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venerdì 4 gennaio 2013

Melito Porto Salvo e Montebello Jonico (Rc) – Beni immobili per un valore di 600.000 euro sequestrati dai Carabinieri alla Cosca “Iamonte”


Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo e confisca di immobili residenziali riconducibili alla Cosca “Iamonte” operante nell’area territoriale del basso Jonio.
Il decreto di sequestro preventivo, emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura Generale, è scaturito a seguito di complessa attività investigativa di natura patrimoniale condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, espletata a carico della cosca di ‘ndrangheta “Iamonte”, a seguito della condanna – divenuta definitiva[1] - di un suo elemento di spicco, Antonino IAMONTE, classe 1945. Le investigazioni hanno permesso di accertare come i beni oggetto del sequestro siano stati acquisiti con i proventi dell’attività criminosa per la cui commissione Antonino Iamonte è stato condannato.
Le indagini patrimoniali a carico di Antonino Iamonte, nel frattempo di recente deceduto, hanno permesso di individuare nella sua disponibilità quattro immobili dislocati nei comuni di Montebello Jonico (Rc) e Melito Porto Salvo (Rc), attualmente in uso al suo nucleo familiare per un valore complessivo di circa 600.000 euro.
Le indagini dei Carabinieri, pienamente condivise e concordate dall’Autorità Giudiziaria hanno permesso di appurare un evidente e sussistente sproporzione tra i redditi dichiarati da Antonino Iamonte e dal suo nucleo familiare ed il valore degli acquisti e delle proprietà oggetto dell’odierno provvedimento di sequestro e confisca, la cui finalità è quella ci colpire denaro, beni o altra utilità di un soggetto che abbia riportato condanne per delitti gravi allorquando non possa giustificarne la provenienza e, anche per interposta persona, risulti esserne titolare o averne la disponibilità qualsiasi titolo, come detto in valore sproporzionato al reddito dichiarato.
Il provvedimento è stato notificato ai familiari, i quali attualmente hanno in uso i beni immobili oggetto del provvedimento.
Contestualmente, è stato nominato un custode giudiziario che si occuperà della gestione degli immobili.


[1] Sentenza divenuta definitiva in data 08.01.2009 con la condanna per associazione per delinquere di tipo mafioso a tre annidi reclusione ed applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per anni uno.

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