Di seguito – inform a una nota
dell’ufficio stampa della giunta regionale - l’intervento dell'assessore regionale
alla Programmazione Giacomo Mancini con cui è stato presentato oggi, al
Consiglio regionale, il Documento di
programmazione economica e finanziaria (Dpfer) per gli anni 2013 – 2015.
“Anche quest'anno il DPEFR sarà
approvato nei tempi fissati dalla legge. Dall'avvio di questa legislatura tutti
i provvedimenti di natura contabil e
(a iniziare dai bil anci di
previsione) sono sempre stati definiti rispettando la tempistica imposta dalla
legge. Ciò che prima mai era successo in Calabria, per l'amministrazione
guidata dal Governatore Scopelliti è diventata una positiva abitudine. In
questo modo abbiamo avviato un'azione di risanamento dei nostri conti e abbiamo
iniziato ad allinearci alle regioni virtuose del nostro Paese. Oggi di fronte a
noi si presentano tante nuove e importanti sfide. Il DPEFR, redatto anche
quest'anno con la collaborazione dello Svimez, fissa le più importanti tratteggiando
la situazione economico finanziaria della Calabria con le sue luci accese
grazie al nostro lavoro e le sue ombre ancora lontane dall'essere dissipate. E,
però, la crisi che investe anche il
nostro Paese sta rapidamente cambiando il
quadro, ad iniziare da quello normativo, mettendo a repentaglio l'intero
sistema delle autonomie legislative e territoriali. Il Governo ha già ridotto
le province di numero comprimendone le funzioni e la rappresentatività. Adesso
è il turno delle Regioni. A causa
dell'ondata di biasimo e di indignazione che ha accompagnato gli scandali
all'interno delle istituzioni regionali di ogni latitudine del Paese, il Governo non ha soltanto previsto dei tagli
sacrosanti ai cosiddetti costi della politica, a parte dei quali la Calabria si
è subito adeguata, ma ha introdotto tutta una serie di misure, che se
confermate e convertite in legge, porteranno allo strangolamento tutto il sistema delle regioni. Già adesso siamo alle
prese con difficoltà non semplici da superare. Il combinato disposto
dell'obbligo di rispettare il patto
di stabil ità e di raggiungere il target di spesa dei fondi strutturali trasforma
in un periglioso percorso ad ostacoli gli ultimi mesi di esercizio dell'anno.
Cito alcune cifre che spiegano meglio di tante parole: nel 2010 il tetto di spesa per la Regione Calabria al netto
della Sanità era di 1420 mil ioni di euro,
nel 2011 il plafond è sceso a 1195 mil ioni. Quest'anno è a 1085. Il prossimo anno
scenderà presumibil mente a 1006 mil ioni. In tre anni, insomma la Calabria può
spendere il 40% in meno. Al
contrario i target di spesa dei fondi comunitari aumenteranno in maniera
esponenziale ogni anno. Tutto ciò ci mette nella situazione, davvero
paradossale, di non poter spendere per quanto vorremmo e potremmo perdere le
risorse comunitarie dalle quali passa lo svil uppo
della nostra terra. Negli ultimi 24 mesi, infatti, abbiamo programmato la quasi
totalità della dotazione finanziaria del Por Fesr e del Por Fse. Nonostante
questa mole di lavoro abbiamo difficoltà a raccoglierne i frutti. Non tanto per
la complessità delle procedure e per i ritardi che pur ci sono e ai quali pur
bisogna porre rimedio. Ma la Calabria non spende le risorse europee per come
vorremmo e potremmo perché, se liquidassimo i decreti che riguardano le risorse
europee, intaccheremmo il plafond
annuale così da impedirci di pagare stipendi e salari ai nostri corregionali.
Anche qui qualche numero: un'annualità per la forestazione costa ai calabresi
240 mil ioni di euro circa (17 mil ioni x 14 mensil ità),
il comparto dei trasporti per la
sola quota a carico delle risorse regionali 110 mil ioni
di euro, il personale regionale 110
mil ioni, i mutui 176 mil ioni di euro, il
consiglio regionale 70 mil ioni, e
poi ci sono gli LSU e altro precariato, per i quali occorrerebbero oltre 50 mil ioni del comparto delle politiche sociali e delle
rette per le RSA. In più dobbiamo anche fronteggiare la mancanza di liquidità
nelle nostre casse. Per il trasporto
settore ferro quest'anno il Governo
ancora ci deve liquidare 64 mil ioni
di euro, e non abbiamo più i trasferimenti del decreto legislativo 112, poiché il governo ci ha applicato tagli per oltre 100 mil ioni di euro che andavano a finanziare le imprese,
le iniziative in agricoltura, le politiche sociali, lasciandoci però le
funzioni e gli obblighi, come quello che dovremmo sostenere per i malati di
sangue infetto che costerà circa 20 mil ioni,
prima a carico interamente dello Stato. E la mancanza di liquidità è accentuata
dalla sospensione dei pagamenti del Por. Solo qualche settimana fa abbiamo
risolto la situazione del FSE i cui pagamenti erano bloccati dal 2009. E'
evidente che questo stato di cose diventerà insostenibil e
se non si agisce immediatamente, soprattutto se si pensa che il decreto 174/2012 del Governo impone l’obbligo di
tutta una serie di interventi che se non attuati porteranno la Regione a subire
delle sanzioni gravissime, primo fra tutti il
taglio dei trasferimenti dell’80% e infine lo scioglimento del Consiglio per
grave violazione di legge. Da questa azione di strangolamento si esce tutti
insieme come sistemi delle regioni, come forze politiche, come parti sociali.
Ma da questo assedio dobbiamo uscire tutti insieme come Calabria. Per parte
nostra abbiamo definito e realizzato un sistema di certificazioni dei
pagamenti, per garantire alle aziende alcune anticipazioni di liquidità.
attraverso un percorso concordato e condiviso con gli istituti di credito sul territorio. Tali
anticipazioni riguarderanno innanzitutto il
settore dei trasporti e quello della forestazione. Ma tutto ciò non basta.
Dobbiamo fare di piu' e meglio. Ecco perché oggi ripropongo all'attenzione
dell'Aula due sfide: una da lanciare al Governo, l'altra a noi stessi. Quella
al Governo riguarda l'intera nettizzazione dei fondi comunitari. Che in parole
povere significa non computare nel plafond di spesa annuale messo a
disposizione delle regioni tutta la spesa comunitaria, compresa cioè la quota
nazionale e regionale che al momento incide sul patto. Così come avviene per la
sanità. Di modo che se si spendono 160 mil ioni
per la metro di Cosenza, per fare un esempio, quelle risorse non intaccheranno il salvadanaio che noi potremo util izzare per la spesa corrente e per far fronte alle
emergenze sociali. Attraverso l'intera nettizzazione dei fondi comunitari
potremmo in tempi rapidi arrivare a spendere tutte le risorse dei POR così da
costruire opportunità di svil uppo
concrete e tangibil i per la nostra
terra. La seconda sfida è quella delle riforme. Dobbiamo necessariamente
ridurre le spese dei comparti più pesanti iniziando con il
tagliare sprechi, sperperi e cattiva gestione che ancora vi si annidano. Il
Governatore Scopelliti nel comparto sanità ha ridotto il
deficit da oltre 250 mil ioni ad 80 mil ioni annui. Dobbiamo fare lo stesso nella
forestazione, nei trasporti, nel sociale e ovunque la spesa pubblica è immotivatamente alta. Il fabbisogno determinato
dalla legislazione vigente per le voci
prima ricordate è molto più alto delle risorse a disposizione. Con l’obbligo del pareggio di bil ancio e con le nuove regole introdotte
sull’indebitamento, non è più possibil e
rinviare le obbligazioni agli anni successivi. Fare le riforme per ridurre la
spesa ad un livello sostenibil e è
quindi ormai diventato improcrastinabil e.
Sono queste le sfide che abbiamo dinanzi a noi. La speranza, non per la nostra
parte politica, ma per l'intera Calabria è che insieme siano affrontate e vinte”.
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