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martedì 11 gennaio 2011

Last news Calabria


LAVORO: OPERAI LICENZIATI PROTESTANO SU TETTO AZIENDA GIOIA TAURO (AGI) - Gioia Tauro (Reggio Calabria), 11 gen. - Tre operai della Zen Yacht, azienda che opera all'interno dell'area portuale di Gioia Tauro, sono sul tetto del capannone da stamane per protestare contro il licenziamento. Secondo quanto si e' appreso, questa mattina i 4 lavoratori avrebbero ricevuto una lettera con il preavviso di licenziamento. La Zen e' una societa' che produce imbarcazioni di lusso. Nel 2009 era entrata in conflitto con l'Autorita' portuale che non le aveva concesso la possibilita' di gestire un piccolo specchio d'acqua sul quale poter lavorare e varare le imbarcazioni in costruzione.

LAVORO: CISL, IN CALABRIA PRESSIONE FISCO FRA PIU' ALTE ITALIA (AGI) - Catanzaro, 11 gen. - "In Calabria si registra un pressione fiscale fra le piu' alte d'Italia, perche' alla tassazione nazionale si aggiungono i livelli territoriali: dalla Regione, fino alle Province e ai Comuni. Questi ultimi, a causa del continuo taglio dei trasferimenti, sono costretti ad incrementare il costo dei servizi o a ridurre l'area delle esenzioni. Il risultato e' che la Calabria, oggi, sopporta un peso fiscale secondo solo a quello del Piemonte, con la differenza che i servizi offerti ai calabresi sono inferiori quantitativamente e qualitativamente". In una conversazione con l'Agi, il segretario della Cisl Calabria, Paolo Tramonti, respinge la tesi che vede un Nord tartassato dal fisco e un Sud evasore. "I fatti", dice Tramonti, "non confermano questa tesi, considerato anche il divario infrastrutturale fra Sud e Nord. Ma e' pur vero che occorrono politiche regionali capaci di mettere a frutto le risorse disponibili. Insieme con il lavoro, la sanita', le misure di sostegno alle famiglie e il rilancio del tessuto economico e produttivo, il fisco e' uno dei cinque punti che chiediamo alla Giunta regionale di affrontare". Gli indicatori parlano di una Calabria sempre piu' sofferente. "Nel 2009", spiega il segretario della Cisl, "la Calabria ha perso 23.000 posti di lavoro e e' aumentata la cassa integrazione, specialmente quella in deroga. Ci sono quindi serie preoccupazioni sul futuro di questa regione, perche' al dato della disoccupazione si affianca quello relativo al precariato". E' un vero e proprio esercito quello dei precari calabresi, un esercito di lavoratori con contratti a termine, appeso alla speranza del rinnovo. In primo luogo Lsu-Lpu. Secondo i calcoli della Cisl sono circa 5.400 unita'. A questi si aggiungono altri 3.100 lavoratori precari con diverse tipologie di contratto nella pubblica amministrazione; circa 1.550 precari della sanita' e 1.200 dipendenti delle cooperative impegnate nel servizo di pulizia delle scuole. "Occorre", prosegue Tramonti, "l'avvio di un tavolo di confronto sulla Calabria a livello nazionale, cosi' com'e' stato fatto per la Campania e la Sicilia, dove sono stati attuati interventi mirati con il contributo del governo ai fini del prosieguo delle attivita'. La Regione deve aprire un canale di confronto con il governo centrale su questo punto specifico. C'e' bisogno di un piano pluriennale per l'occupazione, che da soli gli enti locali non possono garantire". La Giunta regionale presieduta da Giuseppe Scopelliti e', dunque, l'interlocutore principale dei sindacati calabresi. "L'iniziativa della Giunta, che ha varato un piano stralcio sull'occcupazione investendo 150 milioni di euro", afferma Tramonti, "e' senza dubbio positiva, ma parziale. Dal numero delle domande pervenute alla Regione -circa 6000- emerge che l'iniziativa va potenziata. Chiediamo il rifinanziamento del piano, utilizzando anche fondi comunitari. Le quattro linee di intervento messe in campo", insiste Tramonti, "possono essere integrate con i fondi del Por 2007-2013". A uno sforzo maggiore la Cisl calabrese chiede anche ai grandi gruppi a partecipazione statale: "Enel, Telecom Trenitalia, Rai, Poste saltano a pie' pari la Calabria nei loro piani di investimento. Occorre invece mobilitarle per rendere piu' attrattivo il territorio calabrese. Servono scelte innovative, come l'avvio dei distretti industriali. Che sono nelle altre regioni una realta', mentre la Calabria resta ancorata alle vecchie Asi". La Cisl chiama in causa anche il sistema universitario calabrese. La regione vanta tre atenei, quello di Catanzaro, quello di Cosenza e quello di Reggio. "Purtroppo, pero'", spiega Tramonti, "non e' sufficiente il collegamento con il sistema produttivo; per cui, nel solo 2009, 7.200 giovani hanno lasciato la Calabria per cercare lavoro altrove. Il sistema universitario negli ulti anni e' senza dubbio cresciuto, ma occorre che esso diventi piu' incisivo sul mercato del lavoro". Infine la questione Gioia Tauro. "Il porto di Gioia Tauro", conclude il numero uno della Cisl Calabria, "e' fra i due-tre punti di forza della regione. Ha potenzialita' enormi. L'area euromediterranea assorbe la maggior parte dell'attivita' di transhipment e Gioia Tauro ha la posizione ideale per assorbirla. Ma occorrono misure che ne rendano piu' competitivo il contesto, dall'abbattimento dei costi d'ancoraggio alle infrastrutture e ai servizi".

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