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domenica 30 dicembre 2012

L. STABILITA': SINDACO DELLA CALABRIA LANCIA PROVOCAZIONE 'RIVOLTA FISCALE' SARACENA NON VERSERA' TRATTENUTE IRPEF ALLO STATO PER PAGARE I FORNITORI

Cosenza, 30 dic. -(Adnkronos)- Una rivolta fiscale per resistere alle imposizioni del patto di stabilita' e fare crescere i comuni virtuosi. L'idea parte da Saracena, piccolo comune sul Pollino, il cui sindaco Mario Albino Gagliardi ha lanciato una sfida. ''Ho dato mandato alla tesoreria -spiega- di non trasferire allo Stato le trattenute Irpef dei dipendenti. Abbiamo pagato loro lo stipendio e lo faremo sempre ma i contributi non li faremo arrivare allo Stato, forse nemmeno quelli di gennaio e febbraio, fino a quando non dovessi fare rischiare loro qualcosa''. La protesta ha senso perche' ''ai 31mila euro che dovrei versare ho aggiunto altri soldi che daro' ai fornitori che hanno dato fiducia al Comune e che io non potrei pagare perche' la quarta rata dello Stato di 100mila euro non e' stata trasferita per l'intero importo a novembre''. Questa, assicura Gagliardi che ha pubblicato una sua intervista su youtube, e' la prima azione di rivolta fiscale e annuncia ''Ne ho qualcun'altra in mente''.  Il vincolo del patto di stabilita' sta mettendo in crisi non solo i comuni ma il settore produttivo. ''C'e' un'impresa che sta eseguendo tre opere pubbliche a Saracena per circa seicentomila euro, due delle quali demandate dallo Stato alla Regione. Questa impresa -racconta il sindaco Gagliardi- non riesce a percepire i soldi perche' la Regione Calabria, che ha sforato il patto di stabilita' a maggio, non puo' erogarli''. Il sindaco del paesino sul Pollino con meno di cinquemila abitanti e' sicuro che ''se gli ottomila sindaci il 15 del mese per protesta contro lo Stato non pagassero l'Irpef e pagassero i fornitori, noi andremmo immediatamente a ridurre la sofferenza di produttivita' del sistema produttivo italiano''. Quella promossa da Gagliardi e' una vera rivolta democratica. ''I sindaci -afferma- sono i presidi della democrazia di prossimita', siamo a contato ogni giorno con la collettivita'''.
 Oltre al mancato pagamento allo Stato delle trattenute Irpef, Gagliardi lancia un'altra provocazione. ''Diciamo ai prefetti che smettiamo di essere ufficiali di governo. Io la fascia tricolore non la do a nessuno, come hanno fatto altri, perche' me l'hanno data i cittadini ma restituiamo cio' che non ci appartiene, le funzioni di ufficiali di governo. Lo Stato ci abbandona e lo disprezzo''. Sulla base del disprezzo per i governi che si sono succeduti, ''diciamo al prefetto -prosegue il sindaco di Saracena- che vengano qui a celebrare i matrimoni, a tenere il registro di stato civile. Noi ci dobbiamo rifiutare di svolgere le funzioni dello Stato. Questa sarebbe una bella rivolta''. Il sindaco di Saracena si sente molto limitato dal patto di stabilita' perche' ''non penalizza i comuni viziosi bensi' quelli virtuosi''.
Gagliardi parla del suo comune e spiega che ''Saracena avrebbe le risorse per fare investimenti, l'ammodernamento della viabilita', dell'impiantistica per la distribuzione dell'acqua, ma il 2 gennaio dell'anno prossimo non potra' investire in settori vitali per la cittadinanza''. Il meccanismo, sostiene il primo cittadino del cosentino, non impedisce le insolvenze. ''Tant'e' - aggiunge - che molti comuni in Calabria oggi si stanno preparando a dichiarare il dissesto. ''E' chiaro - afferma Gagliardi - che c'e' una responsabilita' degli amministratori ma non puo' essere garantita attraverso meccanismi di carattere tecnico-finanziario. La politica non puo' essere ridotta a semplici operazioni di finanza. Se si va in dissesto c'e' una responsabilita' della politica e non puo' essere impedita da stratagemmi che in questo caso penalizzano i comuni virtuosi, cioe' i comuni che programmano bene con una regolare copertura". "Attraverso questo meccanismo, - prosegue - pur avendo risorse da spendere non possono farlo perche' sorge il sospetto che dietro il patto di stabilita' ci sia solo la volonta' di spendere meno. Questo discorso e' giusto se i Comuni non sanno spendere. Ma se i bilanci sono corretti e solidi perche' impedire la spesa per gli investimenti?''.Il sindaco Mario Albino Gagliardi teme che il patto di stabilita' potrebbe avere conseguenze negative su diversi settori, come le politiche pubbliche sulla promozione territoriale, importanti soprattutto in una regione come la Calabria che punta sul turismo. Il Comune di Saracena possiede quasi ottomila ettari nel Parco nazionale del Pollino con un particolare valore ambientale e paesaggistico. ''Investimenti per rendere fruibile questo patrimonio e incrementarne la conoscenza all'esterno -afferma- e' doveroso. Se poi si spendono 50mila euro per inventarsi il Carnevale di Rio, allora l'amministratore va portato non in galera ma proprio al manicomio''. Il ragionamento del primo cittadino vuole dimostrare la necessita' di prevedere una logica della spesa pubblica. ''Sono d'accordo -continua- sul patto di stabilita' per i comuni sotto i cinquemila abitanti ma solo sulla spesa corrente. Pero' sugli investimenti non si puo' ridurre dal 13 all'8 per cento. Se io ho un tesoretto non lo posso investire. In questo modo si blocca la spesa pubblica. Invece bisogna distinguere quella per gli investimenti e quella per le feste e altre cose. Il patto di stabilita' non fa distinzione sulla qualita' della spesa''. 

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