Un
giornalista cosentino che sa dare del tu alla penna, un anticonvenzionale per
eccellenza, uno spirito bohèmien ghermito da mille passioni: il cinema, la
musica, il calcio, e quella civile che lo fa sempre stare in prima linea e
sulla notizia. E che lo sollecita come un fuoco sacro quando c’è un’inchiesta
che scotta da approfondire o pezzi della storia d’Italia recente da ricostruire,
come nel caso del suo libro, “Toghe rosso sangue”, pubblicato da qualche anno per
i tipi della Newton Compton e che è stato accompagnato, ovunque sia stato
presentato, da un’ottima accoglienza e da
buone recensioni sulla stampa nazionale. Un libro nel quale Paride
Leporace snocciola il rosario dei magistrati
(27 in tutto) che dal 1969 al 1994 sono caduti sotto i colpi della criminalità
organizzata o del terrorismo o per altra mano e che rischiavano di morire una
seconda volta, seppelliti, peggio ancora, dall’oblio. Dal quale Paride Leporace
li ha per fortuna tirati fuori, grazie al libro che ha avuto il coraggio di
scrivere e che è diventato nel tempo anche un riuscito spettacolo teatrale,
grazie all’intuizione della compagnia “Les enfants terribles” diretta da un
altro cosentino, Francesco Marino, che di “Toghe rosso sangue” firma anche la
regia.
Ieri
sera, dopo la “prima” cosentina del marzo scorso al Teatro “Morelli”,
fortemente voluta dall’Assessore alla formazione della coscienza civica del
Comune di Cosenza Marina Machì, lo spettacolo è stato riproposto al Piccolo
Teatro dell’Università della Calabria, nell’ambito della rassegna “Il piacere
della democrazia”.
Ecco
il motivo per il quale Paride Leporace, che attualmente risiede a Potenza dove
dirige “Il Quotidiano della Basilicata”, dopo aver diretto e fondato “Calabria
Ora” ed essere stato tra gli artefici della nascita de “Il Quotidiano della
Calabria” del quale è stato anche caporedattore centrale, è tornato per qualche
giorno a Cosenza. Subito “intercettato” dalla commissione cultura di Palazzo
dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro, Paride Leporace è stato insignito del
giusto riconoscimento per il suo impegno e per la sua brillantissima carriera,
nell’ambito della collaudata rassegna “Nemo propheta in patria”. Un
riconoscimento che per la prima volta ha visto in commissione cultura anche il
Sindaco Mario Occhiuto. Ed è dalle mani del primo cittadino che Leporace ha
ricevuto questo primo riconoscimento, una targa con lo stemma della città, cui
con ogni probabilità, come anticipato dallo stesso Sindaco, ne seguirà un
altro.
“Paride Leporace – ha detto il Sindaco - è
attualmente impegnato fuori regione come direttore del “Quotidiano della
Basilicata”, ma sono convinto che a breve tornerà nella nostra Cosenza che è
anche la sua città.”
Occhiuto
ha poi rivolto un plauso alla Commissione cultura per il lavoro che sta
svolgendo. “E’ la prima volta che partecipo ad una seduta della commissione
cultura – ha detto il Sindaco - ma devo constatare che l’impegno profuso nella
valorizzazione delle eccellenze espresse dalla nostra realtà territoriale è
frutto di un’apertura verso l’esterno da salutare con particolare
compiacimento. Sono anche certo – ha detto ancora Mario Occhiuto rivolgendosi
al giornalista cosentino – che Paride Leporace ci darà una mano anche nel
prosieguo di questi anni che ci vedranno impegnati nel governo della città,
partecipando ad una serie di iniziative che pensiamo di condividere con lui.”
Il
Sindaco Occhiuto ha poi lasciato intendere che in una delle prossime edizioni
del Premio del Pilerio, istituito quest’anno dall’Amministrazione comunale ed
assegnato allo storico Coriolano Martirano in occasione del suo ottantesimo
compleanno, possa essere attribuito anche a Paride Leporace.
Prima
del Sindaco c’era stata l’introduzione del Presidente Claudio Nigro che ha
ricordato l’attaccamento di Paride Leporace a “Cosenza vecchia”, come il
giornalista ama ancora oggi definirla, e la presentazione del consigliere
relatore Mimmo Frammartino che ha ripercorso puntualmente, tappa dopo tappa, il
cursus honorum dell’appena cinquantenne Paride Leporace che, nonostante la sua ancor
giovane età, è riuscito a mettere insieme un curriculum che solitamente possono
sbandierare solo i decani del giornalismo. Tra i suoi impegni più recenti,
anche l’attività di blogger di “Huffington Post Italia”, la testata on line
diretta da Lucia Annunziata.
Quando
è chiamato in causa, Paride Leporace si dice “orgoglioso e fiero di questo
momento perché quando si riceve un premio fa sempre piacere. E’ un giorno che
resta e che rimarrà nel mio archivio personale. E’ la seconda volta che mi
accade, la prima fu quando Giacomo Mancini seppe del fatto che avevo superato
con il massimo dei voti l’esame di giornalista professionista. Fece una cosa
molto bella: radunò i miei amici nel salone di rappresentanza del Comune e mi
regalò uno dei primi personal computer Apple.
Recepisco
in pieno il discorso del Sindaco Occhiuto – aggiunge - e sarò a disposizione
della commissione cultura e della municipalità di Cosenza che sta vivendo una
nuova fase estremamente positiva.”
Nel
suo album di ricordi nitido si staglia prima quello di suo padre che gli
raccontava, per averlo appreso dal nonno, dell’ingresso di Garibaldi a Cosenza
da dietro Piazza Valdesi, poi quello della madre che, in barba a tutte le
convenzioni, lo portava nel ’67 – aveva appena cinque anni – al Teatro
“Rendano” che riapriva i battenti alla “prima” della lirica, a vedere la grande
Anna Moffo, o, sempre in quell’anno, allo stadio “San Vito” ad assistere alla
storica partita tra l’Italia e Cipro, finita, sotto una pioggia scrosciante
ancora scolpita nella memoria dei cosentini, 5 a 0 per gli azzurri.
Nell’album
dei ricordi di Leporace c’è spazio per Radio Ciroma ed anche per l’amico di
mille battaglie umanitarie, Padre Fedele Bisceglia, di cui si considera in
qualche modo “figlio” e con il quale ha attraversato “momenti estremi in Africa,
in luoghi alquanto complicati”. Una ragione in più per “sentirsi a lui
umanamente vicino in questo momento di particolare difficoltà”. Il pensiero
vola poi alla sua Università, quella di Arcavacata.
“Volevo
frequentare il Dams a Bologna, ma mia madre mi chiese di restare. Una scelta
della quale non mi sono pentito”.
Prima di correre all’Università per lo spettacolo, altri due interventi
ne riconoscono le qualità e il carisma. Prima il consigliere comunale Giovanni
Quintieri per il quale “Paride Leporace rappresenta una grande risorsa per la
città di Cosenza per il fatto di praticare un giornalismo fatto di curiosità e
onestà intellettuale”, poi il consigliere Maria Lucente, vice Presidente della
commissione cultura, che non nasconde la sua ammirazione per come Leporace “sappia
respingere le convenzioni, animato da una costante insoddisfazione che non gli
fa accettare la routine e da un fuoco sacro che coniuga benissimo con una forte
razionalità”.
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