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giovedì 29 dicembre 2011

Giornalisti Regione Calabria: “posto fisso” senza concorso

REGGIO CALABRIA - Il Sindacato Giornalisti della Calabria e la Federazione Nazionale della Stampa esprimono forti perplessità sul provvedimento collegato alla manovra di finanza della Regione Calabria che, senza concorso o selezione, trasformerebbe in contratti a tempo indeterminato le assunzioni per chiamata diretta dei giornalisti dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale.
Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e componente della Giunta Esecutiva Fnsi, ed il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ricordano, infatti, che il terzo comma dell’articolo 97 della Costituzione della Repubblica Italiana prevede espressamente che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”.
Al centro della vicenda, che ha sollevato profondo sconcerto non solo nella categoria dei giornalisti, il 5° comma dell’articolo 36 del Collegato alla manovra finanziaria, che recita testualmente: «Al comma 1, ultimo capoverso, dell’articolo 5 (modifica dell’articolo 9) della legge regionale 7 ottobre 2011, n. 36, le parole da “Gli incarichi” a “legislatura” sono sostituite dalle seguenti: “I giornalisti in servizio all’Ufficio Stampa della Giunta regionale sono disciplinati secondo i termini e le modalità stabiliti dall’art. 11 della Legge Regionale 8 maggio 1996, n. 8 come modificato dall’art. 10, comma 1, della Legge Regionale 2 marzo 2005, n. 8 per uniformarne il trattamento a quello dei giornalisti addetti all’Ufficio Stampa del Consiglio regionale».
Un provvedimento già all’esame degli Uffici legali del Sindacato Giornalisti della Calabria e della Federazione Nazionale della Stampa, incaricati di valutare la legittimità di una norma regionale che appare in palese contrasto con i dettati costituzionali. Peraltro, allo stato, non si ha evidenza se sia stata o meno avviata ed espletata alcuna procedura selettiva, né se siano state rispettate le norme in materia di stabilizzazione previste dal Governo nella manovra finanziaria n. 296 del 2006.
«Al di là degli aspetti giuridici, – sottolineano Carlo Parisi e Franco Siddi – che saranno oggetto di analisi ed eventuale esame nelle opportune sedi, il provvedimento impone una serie di riflessioni. La prima è relativa ai giornalisti interessati dal provvedimento. Colleghi che, legittimamente, hanno ottenuto su “incarico fiduciario” del presidente della Giunta Regionale un posto di lavoro stabile e ben remunerato. Incarico, appunto, “fiduciario” che, per natura stessa del termine, appare legato al mandato del politico o dell’autorità che lo conferisce, ove il posto assuma valenza pubblica, in assenza di criteri di equa competitività e partecipazione plurima. Guai a mettere, per legge, gli uni contro gli altri: gli occupati “fiduciari” a termine, legati oggi a mandato politico, e i disoccupati. Servono massima trasparenza ed equità, garanzie senza furbizie, occorrono atti che non alimentino dubbi o sentimenti di ingiustizia. Sul piano dei diritti contrattuali, ovviamente, il sindacato dei giornalisti garantisce a occupati, titolari di contratti a termine, disoccupati, uguale consulenza e assistenza. L’iniziativa del sindacato, pertanto, non mette in discussione il diritto al lavoro di chi oggi ce l’ha ed è per la legittima aspirazione a non dipendere dalla scelta o dagli umori del politico di turno.
Nella pubblica amministrazione il diritto al lavoro deve essere garantito a tutti, ma soprattutto a tutti deve essere garantita la possibilità di partecipare a selezioni trasparenti. Quindi, al di là della legittimità del provvedimento, si pone innanzitutto un problema di pari opportunità negate a tutti i giornalisti.
Un rilievo che non riguarda giudizi sulle capacità o qualità professionali dei singoli, ma dalle variegate strade che – senza evidenza, selezione, concorso o avviso di sorta – consentirebbe, di fatto, un potere di scelta al presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, che aveva, invece, pubblicamente assicurato che gli incarichi in questione erano legati al suo mandato.
Un impegno, quello di Scopelliti, che tanti calabresi avevano preso per buono pensando che, finalmente, un giovane presidente avesse anteposto alle logiche clientelari della vecchia politica il rispetto delle pari opportunità lavorative per i tanti giornalisti, disoccupati, sfruttati o malpagati, che non chiedono certo “corsie preferenziali” per essere assunti nella pubblica amministrazione, ma possibilità – garantite solo da concorsi e selezioni pubbliche seri e trasparenti – di dimostrare il proprio valore e, di conseguenza, aspirare legittimamente a conquistarsi un posto di lavoro.
Ora fa un certo effetto – concludono Parisi e Siddi – l’ipotesi di assunzioni a tempo indeterminato, ancora con vecchi e logori sistemi, in un momento nel quale lo stato sociale viene riscritto e ridimensionato senza pietà da un Governo tecnico, sostenuto anche dalla stessa maggioranza politica del presidente della Giunta regionale della Calabria. Così è davvero difficile pretendere di far credere che è finito il tempo del “posto fisso” e che non esistono più “totem” in materia di garanzia e tutela dei diritti dei lavoratori».

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