DEBITO PUBBLICO A 1.995 MILIARDI. NUOVO RECORD STORICO PER L’ITALIA
14 novembre 2012
Non si ferma mai e avanza sempre più spedito verso quota 2.000 1miliardi il debito che grava sullo Stato italiano. Il nuovo record è stato conteggiato dalla Banca d’Italia e testimonia un aumento di 19,5 miliardi rispetto ad agosto. Il contatore a fine settembre si è fermato a 1.995,1 miliardi. Le spese per fare andare avanti lo Stato rimangono costanti o aumentano e gli esborsi per i meccanismi di solidarietà all’interno della zona Euro, come il Fondo Salva Stati, annullano i benefici delle manovre del governo. Anche perché le entrate generate dalle tasse non aumentano, soprattutto a causa non del minor peso del Fisco sui cittadini, ma della crisi economica che provoca la contrazione dei fatturati delle aziende e quindi della base imponibile.
L’analisi di Banca d’Italia non lascia dubbi. L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (11,6 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d’Italia e in impieghi della liquidità, pari a 8,6 miliardi. Nei primi nove mesi dell’anno il debito (88,4 miliardi) sale col fabbisogno delle (61,9 miliardi) Amministrazioni pubbliche in aumento di 900 milioni rispetto all’analogo periodo precedente (61 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l’emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi). Escludendo le erogazioni in favore della Grecia (5 miliardi nel 2011), la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility (Efsf – 2,2 miliardi nel 2011 e 17,1 nel 2012) e le misure relative alla Tesoreria unica (che hanno comportato nel 2012 il riversamento nella Tesoreria centrale di 9,0 miliardi da parte degli enti decentrati), conclude Bankitalia, il fabbisogno del 2012 sarebbe in linea con quello del 2011.
L’analisi di Banca d’Italia non lascia dubbi. L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (11,6 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, detenute presso la Banca d’Italia e in impieghi della liquidità, pari a 8,6 miliardi. Nei primi nove mesi dell’anno il debito (88,4 miliardi) sale col fabbisogno delle (61,9 miliardi) Amministrazioni pubbliche in aumento di 900 milioni rispetto all’analogo periodo precedente (61 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (21,7 miliardi) e l’emissione di titoli sotto la pari (5,2 miliardi). Escludendo le erogazioni in favore della Grecia (5 miliardi nel 2011), la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility (Efsf – 2,2 miliardi nel 2011 e 17,1 nel 2012) e le misure relative alla Tesoreria unica (che hanno comportato nel 2012 il riversamento nella Tesoreria centrale di 9,0 miliardi da parte degli enti decentrati), conclude Bankitalia, il fabbisogno del 2012 sarebbe in linea con quello del 2011.
Nel mese di settembre le entrate tributariecontabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 22,6 miliardi, sostanzialmente invariate rispetto a quelle dello stesso mese del 2011, ma contando i primi nove mesi dell’anno gli incassi sono ammontati a 280 miliardi, in aumento 2,6% (7 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2011.
POSTEPAY “CLONATE”, ADICO CONTRO IL RIMBORSO IMPOSSIBILE. «CAUSA AL GIUDICE DI PACE SE IL CONTRATTO NON È RISPETTATO»
13 novembre 2012
Sono decine le segnalazioni ricevute nelle ultime settimane da Adico Associazione Difesa Consumatori da utenti che hanno subìto il furto dei dati di accesso della propria PostePay, e di conseguenza si sono visti sottrarre centinaia di euro dal saldo della loro prepagata. Ma anche di fronte alla denuncia all’autorità giudiziaria e allarichiesta di risarcimento – previsto da contratto – Poste Italiane continua a fare orecchie da mercante e lo nega sistematicamente. Ma Adico non ci sta e ha dato incarico all’ufficio legale di trovare una soluzione a questo inaccettabile epilogo di truffe sempre più sistematiche: da oggi chi ha subito la clonazione della propria PostePay potrà ricevere gratuitamente un modello di denunciapreparato da Adico da consegnare alla Polizia Postale, e riceverà l’assistenza degli espertidell’Associazione per redigere e inviare la diffida a Poste Italiane con la richiesta di risarcimento. E se le Poste continueranno a negare la restituzione delle somme ai propri clienti, Adico è pronta alla causa davanti al Giudice di Pace.
«Abbiamo studiato nel dettaglio le condizioni contrattuali relative a PostePay e le riteniamo lacunose e poco chiare in più di un punto, in particolare l’articolo 13, relativo alle responsasibilià di Poste Italiane in caso di operazioni di pagamento non autorizzate – spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini – nel quale si afferma che Poste Italiane rimborsa al titolare, immediatamente, l’importo dell’operazione. Ma vediamo ogni giorno che questo non accade mai, quindi non ci resta che sconsigliare ai consumatori di sottoscrivere un contratto per questo prodotto, orientandosi verso altre prepagate che consentano una maggior tutela dei propri interessi».
Agli utenti che denunciano un utilizzo fraudolento della propria carta prepagata, Poste Italiane in tutta risposta nega il rimborso affermando che gli acquisti contestati sono effettuati su un sito Internet sicuro (di solito si tratta di siti di scommesse online) che richiede l’inserimento di tutti i codici dispositivi della carta (numero, data di scadenza e codice Cvv2), che sono di esclusiva conoscenza del titolare. Di fatto le Postegirano l’accusa al loro cliente, insinuando che abbiano cliccato sui link contenuti in email di phishing (messaggi che imitano la grafica di siti bancari o postali attraverso i quali i malintenzionati cercano di ingannare il destinatario “convincendolo” a fornire dati sensibili) o che non abbiano adeguatamente protetto il proprio computer dai virus, uno dei quali potrebbe quindi essersi installato “rubando” i dati personali della carta. «Unarisposta inaccettabile, perché moltissimi soci Adico dichiarano di non aver mai effettuato acquisti in Internet con la propria carta o di essere certi di non essere caduti nelle trappole dello spam – rilancia Garofolini – a questo punto, visto anche il nuovo boom di truffe concentrate in uno stesso, breve periodo, chi garantisce che Poste Italiane abbia messo in atto tutte le strategie per proteggere i dati personali dei clienti che custodisce?»
Per tutelare gli interessi dei propri soci, Adico mette a loro disposizione gratuitamente un modello di denuncia alla Polizia Postale, e consiglia di procedere con una diffida firmata dall’ufficio legale chiedendo il risarcimento delle somme sottratte. A quel punto, di fronte a una risposta negativa delle Poste, si procederà con la causa davanti al Giudice di Pace. «Considerando che di solito le somme rubate non superano le poche centinaia di euro, abbiamo studiato il modo di consentire a chiunque di trovare conveniente la causa per ottenere giustizia – conclude il presidente di Adico – sicuri del fatto che di fronte a decine di procedimenti, Poste Italiane dovrà cambiare atteggiamento. La pessima pubblicità che si stanno facendo, infatti, rischia di farle perdere quella crescente fetta di clienti che non può permettersi una vera carta di credito e che ha trovato nelle prepagate una soluzione. Ma siamo certi che poco a poco, se si va avanti così, ne sceglieranno una diversa da PostePay».
Adico Associazione Difesa Consumatori è a disposizione per informazioni e assistenza nella sede di via Volturno 33 a Mestre, via mail info@associazionedifesaconsumatori.it e al numero 041.5349637.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.