“Appare
sempre più incerto, tra proclami e annunci, puntualmente smentiti dai fatti, il
destino del carcere “Luigi Daga” di Laureana di Borrello. Mi chiedo, a questo
punto, quali siano le reali intenzioni del Governo sul suo futuro”.
E’
quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale della Calabria on.
Giovanni Nucera, dopo l’ennesima farsa riguardante la riapertura della casa di
reclusione a custodia attenuata, chiusa tre mesi fa per consentire un urgente e
temporaneo utilizzo del personale di vigilanza della Polizia Penitenziaria in
altre strutture della Regione.
“Una
decisione improvvisa – ricorda Nucera – che provocò indignazione e rabbia, non
solo tra gli operatori carcerari, improvvisamente sballottati in altre sedi, ma
dell’intera società civile calabrese, per l’affronto dello Stato verso uno dei pochi istituti carcerari
italiani all’avanguardia e di livello europeo per gli innovativi progetti di rieducazione e reinserimento che in quella
struttura si stavano sperimentando, con notevoli ed importanti risultati”.
“Una
struttura – ricorda Nucera, riprendendo i contenuti di una sua mozione
presentata ed approvata in Consiglio regionale
– che ha permesso di sottrarre molti giovani detenuti alla sub cultura
tipica del carcere e della criminalità organizzata, incidendo sul fenomeno
della recidiva attraverso la prevenzione e l’inclusione sociale”.
“Un
risultato che non poteva essere sacrificato e mortificato sull’altare della
convenienza economica e del Bilancio. Quella decisione – aggiunge Nucera – ha
rappresentato una sconfitta, anzi una resa dello Stato in Calabria. Ma ci
confortò la rassicurazione che nei primi mesi del 2013 quel carcere, e con esso
quell’esperienza positiva, sarebbero tornate a vivere”.
“Oggi,
invece, dobbiamo registrare la beffa dei proclami e delle mancate
inaugurazioni, peraltro annunciate dai più alti rappresentanti istituzionali
dell’Amministrazione penitenziaria. Ecco
perché mi chiedo quale sia il vero orientamento del Governo nell’affrontare
l’emergenza carceri in Italia, a causa di sovraffollamento, con un indice che
supera il 148%, e carenza di uomini e mezzi”.
“Un
Governo – conclude il Segretario Questore del Consiglio regionale – che
smentisce se stesso, non solo sulla volontà di riaprire presto - ma quando? –
quel penitenziario modello, ma anche
sull’opportunità di rimettere in condizione l’istituto di operare a pieno
regime per conseguire gli importanti risultati di un progetto e di un modello
gestionale che rappresentavano un esempio d’eccellenza nel generale e
sconfortante panorama del sistema carcerario italiano”.
“La speranza è dunque affidata
nel nuovo governo che si formerà all’indomani delle consultazioni politiche –
conclude Nucera – Un governo nel quale si affermi una chiarezza di idee e
progetti inerenti il sistema carcerario italiano, che tra indifferenza e rinvii
è al momento condannato al collasso”.
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