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lunedì 7 maggio 2012

Juve Campione: quel giorno al S. Nicola di Bari...


La Juve festeggia - (foto tratta da: www.bergamosera.com)
Ricordo quel 14 maggio del 2006 al S. Nicola di Bari. Una lunga trasferta per seguire la Reggina, ormai salva dopo il derby vinto contro il Messina 7 giorni prima, nell'ultimo incontro del campionato 2005-06, in qualità di supporto a un noto giornalista reggino. La Juve, nella tempesta a causa delle rivelazioni su presunti condizionamenti sugli arbitri da parte della Triade bianconera, si giocava lo scudetto. Lo stadio è stato preso d'assalto dai supporter juventini, ma l'atmosfera era surreale. C'era gioia, voglia di festeggiare ma nel cuore la tristezza aveva preso il largo.  Nessuno voleva crederci. I tifosi reggini gridavano "Serie B! Serie B" per ribattere al canto "I campioni dell'Italia siamo noi!". E anche la consegna della coppa dello scudetto, a fine gara, è stata ancor più irrazionale. Quasi un "Ridete finché potete...". Ancora non era chiaro cosa stesse per accadere ma sembrava chiaro che la Juventus avrebbe pagato. Alla fine le avrebbero fatto compagnia Reggina e Fiorentina. A Milan e Lazio han fatto carezze. Quel giorno, nel pre-partita, il giornalista calabrese (notoriamente interista) incontra un giornalista e telecronista Sky e, dopo i convenevoli di rito, gli domanda "Cosa pensi accadrà? La faranno retrocedere questa volta oppure...". E lui, con l'espressione di un bimbo che ha messo le mani nel barattolo della marmellata: "No, no... questa volta come minimo è serie B con penalizzazione ma rischia anche la C...". "E il Milan?", ribatte il primo. Il giornalista Sky, sempre più gongolante, risponde: "sarà penalizzato di qualche punto ma non come la Juve... Lo scudetto andrà all'Inter". Ricordo con disgusto questo momento, ho atteso sei anni per scrivere questo articolo e far "giustizia" di un giornalista che non può e non deve essere così fazioso. Ha gongolato nel vedere la fine della Juve della Triade, una fine che le indagini hanno acclarato come essere stato un tranello ben architettato da Moratti, Tronchetti Provera & Co.
Solo i faziosi, però, potevano affermare che quella Juve, con decine di campioni, rubasse o avesse bisogno di aiutini. Come fazioso si è mostrato, ai miei occhi, Maurizio Compagnoni, il giornalista Sky di cui sopra, che per sua sventura, dopo aver commentato quella sportivamente tragica partita del 14 maggio 2006, ha dovuto ingoiare amaro (immagino) assistendo e commentando a conquista del 30° scudetto bianconero. Da quel dì del 2006, i discorsi sull'inparzialità dei cronisti Sky, la storiella che loro non tifano per nessuno, è andata a farsi benedire. 
Da oggi, grazie ad Antonio Conte, tutti questi personaggi saranno meno "Allegri"... L'Inter è tornata a svolgere il ruolo che le compete e che solo "Interopoli" poteva sovvertire, ovvero di quella che arriva a 23 punti dallo scudetto e che, per salvare la stagione, punta a una miracolosa quanto acrobatica qualificazione in Champions. Il Milan, tra i soliti lamenti, torna a mangiar la polvere bianconera.
Adesso la Juve è tornata dopo un anno all'Inferno e cinque in Purgatorio. L'ha fatto senza gli 11 rigori a favore concessi al Milan (assieme a una serie di sviste favorevoli ai rossoneri, al netto del gol di Muntari e del fuorigioco chiamato a ibrahimovic contro il Bologna), senza fuoriclasse da 30 gol in attacco, senza una rosa da 33 giocatori, almeno una dozzina dei quali da considerare top-player. L'ha fatto arrangiandosi con 15-16 calciatori che hanno sputato l'anima in campo, giocando magnificamente e conquistando lo scudetto dopo 37 giornate senza sconfitte. Onore e merito a tutta la rosa, lo staff tecnico, la società, per un successo che non restituisce il maltolto (c'é sempre tempo...) ma che dimostra come la Juventus sia più forte dell'invidia e di qualunque macchinazione e che come l'araba Fenice è risorta dalle ceneri ed è finalmente tornata a volare in alto. Con buona pace di Maurizio Compagnoni e degli altri gufi.

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