Proprio per questo il grande De Seta, il "cineasta-agricoltore", di origini siciliane ma d'adozione calabrese, per un giorno aveva lasciato il suo "buen retiro" di Sellia Marina, per commentare, quale ospite d'onore di Legambiente la proiezione di due suoi documentari che raccontano per immagini il rapporto della Calabria con l'ambiente. «Un antropologo che si esprime con la voce di un poeta» lo ha definito con grande efficacia un altro grande del cinema mondiale, Martin Scorsese, nel giudizio unanime di chi l'ha conosciuto, un uomo sensibile, colto, coerente e lontano dai compromessi. Anche per questo, nel momento della tristezza Legambiente ha l'orgoglio di aver assegnato al maestro De Seta l'ultimo omaggio della sua significativa carriera. Un piccolo premio quello di CAraLABRIA dal grande significato simbolico, reso particolare dalla presenza di tanta gente, soprattutto giovani e ragazzi entusiasti.
Nuccio Barillà della direzione nazionale di Legambiente sottolinea come "a motivazione di quel premio c'è tutto il senso e l'attualità del richiamo a un agire individuale e collettivo improntato ai valori che il regista ha incarnato. Egli, attraverso i suoi documentari, ha saputo cogliere, con il suo sguardo profondo, intenso, rispettoso, quasi religioso, l'anima dei calabresi dando voce a protagonisti troppo spesso senza voce: pescatori, contadini, operai, donne del popolo. In un incrocio tra antico e moderno, tra natura e uomo, modernità e senso dei luoghi. Ha saputo in sostanza raccontare l'ambiente vero della Calabria e l'umanità profonda dei calabresi, rappresentando il tipo di ambientalismo sociale che Legambiente vuole promuovere. La sua è stata una critica dolce, ma allo stesso tempo spietata, del consumismo corrosivo e ci ha aiutato a riscoprire il senso più profondo di cosa siamo, cosa abbiamo di ricchezza non percepita e cosa dobbiamo volere in quanto calabresi, lasciando da parte quello che ormai si è rivelato come un modello devastante ma anche la vuota retorica propagandistica senza costrutto e senza progetto".
Le ultime parole del maestro Vittorio De Seta restano scolpite nella mente degli ambientalisti come una sorta di epitaffio che è una bussola per il futuro: "Tutto il Sud è stato rimosso, dopo l'Unità sono state adottate tecniche di guerra civile: trentamila morti in dieci anni di lotta al brigantaggio. Questo lutto non è stato elaborato mai. Siamo stati colonizzati, considerati inferiori. Questa matrice non è mai stata estirpata. Ma sono ottimista, perché vedo che anche se i calabresi espatriano, anche se c'è un'altra Calabria all'estero fatta di due milioni di persone, poi ritornano, mantengono un legame forte e soprattutto conservano una cultura che è fatta di valori, di dignità di solidarietà, cose che al Nord stanno scomparendo. Guardando al futuro io credo che sia questo il nostro capitale. Dobbiamo solo riacquistare il senso della nostra identità, capire chi siamo, rivalutarci rispetto alle denigrazioni che sono state sempre fatte in questi 150 ani di unità. Occorre però che i calabresi vengano aiutati a liberarsi da questo complesso d'inferiorità terribile che si portano addosso. Sono certo, alla fine saremo liberati".
"Nel salutare e rinnovare l'omaggio di Legambiente tutta al Maestro De Seta - conclude Nuccio Barillà - ricordiamo l'impegno che avevamo preso, insieme a lui, di promuovere una giornata sulla cultura dell'ambiente e del territorio dal titolo "La bellezza salverà la Calabria?". L'organizzeremo ugualmente, nel suo ricordo, coinvolgendo tutti coloro che l'hanno conosciuto e apprezzato".
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