Una corda cala dal cielo e due esploratori, con magnifiche evoluzioni, arrivano su un pianeta sconosciuto. Sembrano umanoidi provenienti da un futuro chissà se vicino, con le loro tute verdi e i corpi perfetti , ma sono solamente i performer della compagnia Kataklò che raccontano una storia fantastica dove a farla da padrone sono le “Love machines”. Perché è proprio questo il titolo dello spettacolo andato in scena sul palco del Teatro Cilea di Reggio Calabria. Quello dei due esploratori è un viaggio all’interno di un luogo misterioso che li porterà a conoscere un popolo di corpi e macchine vive e capaci d’amore, che abitano strane strutture inclinate e che li conducono oltre le loro conoscenze. Accompagnati da musiche ora psichedeliche, ora new age, passando per la tribe e la classica, i protagonisti di questa storia sono sconvolti dall’incontro. Paura, curiosità e emotività sono il condimento di questo spettacolo. I muscoli degli otto artisti sono tesi, elastici, esplosivi ma anche molto poetici nel loro sprigionare l’essenza fisica della natura umana, guidata inevitabilmente dalle emozioni. Il mondo di “Love Machines” coinvolge i due umani e li contagia, rivelando loro una forma di esistenza nuova e appassionata. Le evoluzioni dei performer sono veloci, precise e articolate, aiutate dalla presenza delle macchine che permettono loro movimenti e coreografie coinvolgenti. Il finale è un triste addio dei due umani, che partono alla ricerca di nuove scoperte e nuovi equilibri. Il punto focale di tutto lo show è il cuore, sono i sentimenti, che al di là delle differenze, rendono simili tutte le creature, anche se provenienti da mondi lontani.
Lo spettacolo ha incontrato il gradimento del pubblico reggino che ha salutato i ballerini-acrobati con scroscianti applausi. Unici nei sono da ricercare forse nella monotonia delle evoluzioni proposte e nella brevità dello spettacolo stesso, forse proposto in versione ridotta.
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