Sono trascorsi tre mesi da quando è stato
chiuso l’istituto penitenziario “Luigi Daga” di Laureana
di Borrello e da allora grazie soprattutto al comitato cittadino nato
spontaneamente per difendere un patrimonio di civiltà, sono state intraprese
diverse iniziative anche di natura istituzionale per chiederne l’immediata
riapertura.
Sin da subito abbiamo avvertito un grave pericolo incombere
sul territorio, perché spesso in Calabria ciò che viene definito provvisorio
rischia di divenire definitivo. I cittadini calabresi appaiono oramai
rassegnati ad accettare ogni tipo di decisione viene imposta da Roma come se
vivessimo ancora in una terra colonizzata dai più forti o dai più “furbi”, i
quali si rendono capaci di cancellare tutto ciò che può rendere la nostra
regione modello di esempio e speranza per chi con caparbietà vuole continuare a
vivere ed investire le proprie energie fisiche e mentali in questa terra.
Da un mese sembra essere calato il silenzio sul L.
Daga nonostante arrivi ogni tanto qualche tiepido segnale di speranza e
nonostante pare che dal Ministero della Giustizia sia giunta una comunicazione
al Dap di Catanzaro per riaprirlo.
Quando si disse che il carcere sarebbe stato
riaperto nel primo tremestre del 2013, a molti è sembrato di capire che in modo
speculare si volesse rinviare la questione al nuovo Governo, il quale, a
prescindere dal colore politico che avrà, è stato stranamente chiamato in causa
anche per riparare gli altri gravi tagli effettuati dal governo Monti, come ad
esempio quelli relativi alle sedi distaccate di tribunale chiuse senza alcun
criterio logico.
Rifondazione Comunista chiede che la riapertura
del L. Daga avvenga entro il mese di gennaio 2013 e cioè prima delle elezioni,
perchè se è vero che il ministro Severino, appena avuta piena coscienza
dell’importanza sociale ed educativa del carcere di Laureana ha dato indirizzo
politico per la sua riapertura, è giusto ed opportuno che sia lei a venire
ufficialmente a Laureana per celebrare l’evento tanto atteso e voluto da
migliaia di cittadini.
Lo vogliamo vedere riaperto prima che diventi
motivo di spot elettorale nei prossimi mesi, perché quella struttura ospitava tanti
giovani calabresi che, entrati nel L. Daga, hanno rinnegato la criminalità
organizzata ed intrapreso un percorso rieducativo importante rappresentando quella struttura carceraria
l'unica in cui alle persone che vi arrivavano veniva offerta una vera possibilità
di riscatto.
Infine,
chiediamo che la riapertura del carcere sia anche l’opportunità per rilanciare
una serie di progetti utili ad educare i giovani detenuti ed ad affrontare con
urgenza il problema del personale dipendente che è costretto a lavorare su
doppi turni per far fronte alle esigenze degli istituti, valutando la concreta
ipotesi di accogliere le tante domande di trasferimento degli agenti di polizia
penitenziaria che dal nord chiedono di essere spostati al sud dove l’emergenza
è maggiore.
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