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venerdì 4 gennaio 2013

'NDRANGHETA: PENTITO LO GIUDICE, MOLTI 'NON SO' SU FOTO CATTURA CONDELLO

Reggio Calabria, 4 gen. (Adnkronos) - Una sfilza di ''non so'' e di ''non ricordo'' hanno caratterizzato la testimonianza del collaboratore di giustizia Antonino Lo Giudice oggi al processo 'Meta' che vede alla sbarra i piu' importanti esponenti di 'ndrangheta della citta' di Reggio Calabria. Il pentito, che si e' autoaccusato degli attentati agli uffici giudiziari e delle intimidazioni ai magistrati del 2010, ha sempre sostenuto di essersi occupato personalmente della latitanza del ''Supremo'' Pasquale Condello, carismatico leader dell'omonima cosca catturato nel 2008 dopo un ventennio di irreperibilita'. Il pm Giuseppe Lombardo ha mostrato al collaboratore Lo Giudice, collegato in videoconferenza, una serie di foto che ritraggono oggetti, lettere, planimetrie e materiale che riguarda Condello. Molti di questi oggetti tuttavia non hanno evocato ricordi particolarmente significativi nel pentito. Durante la testimonianza, Antonino Lo Giudice ha raccontato di avere prelevato dieci milioni di lire per un'estorsione a una ditta reggina. La cifra fu consegnata direttamente a Condello ''che la divise a meta'. Cinque milioni -ha spiegato il collaboratore- dovevano andare alla cosca De Stefano-Tegano. Degli altri cinque milioni, la meta' se li e' tenuti Condello e dei rimanenti due milioni e mezzo 1.250 lire li ha dati a me e gli altri andavano ai Rosmini''. Altro argomento interessante di cui Lo Giudice ha parlato e' la creazione della Sacra Corona Unita, la mafia pugliese. ''E' stata creata da Umberto Bellocco, Domenico Oppedisano e un altro personaggio di cui non ricordo il nome'', ha riferito il teste. Bellocco e Oppedisano sono due personaggi legati alla 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. 

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