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lunedì 25 giugno 2012

Minori: Istat, regioni sud indietro su offerta pubblica asili nido

(ASCA) - Roma, 25 giu - Il quadro dell'offerta pubblica di asili nido in Italia e' la risultante di situazioni regionali molto diverse fra loro. Lo spiega l'Istat che questa mattina ha diffuso i dati sui servizi all'infanzia. Il Nord-est mantiene livelli superiori rispetto al resto d'Italia, con un incremento continuo dell'offerta comunale che porta l'indicatore di presa in carico al 16,8% nel 2010/2011. L'Emilia-Romagna, in particolare, conserva il primato per la diffusione degli asili nido in termini di numerosita' degli utenti (pari al 25,4% dei bambini tra zero e due anni), mentre assieme al Friuli-Venezia Giulia e alla Valle D'Aosta e' fra le regioni in cui e' maggiormente presente il servizio in termini di percentuale di comuni coperti (83,3% dei comuni per l'Emilia-Romagna, 95% per il Friuli-Venezia Giulia, 94,6% per la Valle D'Aosta, in cui risiede rispettivamente il 98%, il e il 98,5% e il 99% della popolazione target). Nelle regioni del Centro si e' registrato un aumento considerevole dell'offerta, dovuto prevalentemente all'Umbria e al Lazio. Nel primo caso la crescita e' significativamente elevata a partire dal 2008 in conseguenza del potenziamento dei contributi erogati dai comuni per l'abbattimento delle rette, consentendo alla regione di conseguire uno dei piu' alti indicatori di presa in carico (22,3%). Il Lazio, invece, mostra un incremento graduale negli anni osservati. In termini di bambini iscritti su 100 residenti fra zero e due anni, i comuni del centro Italia oltrepassano dal 2004/2005 la media del Nord-ovest e nel 2010/2011 raggiungono valori molto vicini alla media del Nord-est. Permangono decisamente inferiori alla media nazionale i parametri riscontrati per le regioni del Sud e per le Isole, dove il lievissimo ma continuo incremento dell'offerta osservato a partire dal 2003/2004 sembra subire un arresto nell'ultimo anno. Nella maggior parte delle regioni nel 2010/2011 si registra una diminuzione della quota di bambini iscritti in rapporto ai residenti (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria). La Sicilia e la Campania mostrano invece variazioni di segno positivo ma di poco rilievo, mantenendo quindi livelli di presa in carico molto contenuti (5,2% e 1,9% rispettivamente). La Sardegna, invece, con un ulteriore incremento della presa in carico degli utenti (da 10,9% a 13,6%), si distanzia decisamente dai valori osservati nel resto del Mezzogiorno.

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