Nella Giornata dei diritti dei rifugiati, da Riace parte un messaggio forte, che rilancia il monito espresso dal presidente della Repubblica. Napolitano ha lanciato un appello al rafforzamento dell'identità nazionale, negando l'esistenza di un popolo padano. Per il Capo dello Stato esiste solo il popolo italiano, che è però sempre meno cosciente del valore della nostra Costituzione. "A Riace esiste un popolo italiano – ha detto Nuccio Barillà, responsabile della carovana CAraLABRIA – che sa accogliere e che sa integrarsi. Un borgo che dando opportunità ai migranti rende concreto lo spirito costituzionale, assicura i diritti dei rifugiati, costruisce una città variopinta, che mette insieme la varietà delle culture e i colori della solidarietà". Nel corso del pomeriggio, l'amministrazione comunale con Mimmo Lucano, la Legambiente con Cristina Riso e la Cgil Reggio-Locri con la responsabile immigrazione Lea Marziano, hanno accolto in un abbraccio ideale i 200 rifugiati che hanno trovato sistemazione a Riace. Momenti intensi, con i racconti dei migranti, con le tante lingue dell'Africa subsahariana, del Kurdistan, del Corno d'Africa, donne, uomini e bambini con i dolori e le speranze condivisi in piazza per cercare una sintesi positiva.
"In gioventù sognavo di viaggiare per scoprire il mondo, ma il mondo mi ha raggiunto a Riace". Mimmo Lucano, artefice del modello Riace, ha voluto poi raccontare del suo primo approccio coi rifugiati. "Nel '98, non ero ancora sindaco ma un semplice cittadino. Quando è sbarcata una nave carica di migranti ho voluto dare una mano, e ho conosciuto Baharam Acar, un curdo della Turchia in fuga dalle persecuzioni". Bahram è il primo migrante che ha trovato rifugio a Riace, e vive ancora nella Locride. Segno che il progetto dell'accoglienza non è una moda passeggera.
Spazio anche a un momento di straordinaria intensità: è stato Nuccio Barillà ad accogliere in piazza la nonnina Adla, curda della Siria con ben 118 primavere alle spalle e un sorriso carico di serenità, che le ha permesso di raggiungere un traguardo invidiabile. A lei la spilla di Legambiente: una farfalla, simbolo di grazia e compatibilità ambientale.
La tappa di ieri: Melito-Pentidattilo
Il pullmino di Legambiente con al seguito i tanti volontari dell'associazione ha raggiunto in mattinata l'area grecanica facendo tappa a Melito, sul Corso Garibaldi. per rendere omaggio al battagliero poeta Ciccio Demetrio. Un colto edicolante che dal Corso Garibaldi, dove ha sede la sua attività, scaglia ogni giorno simboliche pietre contro i potenti. Tanti tazebao – ne ha già composti più di 150 – con versi dialettali che ironizzano con fantasia sui soprusi subiti dalla gente della zona. Una vera e propria sentinella, un piccolo Davide impegnato oggi come non mai contro il gigante della centrale a carbone. "Le parole sono pietre – ha detto Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, tra gli animatori del movimento contro il carbone – per questo vogliamo assegnare al cittadino Demetrio un premio simbolico, la "Fionda di Davide". Ci colpisce positivamente il suo impegno, un cittadino che ogni giorno, con la dolcezza e la durezza della poesia, lancia le sue pietre contro chi vuole svendere il nostro territorio. Un cittadino che non si vende, nonostante i fiumi di denaro e la propaganda, e non è il solo a resistere. Siamo tanti e vinceremo!". Un incoraggiamento che ha rafforzato l'entusiasmo dei ragazzi del Coordinamento No Carbone Saline Ioniche e di Legambiente Giovani.
Per Cristina Riso, di Legambiente Reggio Calabria, "a Melito siamo in presenza di due modelli contrastanti, due possibili vie alternative per il futuro della zona: il modello negativo delle grandi opere, della centrale a carbone, e quello positivo del recupero dei borghi, dei paesi fantasma come Pentidattilo, trasformata in un crocevia di esperienza culturali". Proprio sul tema del "recupero dei paesi fantasma" è stato incentrato l'incontro del pomeriggio, nella suggestiva ambientazione del borgo di Pentidattilo, coi rappresentanti dell'Associazione Pro Pentedattilo, di Recosol, delle Botteghe artigiani e del movimento No carbone.
SALINE, L'AFFONDO DI BARILLA': I SINDACI MUTI NON CI SERVONO!
A margine della simbolica premiazione della mattina, Nuccio Barillà ha voluto prendere posizione sulle polemiche in merito alle opere compensative relative al progetto della centrale a carbone di Saline. Parole dure e sarcasmo per smuovere la palude. "Ai sindaci che, timidamente sui giornali ed esplicitamente nelle conversazioni private, negano l'esistenza di trattative in corso sulla gestione dei 50 milioni di euro relativi alle opere compensative replichiamo con decisione estrema. Le cose sono due: o le trattative sono in corso in via segreta, e ciò sarebbe grave, oppure non ci sono e in tal caso sarebbe ulteriormente grave rilevare la mancanza di dialogo tra le istituzioni e la SEI". Un atto d'accusa che, con ironia, chiama in causa direttamente i sindaci di Melito e Montebello Ionico: "Agli amministratori che ci invitano a tenere fede ai soli atti ufficiali – ribadisce Barillà – diciamo che non ci importa conoscere il motivo per il quale i funzionari della Sei frequentano assiduamente gli uffici comunali e i ristoranti della zona per cene di lavoro. Ciò che pretendiamo dai sindaci, e ancor di più lo pretendono i cittadini che li hanno eletti, è che si esprimano sul progetto della centrale. Dicano quali sono i danni e i benefici di un progetto – incalza Barillà – che prevede un investimento di 1,2 miliardi di euro e che, novità assoluta nel dibattito, vede in campo una società, la Repower, che dice di essere privata ma è costituita all'80% con capitali pubblici della Svizzera e della Francia. Oltralpe i cittadini sono in agitazione, mentre nell'area grecanica i sindaci non si interrogano nemmeno sul modello di sviluppo che sta dietro al progetto, e ciò è grave. Al territorio non servono sindaci muti, trincerati dietro un silenzio imbarazzato e imbarazzante – affonda il dirigente di Legambiente – rappresentano le comunità e hanno l'obbligo di avviare una riflessione pubblica sulla centrale". Quindi, un appello alla coerenza: "Se è cambiato qualcosa rispetto alle posizioni del passato, i sindaci ce lo dicano.
Spazio anche a una frecciata al sottosegretario all'Ambiente Elio Belcastro, a cui Barillà rammenta le decisioni della Commissione VIA sulla paventata conversione della centrale di Rossano, quelle del Tar e del Consiglio di Stato sulla centrale di Porto Tolle, quindi le evidenze scientifiche sull'impossibile contenimento di CO2 e polveri sottili. "Il sottosegretario rappresenta una forza politica che inneggia al Sud e rivendica con orgoglio l'appartenenza meridionale – dice Barillà – ma nulla fa e nulla dice su un progetto che viene imposto al territorio, in spregio alla democrazia, alla trasparenza e alla sicurezza dei cittadini. Non lo inquieta tutto ciò? Dovrebbe essere Belcastro a condurre la battaglia incalzando ministro e governo. Noi lo facciamo e lo continuiamo a fare con le simboliche pietre delle parole".
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