“Cominciano
ad intravedersi spiragli nella vertenza riguardante l’Istituto di detenzione
attenuata “Luigi Daga” di Laureana di Borrello. A seguito della Mozione di cui
sono stato proponente, e cofirmatario, approvata dal Consiglio regionale nella
seduta del 9 ottobre 2012, che sollecitava un intervento del Presidente
dell’Assemblea, dopo che lo stesso si è immediatamente attivato, c’è oggi la
risposta del Vice Capo Vicario del Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria del Ministero della Giustizia”.
E’
quanto ha osservato il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni
Nucera, alla notizia della risposta data dal Ministero al massimo
rappresentante dell’Assemblea legislativa calabrese, nella quale si ribadisce
la ‘temporaneità’ della chiusura, decisa, viene precisato, ‘per far fronte ad
esigenze urgenti del sistema penitenziario regionale”.
“E’
un primo importante risultato – argomenta il Segretario Questore del Consiglio
regionale – che premia la nostra mobilitazione politica ed istituzionale per
difendere un presidio di legalità e di recupero di elevata ed indubbia qualità.
Mi fa piacere inoltre sapere – prosegue l’on. Nucera – della disponibilità manifestata
dai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, a studiare
possibili soluzioni finalizzate, appunto, alla riapertura dell’Istituto
Sperimentale “Luigi Daga” di Laureana di Borrello, e ad una migliore distribuzione
delle risorse umane nell’intero territorio calabrese, con particolare riguardo
alle sedi su cui gravano maggiormente i maxiprocessi”.
“E’
un segnale di attenzione - argomenta
l’on. Giovanni Nucera - verso le tante battaglie che abbiamo condotto in questi
anni, sottolineando e diffondendo le difficoltà in cui versa il sistema
carcerario calabrese, con la carenza di personale della Polizia Penitenziaria
nelle carceri e per il trasferimento dei detenuti; il sovraffollamento dei
nostri penitenziari, ormai colmi oltre ogni limite che si è ancorpiù aggravato
con lo svuotamento, peraltro improvviso e fuor di logica, del carcere di
Laureana di Borrello”.
“Chi lavora dentro le carceri ha il diritto – conclude l’on. Nucera – di
operare in condizioni di sicurezza, e di tutti gli strumenti ambientali e
professionali per svolgere al meglio le proprie funzioni. Chi è detenuto,
perché chiamato ad espiare il proprio debito con la giustizia, deve avere il
diritto ad una detenzione dignitosa, e a percorsi di recupero sociale e
professionale, che lo aiutino ad uscire dal tunnel della delinquenza. Per
questo il nostro impegno è soprattutto destinato al rispetto di questi principi
basilari, che sono i principi sui quali fonda il nostro Stato democratico. Fare
altrimenti significa favorire una barbarie che non ci appartiene”.
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