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mercoledì 30 gennaio 2013

AFFARI 'NDRINA SU LOCALI VICINO A SAN PIETRO, DUE ARRESTI COLPO A CLAN GALLACE, SEQUESTRI DIA PER 20 MLN A ROMA E REGGIO

(di Lorenzo Attianese) (ANSA) - ROMA, 30 GEN - La 'ndrangheta nel cuore di Roma, a pochi metri dalla Santa Sede. C'e' la 'ndrina dei Gallico dietro l'acquisto di alcuni locali vicino al Vaticano, come il bar 'Antiche Mura' o il ristorante 'Platinum'. Investimenti che servivano a riciclare nella Capitale il denaro sporco della cosca, che ha subito un duro colpo finanziario dopo il sequestro di beni per 20 milioni di euro da parte della Dia durante l'operazione di oggi. A finire in manette sono stati due calabresi residenti a Roma e con diversi precedenti: Francesco Frisina, di 57 anni, e Carmine Sacca', di 46. Una terza persona e' ancora ricercata mentre altre sei, tutti prestanome, sono indagate. Per gli arrestati l'accusa e' di trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso: attraverso varie 'teste di legno', tra cui familiari, e grazie all'agenzia immobiliare romana , venivano acquistati locali commerciali della Capitale, immobili e terreni tra Roma e la provincia di Reggio Calabria. La societa' che permetteva i passaggi di proprieta', grazie alle intermediazioni, era la 'Immobiliare Genzano sas'. E tra i sequestri c'e' anche una societa' nel campo della ristorazione, la 'Colonna Antonina 2004 srl', che apparteneva a Francesco Frisina e Carmine Sacca', in passato titolare del Bar Chigi, sequestrato nel 2011. Non solo caffe', tavolini e forchette. Il denaro veniva ripulito anche attraverso un patrimonio di circa 25 fabbricati soprattutto a Roma e 34 terreni per oltre una ventina di ettari destinati alla coltivazione di olive tra i comuni reggini di Palmi e Gioia Tauro. Diverse le partecipazioni societarie e intestazioni su conti correnti. Le 'lavatrici' della cosca macinavano denaro solo apparentemente onesto dal 2008, dopo varie operazioni di acquisto e cessioni di societa' nel settore della ristorazione, intestate a prestanomi e acquistate ad un valore inferiore a quello di mercato, per coprire gli investimenti illeciti. Una parte dei ricavi sarebbero stati anche reinvestiti nell'acquisto di tre appartamenti in via Boccea, di 500mila euro ognuno, intestati ai familiari degli arrestati. I 'fiori all'occhiello' della cosca a Roma erano comunque il bar 'Antiche Mura' in via Leone IV e il ristorante 'Platinum', in via dei Banchi Nuovi. A finire sotto sequestro sono state anche la 'Immobiliare Genzano sas' a Roma e la Sapac Discount a Palmi. Per gli investigatori della Dia il sequestro di oggi e' un esempio di un sistema di infiltrazione delle mafie ormai radicato nella Capitale, dove 'lavorano' almeno una decina di diverse cosche mafiose, e che serve a ripulire il denaro sporco proveniente soprattutto dal traffico di stupefacenti. Negli ultimi anni - ha spiegato l'associazione antimafia di Libera - sono ben 16 i locali sequestrati al clan Gallico e al clan Alvaro solo nella Capitale. ''Quello delle infiltrazioni mafiose nelle attivita' commerciali di Roma - ha spiegato il presidente della Confcommercio di Roma, Giuseppe Roscioli - e' un dramma esteso ormai a tutti i settori commerciali in modo trasversale''

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