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lunedì 12 dicembre 2011

PROVINCIA RC - Lettera Aperta dell'Assessore Provinciale all'Emigr azione ed all'Immigrazione Gaetano Rao

Ritengo che quanto diffuso a mezzo stampa dall'associazione Rete Radici nei riguardi dell'Ente Provincia, di cui mi onoro essere Assessore provinciale all'Agricoltura con delega anche all'Emigrazione ed Immigrazione, sia ascrivibile al titolo di offese gratuite non corrispondenti alla realtà. Ben vengano pure le critiche purché siano costruttive e non figlie di approcci sinistri e propagandistici con il solo fine di alimentare polemiche e giammai di contribuire a costruire una sana dialettica e confronto che possano produrre risultati positivi per la comunità.
Motivo per cui non intendo cedere alla facile polemica, ma semplicemente fare alcune precisazioni. Non credo possa essere consentito a nessuno di confondere, in malafede, il mio atteggiamento di rispetto dei ruoli e delle competenze delle altre istituzioni con il disinteresse verso la problematica della immigrazione. Non è una mia prerogativa istituzionale quella di garantire l'esistenza di un adeguato livello di attenzione in materia di politiche sociali, il rispetto del diritto all'eguaglianza ed alla corretta integrazione sociale o, ancora com'è logico, che gli immigrati ricevano una adeguata assistenza sociale, sanitaria e siano messi in condizione di abitare ed i loro figli di frequentare le stesse scuole dei nostri e ricevere una adeguata istruzione. Niente di tutto questo. Le mie competenze sono ben altre. Nello stesso tempo non consento a nessuno di confondere, in male fede, il mio disinteresse per le passerelle e la politica parolaia con la disattenzione verso le condizioni di vita degli immigrati a Rosarno. Tutti sanno che io sono un uomo del fare. Che sono un uomo ed un imprenditore agricolo, prima ancora che politico, che non amo la ribalta e che preferisco la sostanza ad una vuota forma fatta solo di belle parole, quasi sempre lì buttate al vento. Una politica parolaia cui, molto spesso, dispiace constatarlo, certo associazionismo non riesce a sottrarsi.
Sin dal mio insediamento ho detto pubblicamente, e lo vado ripetendo ovunque, che il fenomeno della immigrazione va affrontato sui binari dello sviluppo e del rilancio del comparto agricolo ed agrumicolo. Non basta garantire un tetto dove dormire, non basta garantire un pasto caldo, occorre sopratutto consentire all'immigrato di potere lavorare con dignità. Continuare a parlare di solidarietà senza sviluppo significa avere una visone alquanto distorta del fenomeno.
Il Presidente Raffa ha avuto il coraggio di scendere in trincea e istituire la delega all'Immigrazione. E lo ha fatto, molto opportunamente, integrandola con la delega all'Agricoltura ed assegnandola ad un cittadino di Rosarno. Perchè solo il rilancio e lo sviluppo del comparto primario possono contribuire efficacemente al pieno radicarsi della multietnicità nell'intero comprensorio.
Se le aziende agricole ed agrumicole della Piana di Rosarno non sono messe nelle condizioni di competere sui mercati nazionali ed internazionali, se l'impresa agrumicola non è in grado di trasformarsi innovando metodi e prodotti, la domanda di lavoro extracomunitaria non potrà mai essere intercettata. Dunque è dal settore primario che può sgorgare lo sviluppo del territorio e dell'occupazione. In tale logica, nella mia qualità di Assessore all'Agricoltura, sto lavorando alacremente per sbloccare centinaia di migliaia di euro che spettano alle aziende agricole a titolo di risarcimento dei danni da calamità subiti negli anni pregressi, e tra queste moltissime del comprensorio della Piana di Rosarno. Fino al mio insediamento, nessuno parlava di queste risorse che giacevano inutilmente nelle casse della Provincia e che, da qui a breve, potranno essere erogate alle aziende in un momento, peraltro, di grave crisi congiunturale.
Insieme al Sindaco di Rosarno ho avviato, fattivamente, incontri ed interlocuzione con l'Asi di Reggio Calabria e la Regione Calabria, per la concessione del suolo in cui implementare la prima iniziativa nel territorio della nostra provincia di un vero Mercato Contadino, sbocco naturale delle produzioni agricole del comprensorio che non possono rientrare in circuiti di distribuzione più ampi. I tecnici del mio assessorato sono al lavoro per attivare una serie di azioni integrate per lo sviluppo reale delle aziende, della commercializzazione dei prodotti di qualità e quindi dell'occupazione: aggregazione dell'offerta e promozione tramite marchio collettivo per gli agrumi e l'olio, introduzione, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, del nuovo percorso-marchio dell'agricoltura integrata, disciplinari e marchi di qualità per la ristorazione e la distribuzione che utilizzano le produzioni agricole ed agroalimentari locali, accordi ed intese per l'incremento del turismo rurale e dell'agriturismo provinciale. Per non parlare del recupero funzionale dei PIAR che giacevano letteralmente nel dimenticatoio. Sono solo alcune della azioni in fase di avanzata programmazione ed esecuzione, al di fuori dalla platealità e delle teatrali passerelle. Queste sono occasioni di sviluppo agricolo per Rosarno ed il comprensorio, la condizione ineliminabile affinchè lo sforzo che l'intera comunità di Rosarno sta compiendo nella direzione della piena integrazione degli immigrati non risulti vano.
A tal proposito, ritengo sia corretto fare una ulteriore precisazione. Troppo spesso, infatti, nei vari servizi televisivi e reportage che si prefiggono di raccontare le situazioni precarie di vita in cui si trovano costretti molti migranti vengono indebitamente associate a Rosarno delle immagini riferite ad altri comuni limitrofi e altri luoghi della Provincia dove il problema ancora purtroppo persiste in tutta la sua emergenza. Non credo che questo sia giusto né rappresenti realmente la fotografia attuale di questa questione sociale.
Qualcuno pensa che è con la richiesta di convocazione di un consiglio comunale che si possa risolvere il problema. Altri pensano di scaricare maldestramente sull'ente Provincia tutti gli oneri e le inadempienze che, ad onor del vero, sono rintracciabili in altre istituzioni, cui sono assegnate dalla legge in questa materia alcune funzioni e competenze. Io penso, invece, che solo con la cultura del fare e dello sviluppo si possano dare risposte concrete. E la Provincia di Reggio Calabria appunto è impegnata esclusivamente in questa direzione.

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