Voti e appalti manovrati dalla ‘ndrangheta. Questa l’inchiesta che ha portato in carcere Giuseppe Femia, sindaco di Marina di Gioiosa Jonica, Reggio Calabria, tre assessori della giunta comunale e altre persone per un totale di 40arresti. L’operazione “Circolo formato” scattata questa mattina, 3 maggio, è stata condotta dalla squadra mobile del capoluogo calabrese coordinata dal Dda.
Le indagini sono partite dopo l’elezione di Femia a sindaco, avvenuta nel 2008. La squadra mobile diretta da Renato Cortese unendo le forze con il commissariato di Siderno, diretto dal vice questore aggiunto Stefano Dodaro e dal Servizio centrale operativo della polizia, ha scoperto che a inficiare la correttezza del risultato delle amministrative, che hanno visto trionfare Femia come primo cittadino, sarebbe stata la ‘ndrangheta.
All’intromissione della malavita calabrese nei voti si aggiunge anche la partecipazione di questa anche ad appalti pubblici per la Ss 106 jonica e per il Comune. È prevista nel corso della mattinata una conferenza che spiegherà i dettagli dell’inchiesta in presenza di Piero Grasso, procuratore nazionale anti mafia e di Giuseppe Pignatone, procuratore di Reggio Calabria.
Nel 2010, la famiglia di Femia era stata mira di due attentati incendiari. Ignoti diedero alle fiamme l’automobile del fratello del primo cittadino, il vicesindaco Giuseppe Femia. Quasi contemporaneamente le fiamme divorarono anche uno stabilimento balneare di Giuseppe Pugliese, cognato del sindaco. Gli atti furono considerati collegati alle pressioni sull’amministrazione comunale in qualche modo connesse alla gestione dell’ente. (Il quotidiano italiano, Giuseppe Del Buono)
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