Dalla Cei il Rapporto-proposta sulla crisi demografica in Italia
6 ottobre 2011
In Italia nascono ogni anno tra 500 e 600 mila bambini (561.944 nel 2010, secondo l’Istat), 150mila in meno di quanto sarebbe necessario “solo per garantire” nel tempo “l’attuale dimensione demografica”, mentre la fecondità” si è attestata attorno alla media di 1,4 figli per donna”. Urge dunque “far entrare nell’intero corpo sociale la consapevolezza della sfida demografica con cui l’Italia deve inevitabilmente misurarsi”. Il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il Progetto Culturale, spiega così l’iniziativa di un “Rapporto-proposta” sul tema del calo delle nascite in Italia, al quale hanno lavorato, afferma il porporato, “alcuni dei maggiori demografi italiani di varie matrici culturali insieme a studiosi di altre discipline”.
“Il cambiamento demografico. Rapporto-proposta sul futuro dell’Italia”: questo il titolo del volume edito da Laterza, presentato nel pomeriggio a Roma presso la sede dell’editore (in via di Villa Sacchetti 17) dallo stesso Ruini con il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e suo successore quale presidente della Cei, insieme ai professori Giancarlo Blangiardo, Francesco D’Agostino e Antonio Golini. Il Rapporto Cei si articola in tre parti: la prima è orientata a fornire una oggettiva lettura del cambiamento, attraverso l’analisi della dinamica dei fenomeni demografici e delle trasformazioni strutturali della popolazione e delle famiglie; la seconda si spinge alla riflessione sulle sue cause e sulle relative conseguenze di ordine economico e socio-culturale; la terza apre la via al difficile terreno delle proposte e affronta la questione del governo del cambiamento demografico.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di offrire “elementi di consapevolezza e spunti di riflessione per mantenere vivo il dibattito” sulla crisi demografica che sta segnando il nostro Paese, “con l’auspicio” di vedere finalmente tradotte in fatti concreti le “iniziative di contrasto ai risvolti negativi delle tendenze in atto che da tanto, forse troppo, tempo vengono inutilmente richieste”. Il volume presenta dati e analisi delle trasformazioni sociali degli ultimi anni, riflessioni, sfide e proposte; sottolinea il ruolo centrale della famiglia e, soprattutto, la necessità di “una maggiore consapevolezza” del “profondo significato simbolico-culturale collegato alla messa al mondo dei figli. Ogni bambino che nasce – afferma il testo – è infatti un segno di speranza, di fiducia nei riguardi del mondo e della vita”.
“Il cambiamento demografico. Rapporto-proposta sul futuro dell’Italia”: questo il titolo del volume edito da Laterza, presentato nel pomeriggio a Roma presso la sede dell’editore (in via di Villa Sacchetti 17) dallo stesso Ruini con il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e suo successore quale presidente della Cei, insieme ai professori Giancarlo Blangiardo, Francesco D’Agostino e Antonio Golini. Il Rapporto Cei si articola in tre parti: la prima è orientata a fornire una oggettiva lettura del cambiamento, attraverso l’analisi della dinamica dei fenomeni demografici e delle trasformazioni strutturali della popolazione e delle famiglie; la seconda si spinge alla riflessione sulle sue cause e sulle relative conseguenze di ordine economico e socio-culturale; la terza apre la via al difficile terreno delle proposte e affronta la questione del governo del cambiamento demografico.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di offrire “elementi di consapevolezza e spunti di riflessione per mantenere vivo il dibattito” sulla crisi demografica che sta segnando il nostro Paese, “con l’auspicio” di vedere finalmente tradotte in fatti concreti le “iniziative di contrasto ai risvolti negativi delle tendenze in atto che da tanto, forse troppo, tempo vengono inutilmente richieste”. Il volume presenta dati e analisi delle trasformazioni sociali degli ultimi anni, riflessioni, sfide e proposte; sottolinea il ruolo centrale della famiglia e, soprattutto, la necessità di “una maggiore consapevolezza” del “profondo significato simbolico-culturale collegato alla messa al mondo dei figli. Ogni bambino che nasce – afferma il testo – è infatti un segno di speranza, di fiducia nei riguardi del mondo e della vita”.
BAGNASCO: STIAMO ANDANDO VERSO UN LENTO SUICIDIO DEMOGRAFICO
Il cardinale Angelo Bagnasco è intervenuto questo pomeriggio a Roma alla presentazione del secondo rapporto-proposta sul cambiamento demografico. “Stiamo andando verso un lento suicidio demografico – ha detto Bagnasco – il presente rapporto-proposta, per il quale desidero ringraziare sentitamente il comitato per il progetto culturale della Chiesa italiana e segnatamente il suo instancabile presidente, il cardinale Camillo Ruini, offre molteplici dati che confermano questa ipotesi, tentando una interpretazione non emotiva e tantomeno ideologica, ma aderente alla realtà. Soprattutto aiuta ad andare oltre la semplice analisi dei dati perché disegna una cornice interpretativa del fenomeno del ‘cambiamento demografico’, che chiama in causa la nostra società ed è destinato a segnare profondamente il nostro Paese”.
Il cardinale Angelo Bagnasco è intervenuto questo pomeriggio a Roma alla presentazione del secondo rapporto-proposta sul cambiamento demografico. “Stiamo andando verso un lento suicidio demografico – ha detto Bagnasco – il presente rapporto-proposta, per il quale desidero ringraziare sentitamente il comitato per il progetto culturale della Chiesa italiana e segnatamente il suo instancabile presidente, il cardinale Camillo Ruini, offre molteplici dati che confermano questa ipotesi, tentando una interpretazione non emotiva e tantomeno ideologica, ma aderente alla realtà. Soprattutto aiuta ad andare oltre la semplice analisi dei dati perché disegna una cornice interpretativa del fenomeno del ‘cambiamento demografico’, che chiama in causa la nostra società ed è destinato a segnare profondamente il nostro Paese”.
(Fonte:avvenire.it)
Multe, 30 giorni per il ricorso. La stretta in vigore da oggi
6 ottobre 2011
Da oggi gli automobilisti avranno a disposizione solo 30 giorni, anziché 60, per presentare ricorso al giudice di pace contro le multe. Entra infatti in vigore il decreto legislativo che dispone il dimezzamento dei tempi a disposizione dei cittadini per opporsi, in sede di giudice di pace, alle multe ritenute illegittime.
La disposizione, secondo l’Adico, rappresenta “l’ennesima ingiustizia a carico dei tartassati automobilisti, che ora avranno sempre maggiori difficoltà a impugnare una multa”. Accorciare i tempi, afferma l’associazione dei consumatori, significa rendere ancora più difficile il ricorso: “Occorrono giorni – spiega il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – perché un principiante possa capire come si fa un ricorso e se esistono i presupposti per impugnare. Per non parlare dei tempi tecnici per avere la documentazione dai vigili, dalla foto dell’autovelox o della durata del giallo al semaforo”.
“Gli automobilisti – secondo la nota dell’Adico – sembrano letteralmente perseguitati dal governo Berlusconi”. “Questo governo ha il record nella storia della Repubblica per il numero di provvedimenti presi contro gli automobilisti: aumento della accise, aumento dell’Iva e introduzione del contributo unificato per i ricorsi contro le multe, aumenti esponenziali delle multe, aumento delle tasse sulle polizze rc auto e dell’imposta provinciale di trascrizione”.
La disposizione, secondo l’Adico, rappresenta “l’ennesima ingiustizia a carico dei tartassati automobilisti, che ora avranno sempre maggiori difficoltà a impugnare una multa”. Accorciare i tempi, afferma l’associazione dei consumatori, significa rendere ancora più difficile il ricorso: “Occorrono giorni – spiega il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – perché un principiante possa capire come si fa un ricorso e se esistono i presupposti per impugnare. Per non parlare dei tempi tecnici per avere la documentazione dai vigili, dalla foto dell’autovelox o della durata del giallo al semaforo”.
“Gli automobilisti – secondo la nota dell’Adico – sembrano letteralmente perseguitati dal governo Berlusconi”. “Questo governo ha il record nella storia della Repubblica per il numero di provvedimenti presi contro gli automobilisti: aumento della accise, aumento dell’Iva e introduzione del contributo unificato per i ricorsi contro le multe, aumenti esponenziali delle multe, aumento delle tasse sulle polizze rc auto e dell’imposta provinciale di trascrizione”.
Una guida completa per buttare il cellulare nel posto giusto. E non sprecare materiali preziosi inquinando l’ambiente
4 ottobre 2011
Di Antonio Galdo. Gli italiani posseggono quasi un cellulare e mezzo a testa, un record europeo. Un tipico caso di acquisti compulsivi, per i quali il mercato è saturo, alimentati anche dal fatto che la manutenzione del telefonino, dobbiamo riconoscerlo, è costosa, poco efficiente, e quasi mai proposta dai rivenditori. Se entriamo in un negozio con un tasto numerico consumato, o piuttosto rotto per un banale accidente, e chiediamo la riparazione del cellulare, la risposta più probabile è sempre la stessa: «Le conviene comprarlo nuovo….». La tecnologia funziona così e fino a quando non riscopriremo tutti i vantaggi della manutenzione, anche in termini di economia generale (lavoro, ricchezza e dunque crescita), sarà difficile invertire il paradigma. Intanto, però, possiamo evitare un doppio danno alle nostre tasche e all’ambiente imparando a smaltire il telefonino che dobbiamo sostituire. Gettarlo nella spazzatura è un delitto, come abbandonarlo in una discarica abusiva, in un cassonetto dei rifiuti, in un luogo isolato. Il cellulare, come tutti gli elettrodomestici, in realtà é ricco di materiale riciclabile e depositarlo nei posti giusti è molto più semplice di quanto potete immaginare. La conferma arriva da un sito, www.remediapervoi.it, aperto da qualche settimana dal Consorzio nazionale per la gestione di apparecchiature elettroniche ed elettriche. La navigazione all’interno è molto semplice e offre indicazioni pratiche, ma anche un calcolo efficace sugli effetti benefici, individuali e collettivi, dello smaltimento corretto e del riciclo degli elettrodomestici. E’ sufficiente, per esempio, indicare il nome della propria città e l’indirizzo compreso di codice postale, e si può conoscere l’eco piazzola più vicina alla propria abitazione. Il luogo giusto per eliminare definitivamente il cellulare che non useremo più. Un’alternativa ai suggerimenti del Consorzio RAEE, se il telefonino che vogliamo eliminare è ancora funzionante, è quella di recarsi in una qualsiasi parrocchia del proprio quartiere: il dono sarà sicuramente accolto con sentiti ringraziamenti e andrà a vantaggio di chi non può permettersi le nostre spese compulsive in materia di cellulari. Infine una piccola consolazione: lo smaltimento dei cellulari non è un problema solo degli italiani che pure non brillano per educazione civica e rispetto dell’ambiente. Nella civilissima Londra, infatti, la giornalista Rose George è andata in giro nelle fogne della città, accompagnata da esperti «bracconieri» della rete, e ha scoperto che cosa sono capaci di infilare i londinesi in questo luogo. Di tutto, dai pezzi di motociclette ai passeggini, dalle monete fuori circolazione agli armadi. E anche 850.000 (sì, avete capito bene: quasi un milione) cellulari.
(fonte: www.nonsprecare.it)
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