dopo la pubblicazione della norma sulla Gazzetta Ufficiale, i medici saranno obbligati a prescrivere il principio attivo dei medicinali al posto del loro nome commerciale.
Secondo il provvedimento della spending review 1, dunque, sulla prescrizione del Servizio sanitario nazionale (Ssn) non sarà più possibile indicare un farmaco preciso, ma si dovrà scrivere il nome della sostanza-base. Il farmacista dovrà consegnare al paziente il farmaco generico, quello dal costo più basso, ma l’utente sarà libero di chiedere una marca specifica, pagando il costo aggiuntivo.
Esistono, tuttavia, anche delle eccezioni. In particolari casi il medico potrà decidere di indicare il nome commerciale di un medicinale, specificando – e giustificando con una nota scritta – la sua “non sostituibilità”. Inoltre, per evitare possibili, ma rari, inconvenienti nel passaggio da un medicinale all’altro, il ministero della Salute ha sottolineato che queste disposizioni “non riguardano le terapie croniche già in corso”.
Il ministero ha precisato, tra l’altro, che “in attesa che i sistemi informatici per la compilazione della ricetta on line e per la trasmissione dei relativi dati, vengano adeguati alle nuove norme con l’indicazione del principio attivo, i medici prescrittori dovranno ricorrere a una compilazione parzialmente o totalmente manuale della ricetta, a seconda del software di cui dispongono”. I sistemi informatici saranno adeguati “nel corso dei prossimi due mesi”.

A POCHE ORE DAL FERRAGOSTO, SCATTA UN NUOVO E IMPREVISTO AUMENTO PER I CARBURANTI.


14 agosto 2012
Questa volta a colpire è il “caro-accise”, scattato da sabato 11 agosto, per la gioia degli automobilisti che, in queste ore, stanno caricando le valige in auto per raggiungere la meta delle vacanze. Aumenti di 0,51 centesimi al litro per l’Abruzzo.
Quotidiano energia, che cita una decisione dell’Agenzia delle Dogane, informa che per coprire il bonus gestori e i fondi per l’Abruzzo da sabato le aliquote dell’accisa saliranno di 4,2 euro per mille litri. Incrementi che si traducono in +0,51 centesimi al litro, iva compresa. Con una determinazione del 9 agosto 2012, l’Agenzia delle Dogane ha annunciato che a dall’11 agosto e fino al 31 dicembre 2012 le aliquote dell’accisa sulla benzina saliranno da 724,20 a 728,40 euro per mille litri e quelle sul diesel dello stesso importo da 613,20 a 617,40 euro per mille litri. Incrementi che si traducono in +0,42 centesimi al litro e, includendo anche l’Iva al 21%, in circa 0,51 centesimi al litro. Allo stato 65 milioni di euro in più L’incremento, previsto dalla legge Stabilità2012, genererà maggiori entrate per le casse statali pari a 65 milioni di euro per rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti e fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell’Abruzzo. Dall’inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate di 16,44 centesimi, mentre quelle sul diesel di 19,44 cent, a cui va ad aggiungersi l’effetto moltiplicatore dell’Iva. L’ultimo incremento, di 2,42 centesimi Iva compresa su entrambi i prodotti a favore del terremoto in Emilia, risale allo scorso giugno.
Adico: è un furto con destrezza. L’aumento delle accise sui carburanti annunciato dall’Agenzia delle Dogane rappresenta «un furto con destrezza, destrezza dovuta al fatto che la decisione vergognosa ed irresponsabile è stata tenuta ben nascosta fino ad ora». Lo afferma in una nota l’Adico, secondo cui «è scandaloso che il Governo, dove aver tassato tutto tranne l’aria che respiriamo e aver promesso agli italiani e alle forze politiche della sua maggioranza di non voler introdurre nuove tasse o fare manovre correttive, abbia deciso di aumentare nuovamente le accise sui carburanti che finiscono per tassare la vecchietta che va a fare la spesa al mercato». Si temono effetti indiretti sull’inflazione Questo aumento delle accise, «che su base annua inciderà per circa 7 euro ad automobilista, è particolarmente grave per gli effetti indiretti che potrà produrre sull’inflazione e sul costo finale delle merci trasportate». Insomma, conclude l’associazione, «evidentemente il Governo sta soffiando sull’inflazione, infiammando i prezzi per incassare più soldi dall’iva. Una vergogna, specie se si considera che in queste vacanze gli automobilisti spenderanno già 60 euro in più rispetto allo scorso anno tra viaggio di andata, uscite varie e ritorno a casa».
Confcommercio: in arrivo nuovi aumenti «Le tendenze del mercato internazionale fanno ragionevolmente supporre che ci siano le condizioni per un aumento dei prezzi nei prossimi giorni nell’ordine di 1,5 cent/litro», spiega Luca Squeri, presidente nazionale di Figisc Confcommercio. Squeri aggiunge che «i prezzi interni sono aumentati da venerdì scorso di 0,020 euro/litro per la benzina e di 0,013 euro/litro per il gasolio». Aumenti per 16,44 centesimi da inizio 2011 Dall’inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate di 16,44 centesimi, mentre quelle sul diesel di 19,44 cent, a cui va ad aggiungersi l’effetto moltiplicatore dell’Iva. L’ultimo incremento, di 2,42 centesimi Iva compresa su entrambi i prodotti a favore del terremoto in Emilia, risale allo scorso giugno, quando tuttavia non si riversò sui prezzi al consumo anche approfittando della discesa delle quotazioni internazionali.
Spunti tratti da: ilsole240re.it

FINITE LE OLIMPIADI NON CI RESTA CHE BEATIFUL O IL CALCIO D’AGOSTO


13 agosto 2012
The end. Dopo tre settimane di ubriacatura olimpica stamattina in tv scorrevano le immagini degli atleti in partenza da Heathrow o le repliche di qualche finale. Che tristezza. E adesso che si fa? Non ci sono più le batterie dei 400, non c’è più il volley, la pallanuoto non c’è più nenache il tiro con l’arco, la carabina o il magico kayak di Daniele Molmenti. E’ finita davvero. E per i malati di sport è una vera e propria crisi di astinenza. Ci mancherà la finale della gara del triathlon quando l’inglese e lo spagnolo stremati finiscono a terra dopo il traguardo e si danno la mano. Ci mancheranno le lacrime di Tania Cagnotto per l’ennesima medaglia sfumata e quel tenerissimo abbraccio con il suo allenatore, che poi è suo papà Sergio ultima medaglia di bronzo italiana nei tuffi olimpici. Ci mancherà l’orgoglio degli azzurri del volley di Berruto che rialzano la testa dopo la solita batosta contro il Brasile e ci regalano il bronzo della volontà. Ci mancherà la faccia simpatica di un ragazzo di Pordenone che con la canoa sembra Tomba. Anzi, molto meglio di Tomba. Ci mancherà l’arrivo senza sella diMarco Aurelio Fontana che comunque è bronzo nella mountainbike. E ci mancherà la voce magica di Franco Bragagna che ha commentato la gare d’atletica e sotto il ponte dei Frati di Londra ha fatto morire Gelli anzichè Calvi. Da oggi è dura. Da oggi con il telecomando si naviga a vista in una mare di malinconia.
Non ci resta cheBeatiful, tra l’altro senza Ronn Moss che ha annunciato il suo addio. Oppure il calcio d’agosto. Il solito inutile calcio d’agosto. Quello che a Pechino, nella supercoppa italiana mette in piedi una sceneggiata che nenache Mario Merola. Quello delle indagini sulle scommesse. Quello che quando perde è tutta colpa dell’arbitro…
Fonte: il giornale.it

MARMELLATE ”SENZA ZUCCHERO”? L’AMARA VERITÀ VIENE A GALLA


13 agosto 2012
Il grande inganno delle marmellate “senza zucchero” è finito nel mirino dell’Antitrust. Con un esito amaro per due grandi firme delle confetture, la Zuegg e la Hero, multate dal Garante con una sanzione, rispettivamente, di 100.000 e 200.000 euro.
L’indagine dell’Antitrust – scrive il settimanale il Salvagente che, due anni fa ne aveva analizzate 12, bocciandone la metà proprio per l’ingannevolezza dell’etichetta – conferma che le etichette e i messaggi promozionali sulle marmellate proposte come “senza zucchero” o “senza zucchero aggiunto” sono ingannevoli.
Dolce inganno
Alla Zuegg l’Antitrust ha contestato tutti i claims. Sia quelli usati per pubblicizzare il prodotto sul sito web aziendale e sui giornali, sia la definizione “senza zuccheri aggiunti” riportata sull’etichetta dei barattoli, peraltro con la parola “aggiunti”scritta con caratteri più piccoli rispetto a “senza zuccheri”.
Secondo il Garante, questi claims fanno credere ai consumatori che tali prodotti siano “più naturali, più leggeri, meno calorici”. Ma ingannano, perché non sono senza zucchero.
Gli zuccheri ci sono, e anche tanti
A norma di legge, argomenta l’Antitrust, “è possibile apporre tale dicitura solo su prodotti che non contengono più di 0,5 grammi di zuccheri per 100 grammi o 100 ml, mentre il contenuto zuccherino dei preparati alla frutta in questione è di gran lunga superiore, pari a 33-38 grammi per 100 grammi di prodotto, ovvero un valore per il quale non è possibile utilizzare alcuna indicazione nutrizionale sul quantitativo di zuccheri”. E poco conta che gli zuccheri adottati nella marmellata siano diversi dal saccarosio, perché “non vi è dubbio che il succo d’uva concentrato venga utilizzato nel prodotto per le sue proprietà dolcificanti”. Pollice verso anche sulla modalità di rappresentazione della dicitura “senza zuccheri aggiunti” con la parola “aggiunti” scritta in caratteri più piccoli. Una somma di considerazioni che ha fatto stabilire la sanzione in 100mila euro.
Il marketing comanda
Considerazioni simili riguardano il procedimento sulle marmellate “senza zucchero aggiunto” della Hero. In questo caso, però, il prodotto – Hero Diet – contiene circa il 5% di zuccheri: non rientra tra quelli classificabili come senza zucchero perché oltre la soglia dello 0,5%, ma avrebbe potuto vantare il claim “a ridotto contenuto di zuccheri”. Un plus evidentemente considerato poco attraente dal marketing.
Dietetico anzi no
Ad aggravare la posizione di Hero è il nome Diet che compare sull’etichetta e sulla capsula di chiusura del barattolo. La scritta, rileva l’Antitrust, “risulta in contrasto con il divieto espresso di utilizzo del termine ‘dietetico’ per un prodotto di uso comune, quali le confetture in questione”.
Il prodotto, infatti, non risulta appartenere alla categoria dei cibi destinati a un’alimentazione particolare, per i quali è necessaria la notifica al ministero della Salute. Doppia irregolarità, doppia sanzione: 200mila euro. Stavolta davvero senza zucchero.
Franca Villani
Fonte: salvagente.it

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