BOLLO AUTO “PAZZO”, GIÀ IN ARRIVO GLI AVVISI PER IL 2009 ADICO: «FARE RAVVEDIMENTO OPEROSO PRIMA DELLA NOTIFICA»
27 giugno 2012
Dopo la pioggia di avvisi di accertamento per l’anno 2008 – secondo Adico arrivati quasi tutti già prescritti – la Regione Veneto questa volta si sta muovendo per tempo: sono già molti infatti i consumatori che in questi giorni stanno ricevendo le raccomandate relative al ritardato pagamento del bollo 2009. Adico Associazione Difesa Consumatori quindi invita gli automobilisti che rischiano di ricevere gli avvisi a muoversi con urgenza: in primis verificando la regolarità o meno della propria posizione, consultando l’archivio regionale del servizio Infobollo (http://infobollo.regione.veneto.it/infobollo/menu1.html) o chiamando il numero 840848484 (costo fisso 10 centesimi a telefonata). Chi ancora non ha ricevuto l’avviso, infatti, potrà procedere al ravvedimento operoso per regolarizzare la propria posizione pagando una sanzione ridotta (10% anziché 30% del bollo) per gli anni di ritardato pagamento non ancora oggetto di procedura formale di accertamento. Chi invece ha già ricevuto l’avviso anche per il 2009, purtroppo dovrà pagare la sanzione piena per quell’anno, mentre per 2010 e 2011 potrà comunque avvalersi del ravvedimento operoso.
«Proprio ieri la Regione ci ha confermato che il pagamento relativo al ravvedimento operoso, utile per regolarizzare la posizione dei contribuenti che pagano con scadenza errata tardiva, si può effettuare tramite bollettino postale sul conto corrente n. 22562482, intestati a Regione Veneto – Servizio tasse automobilistiche, con indicazione nella causale del numero di targa e della scadenza a cui il versamento si riferisce o l’anno d’imposta – spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini – e i conteggi per ogni singolo veicolo e le relative causali di versamento si possono ottenere scrivendo una mail a bollo@tasseautoveneto.it». Naturalmente non cambia la posizione di Adico sull’intera vicenda, anzi, semmai si consolida: «Non possiamo che constatare come la Regione questa volta non abbia perso tempo a inoltrare ai malcapitati automobilisti l’avviso per l’anno 2009, pochi mesi, a volte poche settimane dopo aver spedito migliaia di lettere per riscuotere la sanzione del 2008 – è il commento di Garofolini – l’intera questione per Adico resta ingiusta e vessatoria, ma questo di certo non ci esime dal mettere a disposizione dei consumatori tutte le informazioni e l’assistenza per sanare la loro posizione di fronte alla legge».
Resta ancora aperta, in ogni caso, la possibilità di presentare istanza di autotutela chiedendo l’annullamento dell’avviso, e quindi della sanzione, per chi l’avesse ricevuto negli ultimi 2 mesi ma relativo al solo anno 2008: questo perché gli avvocati di Adico ritengono che gli avvisi recapitati ai cittadini nel 2012 siano arrivati nella conoscenza del destinatario oltre i termini di prescrizione. E ci sono 60 giorni dalla data di notifica per presentare la richiesta di annullamento. Adico per questi automobilisti ha predisposto un modulo che è a disposizione gratuita per i soci, insieme all’assistenza dell’ufficio legale per quanti volessero chiedere informazioni e ulteriori spiegazioni, nella sede di via Volturno 33 a Mestre, via mail a info@associazionedifesaconsumatori.it e al numero di telefono 041.5369637.
CONTINUA A CALARE IL COMMERCIO AL DETTAGLIO, AD APRILE -6,8%
26 giugno 2012
Commercio al dettaglio in calo in Italia. Ad aprile, secondo i dati dell’Istat, l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato una diminuzione congiunturale dell’1,6%. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2012 l’indice è aumentato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con marzo 2012, le vendite diminuiscono dell’1,5% sia per i prodotti alimentari sia per quelli non alimentari. Rispetto ad aprile 2011, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una caduta del 6,8%, il dato peggiore dal 2001: le vendite di prodotti alimentari diminuiscono del 6,1%, quelle di prodotti non alimentari del 7,1%. Restano ferme a maggio, rispetto al mese precedente, le retribuzioni, mentre crescono dell’1,4% su base annua. Nella media del periodo gennaio-maggio 2012 l’indice è cresciuto, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, dell’1,3%.
Alimentari, mai così male da 11 anni. La caduta del comparto alimentare è la più forte almeno da gennaio 2001, cioè da quando sono iniziate le serie storiche dell’Istat. Quindi, come per le vendite totali, anche il settore ‘food’ segna il ribasso più marcato da oltre 11 anni. Nei primi quattro mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, l’indice grezzo diminuisce dell’1,6%. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,2% e quelle di prodotti non alimentari del 2,2%.
Aprile nero per piccoli negozi e botteghe. Piccoli negozi e botteghe di quartiere ad aprile hanno subito una forte contrazione delle vendite, pari all’8,6% su base annua, rileva l’Istat, che misura anche l’andamento del commercio al d
CASA, CRESCONO GLI SFRATTI PER MOROSITÀ: +64% IN 5 ANNI
24 giugno 2012
La crisi imperversa e quasi 56 mila famiglie italiane nel 2011 sono state colpite da un provvedimento di sfratto per morosità. Il dato, ancora incompleto, è del ministero degli Interni ed è in lineacon la situazione del 2010. Ma in cinque anni, dal 2006 al 2011, partendo cioè prima della crisi, gli sfratti per morosità sono aumentati del 64% (nel 2006 se ne contavano 33.893 contro i 55.543 del 2011).
La difficoltà ad arrivare a fine mese, e anche ad onorare il canone di affitto, riguarda l’87% dei casi di sfratto che nel 2011, sempre secondo i primi dati ufficiali, sono stati complessivamente pari a 63.846. Solo 832 i provvedimenti di sfratto emessi invece per necessità del locatore; per finita locazione sono stati 7.471. Le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale giudiziario sono state 123.914, mentre gli sfratti eseguiti 28.641.
È la città di Roma a contare il maggior numero degli sfratti per morosità: nel 2011 sono stati emessi 4.678 provvedimenti. Gli sfratti eseguiti nella Capitale con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati 2.343. Tra le altre città spiccano i dati di Torino (2.523 sfratti per morosità), Napoli (1.557 in città e 1.255 nel resto della provincia), Milano (1.115 nel capoluogo ma ben 3.244 nel resto della provincia).
Per i sindacati degli inquilini la situazione è allarmante. L’Unione Inquilini parla di «sofferenza sociale acuta» e prevede che «senza iniziative adeguate di contrasto, ci saranno 250.000 sfratti nei prossimi tre anni» quasi nella totalità (225.000) attribuibili proprio alla morosità.
«L’esplosione clamorosa degli sfratti per morosità, arrivati al 90% del totale, non è elemento peculiare delle grandi aree urbane – spiega Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – ma tracima anche nelle medie città e ancora questo dato del 2011 non segnala i tagli che ci sono stati al fondo statale per gli affitti».
«Si conferma la tendenza di un aumento della morosità – commenta Daniele Barbieri, segretario generale del Sunia – cioè dell’impossibilità di far incrociare le aspettative di offerta con le capacità di reddito delle famiglie, le quali, per forza di cose, spesso accettano impegni che poi sono incapaci di onorare. Ormai il fenomeno della morosità riguarda il 90% degli sfratti e a fronte di questo è stato anche azzerato il fondo sociale per gli affitti. Senza provvedimenti urgenti la situazione si aggraverà».
Per Massimo Petterlin, segretario nazionale del Sicet, «la priorità ora è quella di dare una risposta riconoscendo ai morosi la stessa dignità dei mutuatari in difficoltà. Per questo potrebbero essere utilizzate parte delle risorse destinate al sociale housing». Secondo la Confedilizia, che rappresenta l’altra faccia della medaglia, quella dei proprietari, «si conferma che gli sfratti eseguiti sono sempre in numero limitato rispetto ai provvedimenti di sfratto emessi. Certo è che si fanno sempre più sentire gli effetti della penalizzazione fiscale, e non solo fiscale, dei contratti di locazione».
Fonte:il messaggero.itettaglio nelle imprese operanti su superfici di dimensione ristretta. Ma è stato un aprile ‘nero’ pure per la grande distribuzione, che in termini tendenziali ha segnato una flessione del 4,3%. Basti pensare che hanno ceduto perfino i discount alimentari (-3%), che proprio durante la crisi avevano mostrato una buona tenuta.
Stipendi, chi sale e chi resta fermo. Con riferimento ai principali macrosettori, a maggio le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a maggio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessile, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche e telecomunicazioni (2,7% per entrambi); energia e petroli ed estrazione minerali (2,6% in entrambi i settori). Si registrano, invece, variazioni nulle per l’agricoltura, per il settore degli alimentari bevande e tabacco e per tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Lieve diminuzione per forbice salari-prezzi. A maggio la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4% su anno) e il livello dell’inflazione (+3,2% su base annua) ha fatto registrare una differenza di 1,8 punti percentuali, in lieve diminuzione rispetto ad aprile (1,9 punti).
Confcommercio: “Consumi in picchiata”. “Il netto ridimensionamento delle vendite al dettaglio registrato ad aprile, in parte anticipato dall’indicatore dei consumi di Confcommercio, rappresenta un fatto eccezionale che conferma come la riduzione del reddito disponibile, compresso dall’incremento della pressione fiscale, determini una forte contrazione dei consumi delle famiglie” è il commento dell’ufficio studi di Confcommercio ai dati diffusi dall’Istat.
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