REGGIO CALABRIA:Ieri, presso il palazzo della Provincia di Reggio Calabria, si è svolto un interessante convegno dal tema: "Scenari di diritto sovranazionale e processo penale " . All'incontro, hanno preso attivamente parte ai lavori, oltre al presidente della Camera penale di Reggio Calabria, Avv. Carlo Morace, il Procuratore Dott. Piero Gaeta, l'Avv. Armando Veneto il Prof. Alberto Panuccio e il Procuratore Alberto Cisterna. Obiettivo del convegno, evidenziare le discrasie esistenti in ambito sostanziale e processuale tra sistema giuridico nazionale e sistemi europei. Il divario, si è sostenuto unanimemente, non permette di perseguire un'azione di contrasto alla criminalità efficace in tutti i Paesi dell'Unione. Ciò trova essenzialmente le sue radici nelle difficoltà ancor oggi incontrate dai Giudici nazionali di realizzare con gli strumenti a disposizione, un contemperamento tra norme di diritto interno e norme di diritto comunitario, prime fra tutte quelle sancite dal trattato CEDU. Fulcro del problema è sicuramente rappresentato dall'art. 117 Cost., così come sottolineato dal Dott. Gaeta, che stabilisce al comma primo che : "La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali". Un dovere, questo che impone ai giudici nazionali di dare applicazione nel diritto interno alle norme sovranazionali, purchè non contrastanti con i principi costituzionali. E' a questo punto, difatti, prosegue il magistrato, che scatta l'obbligo di sollevare questione di leghittimità costituzionale nel caso di contrasto con una norma interna, non possedendo, il Giudice nazionale potere di disapplicazione giusta in virtù della norma citata.
Nota critica da parte dell'Avv. Veneto, a conclusione del suo brillante intervento che ha toccato il tema del diritto sovranazionale di difesa, che incita al rispetto per la categoria dei magistrati alla luce delle ben note vicende politiche attuali, purchè non si costituiscano in un clan.
Ha chiuso i lavori, il Procuratore della DNA Dott. Cisterna, che perfettamente in linea con quanto detto in ordine alla mancanza di uniformità tra gli ordinamenti nazionali europei, ha esaminato l'istituto della confisca dei beni nell'ambito dei delitti di associazione mafiosa, soffermandosi criticamente su quella "per equivalente" che, a detta dello stesso, vanificherebbe la ratio dell'istituto andando a colpire beni diversi e per l'equivalente rispetto a quelli provenienti da delitto. Un'occasione è stata questa, ha concluso l'avv. Morace per fare il punto della situazione sul tema del necessario ed emergenziale contemperamento tra ordinamenti degli Stati Europei in vista, si auspica, della nascita di un modello ordinamentale unico europeo che garantisca più difese per chi subisce un'offesa e, anche, per chi la commette.
Germana Santagati
Germana Santagati
Ecco l'intervista al Dott. Piero Gaeta:
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