Visita il nuovo sito Italia Inchieste

E' ONLINE IL NOSTRO NUOVO SITO ITALIA INCHIESTE (http://italiainchieste.it/) CON PIU' NOTIZIE, PIU' SPAZIO PER I LETTORI, PIU' INTERATTIVITA', VIDEO E NOVITA'... VI ASPETTIAMO!!!

martedì 8 marzo 2011

Donne in bilico: Sakineh Mohammadi Ashtiani

La sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani rimane nelle mani di un sistema giudiziario arbitrario e difettoso, che ha commesso diversi errori fin dall'apertura del caso. La disperata situazione di Sakineh ha dato vita a una mobilitazione delle persone in tutto il mondo, mentre le autorità hanno reso una serie di dichiarazioni con il chiaro intento di creare confusione intorno alla situazione giuridica di Sakineh Mohammadi Ashtiani. 
Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata arrestata nel 2005, in seguito all'omicidio del marito Ebrahim Qaderzadeh.  Nonostante sia stata accusata inizialmente di omicidio, i suoi figli non avevano dato seguito ad azioni legali contro di lei, come è loro diritto secondo l'articolo 205 del codice penale. Invece, è stata accusata per la sua presunta partecipazione nell'omicidio e condannata a 10 anni di prigione, il massimo della pena. Nel 2009 una revisione della condanna ha portato alla sua commutazione per omicidio  in "complicità" nell'omicidio; la pena è stata pertanto ridotta a cinque anni, anche in questo caso il massimo previsto.
Nel maggio 2006,  Sakineh era stata accusata di avere avuto "relazioni illecite" con due uomini ed è stata condannata a 99 frustate, inflitte in presenza del figlio Sajjad. Nonostante questa nuova pena, Sakineh è stata accusata anche per "adulterio durante il matrimonio" e il 10 settembre 2006 è stata condannata a morte tramite lapidazione. La condanna è stata confermata dalla Corte suprema nel maggio del 2007. In seguito la Commissione per l'amnistia e la clemenza ha respinto due volte le sue richieste di clemenza.
Nel giugno 2010, l'avvocato per i diritti umani Mohammad Mostafaei, molto conosciuto e, allora, uno dei legali di Sakineh, ha ricordato al mondo in un blog che la donna potrebbe essere lapidata in ogni momento. Il suo caso ha suscitato grande clamore e forti condanne, soprattutto all'estero.
I l 10 luglio, l' avvocato di Sakineh, Javid Houtan Kiyan, ha chiesto una revisione giudiziaria del suo caso alla Corte suprema.
L'11 agosto e il 15 settembre 2010, Sakineh è apparsa in alcune "interviste" televisive. Nella prima, "confessava" di avere avuto contatti telefonici con l'uomo che in seguito è stato condannato per l'omicidio del marito. Dichiarava che era a conoscenza dei suoi piani per ucciderlo, ma che non lo aveva preso sul serio. Nella seconda, la donna negava di essere stata costretta a fare la prima "intervista" e smentiva le voci secondo cui sarebbe stata fustigata una seconda volta.
Il  29 agosto 2010, una dichiarazione dell'Alto consiglio per i diritti umani della magistratura dell'Iran (Hchr) ha confermato che Sakineh era stata condannata in prima istanza a 10 anni per omicidio (l'Hchr non ha confermato, tuttavia, la successiva riduzione di pena) e alla lapidazione per adulterio. L'8 settembre, un portavoce del governo ha annunciato che la condanna alla lapidazione di Sakineh era stata "fermata" ma ha aggiunto anche che "è in corso il processo a suo carico per omicidio". Ciò contraddice il documento della Corte suprema visionato da Amnesty International e le informazioni fornite dal suo avvocato, che rendono evidente che Sakineh sia stata già condannata in relazione alla morte del marito e abbia già scontato la pena.
Il 19 settembre, durante un'intervista a un canale televisivo americano, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha negato che Sakineh sia mai stata condannata alla lapidazione, nonostante ci siano prove documentate del contrario.
Il 27 settembre, il Procuratore di stato Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha dichiarato che se Sakineh fosse condannata a morte per omicidio, questa sentenza avrebbe la "precedenza" sulla condanna per adulterio. Tuttavia, secondo la legge iraniana, l'attuazione della pena di morte per omicidio è a discrezione dei familiari della vittima e, secondo i documenti del tribunale, i familiari avrebbero già rinunciato al diritto di chiedere risarcimento. L'altro presunto omicida è già stato perdonato dai familiari.
Sin dalla prima apparizione televisiva nell'agosto 2010, a Sakineh sono state negate le visite dei figli e dell'avvocato. La donna si trova nel braccio della morte della prigione centrale di Tabriz, in balia delle autorità.

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi commentare questa notizia.