Monsignor Morosini: “Polsi non è
‘ndrangheta”. Alla vigilia delle celebrazioni della festa della Madonna di
Polsi, “Calabria on web”, il magazine del Consiglio regionale della Calabria di
notizie e commenti (www.calabriaonweb.it) pubblica una video – intervista al
vescovo di Locri – Gerace monsignor Giuseppe Fiorini Morosini e il suo appello
ai fedeli e ai calabresi.
“Calabria on web” seguirà in streaming i momenti
salienti delle celebrazioni della Madonna di Polsi a partire dal pomeriggio di
giorno 1 settembre e fino alla loro conclusione, con un servizio curato da
Riccardo Tripepi. Spazzare
via dall’immaginario collettivo l’abbinamento tra Polsi e la ‘ndrangheta. A
pochi giorni dalla festa della Madonna, che richiamerà migliaia di fedeli al
santuario posto in cima all’Aspromonte, il vescovo di Locri-Gerace monsignor
Giuseppe Fiorini Morosini, lancia un accorato appello per rendere giustizia a
quella che definisce una celebrazione che ha “una dimensione religiosa profonda
e autenticamente popolare”. Il vescovo Morosini, innovatore a tutto tondo, ha
scelto internet e “Calabria on web” per spiegare il senso più vero di una festa
antica che richiama sulla montagna più discussa, impervia e bella della regione
una folla di pellegrini che, fin dal mese di giugno, affrontano tantissimi
sacrifici per offrire il proprio omaggio e la propria testimonianza di fede
alla Madonna. Il vescovo ripercorre le origini della festa, i vari momenti
delle celebrazioni che avranno inizio il prossimo 1 e 2 settembre con la festa
della Madonna e si concluderanno giorno 14 con la giornata dedicata alla Croce,
il momento più alto e sentito dalla gente. Da due anni a questa parte, proprio Morosini
ha chiesto che la Croce, nel giorno della sua celebrazione, sia affidata ai
ragazzi di San Luca. “Spesso – spiega il vescovo di Locri - Gerace in un
passaggio dell’intervista rilasciata al magazine del Consiglio regionale - il
Paese di San Luca è presentato come paese del male. E allora ho chiesto ai suoi
giovani di prendere la croce di Polsi che è segno di vita e di rinnovamento e
portarla come espressione della loro fede e della volontà di riscatto”.
Un gesto altamente simbolico che è segno dello spirito con il quale la festa sarà vissuta e che Morosini riprenderà con forza anche nel discorso ai fedeli durante la celebrazione eucaristica del mattino del 2 settembre. L’obiettivo è far restare fuori dal santuario tutto ciò che non ha nulla a che vedere con la fede autentica dei pellegrini e che spesso ha offuscato il senso delle celebrazioni di Polsi. In tanti, ancora oggi, arrivando a Polsi vogliono sapere quali siano i locali del santuario dedicati alle riunioni della ‘ndrangheta per le quali la festa è stata tristemente conosciuta negli scorsi anni. Un accostamento blasfemo e inaccettabile contro il quale il vescovo di Locri-Gerace si scaglia con forza chiedendo il sostegno dei fedeli e dei calabresi tutti. “Contribuite anche voi – dice ancora Morosini – a ridare al santuario di Polsi la dimensione di luogo di fede e a far dimenticare l’indegno abbinamento tra Polsi e ‘ndrangheta. La tradizione e la fede di Polsi hanno centinaia d’anni, molti di più di quelli della ‘ndrangheta ed è questa fede dobbiamo incontrare e raccontare. Polsi non è ndrangheta, ma fede semplice e popolare”.
Un gesto altamente simbolico che è segno dello spirito con il quale la festa sarà vissuta e che Morosini riprenderà con forza anche nel discorso ai fedeli durante la celebrazione eucaristica del mattino del 2 settembre. L’obiettivo è far restare fuori dal santuario tutto ciò che non ha nulla a che vedere con la fede autentica dei pellegrini e che spesso ha offuscato il senso delle celebrazioni di Polsi. In tanti, ancora oggi, arrivando a Polsi vogliono sapere quali siano i locali del santuario dedicati alle riunioni della ‘ndrangheta per le quali la festa è stata tristemente conosciuta negli scorsi anni. Un accostamento blasfemo e inaccettabile contro il quale il vescovo di Locri-Gerace si scaglia con forza chiedendo il sostegno dei fedeli e dei calabresi tutti. “Contribuite anche voi – dice ancora Morosini – a ridare al santuario di Polsi la dimensione di luogo di fede e a far dimenticare l’indegno abbinamento tra Polsi e ‘ndrangheta. La tradizione e la fede di Polsi hanno centinaia d’anni, molti di più di quelli della ‘ndrangheta ed è questa fede dobbiamo incontrare e raccontare. Polsi non è ndrangheta, ma fede semplice e popolare”.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.