“L’indignazione
dell’opinione pubblica, legittima, contro gli abusi e gli sperperi di una certa
politica e dei suoi apparati regionali ha trovato concreto ascolto, prima nell’emanazione
del decreto antisperperi e corruzione del governo e poi, in questi giorni,
nella sua approvazione da parte della Camera dei deputati, per la conversione
in legge. Ottima iniziativa legislativa che offre ai cittadini regole certe
sulla trasparenza e la riduzione dei costi della politica, specie negli enti
territoriali e nelle Regioni”.
Questo
il commento del Segretario Questore del Consiglio regionale all’indomani dei
provvedimenti legislativi nazionali approvati per ridurre i cosiddetti ‘costi
della politica’.
“Innovazioni
condivisibili – aggiunge l’on. Giovanni Nucera - utili e necessari per porre un
limite al degrado della politica che specie nei territori trova terreno fertile
per delinquere. I provvedimenti assunti nel citato decreto nascono sull’onda
emotiva delle ormai note vicende che hanno coinvolto alcune regioni d’Italia.
La suggestione di quegli eventi ha
impresso un’accelerazione per provvedimenti che tuttavia non sono stati adeguatamente approfonditi e non sono
stati oggetto di riflessione attenta rispetto agli effetti che produrranno, sia
in termini di risparmio della spesa, sia in termini di efficacia ed adeguatezza
dell’azione politica, o per meglio dire dei costi della democrazia”.
“Osservo
– prosegue il Segretario Questore del
Consiglio regionale - che sono stati attribuiti poteri alla Corte dei Conti sul
controllo degli Enti. Non è nulla di nuovo! Poiché tale compito – precisa
Nucera - rientra già nella sfera di attività appartenente a tale organo Costituzionale.
Da cui dobbiamo dedurre, che, dunque, i controlli effettuati dalla stessa sono
stati finora ‘leggeri’, poco
approfonditi e certamente non abbastanza incisivi per modificare atteggiamenti,
discrezionalità eccessiva, sprechi, di cui molti enti locali hanno evidentemente approfittato”.
“Si
cerca, insomma, di cancellare in maniera frettolosa una legislazione regionale
e nazionale varata con lassismo e leggerezza. – argomenta Nucera - Ancora più
grave è stato il dibattito sulla assurda idea di teorizzare, addirittura, la
cancellazione delle regioni. Una rozza idea, specie di quanti, in maniera sempliciona, che
con molta dose di cinismo hanno pensato di eliminare l’autonomia regionale per
ripristinare anacronistiche, velleitarie e antidemocratiche posizioni
burocratiche centraliste e neostataliste”.
“Un
dibattito, nel quale, anche con una
certa ciclicità, si ripropone la modifica del titolo V della Costituzione, poiché
ad esso si fanno risalire tante responsabilità delle dispersioni e degli
sperperi di oggi. Dimenticando, questi
odierni soloni – prosegue il consigliere
regionale Pdl - che la legislazione vigente, anche in attuazione del titolo V,
è fortemente carente, poco o niente regolamentata e, quindi, non attualizzata
nel decentramento delle funzioni, così come prevede il testo costituzionale”.
“Ci
troviamo, così di fronte al paradosso che da una parte non vengono rese
operative le norme costituzionali sul piano operativo e di delega, e dall’altra
– spiega l’on. Giovanni Nucera - si attribuiscono alle regioni responsabilità
su processi che lo stesso Parlamento blocca. Ora alcuni capipopolo pensano, e
le trasmissioni televisive e i giornali ne offrono ampia cronaca, di illudere i
cittadini dicendo che abolendo il titolo V della Costituzione si salva il Paese”.
“Se
si vuole cercare davvero di porre rimedio al progressivo degrado dell’etica da
parte delle classi politiche nelle istituzioni centrali e periferiche occorre, invece,
evitare parziali e false rappresentazioni della realtà ed adottare linee
correttive quanto meno analoghe se non uguali sul piano governativo nazionale. Ad
esempio – cita il Segretario Questore del Consiglio regionale - non può
sfuggire la contraddizione di un Parlamento che sarà chiamato a convertire in
legge il decreto adottato dal Governo, quindi riducendo il numero dei
consiglieri regionali, i loro trattamenti economici e previdenziali, il
finanziamento dei gruppi consiliari, i controlli su alcuni atti degli organi
regionali, ma senza aver mai deciso nulla del genere su se stesso. Si pensi al
numero dei deputati e dei senatori che con tutta evidenza non verrà mutato in
questa legislatura, malgrado tutti gli impegni assunti precedentemente, il
finanziamento ai partiti, i privilegi di casta, o ancora si pensi a tutti i
provvedimenti adottati che incidono in maniera molto parziale e limitata su
vantaggi e le guarentigie in cui entrano in gioco i privilegi dello status di
parlamentare”.
“E’ un atteggiamento che non mi stupisce affatto - commenta Nucera. Mi ricorda il vecchio
proverbio che recita che “è facile vedere una pagliuzza negli occhi dell’altro,
piuttosto che la trave nel proprio”. Concludo
ricordando, con orgoglio, - chiude Nucera - che la Calabria è stata la prima
regione d’Italia ad abolire “con effetto immediato” il TFR, il trattamento di fine rapporto ai
consiglieri regionali. Una legge che abbiamo votato in Consiglio nel corso
dell’ultima seduta. Noi lo abbiamo fatto. Gli altri hanno solo detto che se ne
occuperanno. Scusate se è poco!”.
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