Inflazione in rialzo ad agosto: 2,8%. Prezzi ai massimi dal 2008 e disoccupazione stabile all’8%
1 settembre 2011
L’inflazione ad agosto raggiunge il 2,8% dal 2,7% di luglio, toccando il valore più alto da ottobre 2008. Lo rilevano le stime preliminari dell’Istat, sottolineando che i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% rispetto a luglio. A trainare l’inflazione il +0,9% mensile e il +15,5% su anno dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (carburanti e gasolio da riscaldamento, con il prezzo della benzina +1,1% congiunturale e +16% tendenziale) e dei servizi relativi ai trasporti: +2,5% su mese e +5,7% tendenziale.
Oltre ai carburanti un impatto significativo deriva anche dal rialzo congiunturale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,5%). Per contro, il principale effetto di contenimento, si deve alla diminuzione congiunturale dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (-0,4%). Sulla base delle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile e del 2,2% su base annua, con un’accelerazione di un decimo di punto percentuale rispetto a luglio 2011 (+2,1%).
Sempre a luglio l’Istat ha diffuso i dati provvisori sulla disoccupazione; attestata all’8% con oltre 2 milioni (2.009mila) di disoccupati in aumento dello 0,3% rispetto a giugno.
Oltre ai carburanti un impatto significativo deriva anche dal rialzo congiunturale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,5%). Per contro, il principale effetto di contenimento, si deve alla diminuzione congiunturale dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (-0,4%). Sulla base delle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile e del 2,2% su base annua, con un’accelerazione di un decimo di punto percentuale rispetto a luglio 2011 (+2,1%).
Sempre a luglio l’Istat ha diffuso i dati provvisori sulla disoccupazione; attestata all’8% con oltre 2 milioni (2.009mila) di disoccupati in aumento dello 0,3% rispetto a giugno.
Salta l’accordo sulle pensioni. Rispuntano aumento Iva e contributo solidarietà
31 agosto 2011
Alla fine, dopo le proteste piovute sul governo da opposizione, sindacati, associazioni, società civile e anche da ambienti della stessa maggioranza, la stretta sulle pensioni è saltata. Via la stretta sul riscatto degli anni della laurea e del servizio militare, mentre si torna a parlare di aumento dell’Iva e di contributo di solidarietà.
La misura – che era il principale frutto del vertice di oltre 7 ore ad Arcore, lunedì scorso – è stata bocciata ufficialmente in mattinata, dopo un incontro tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il collega della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e i tecnici del Ministero dell’Economia. All’incontro non era presente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che è stato interpellato solo telefonicamente.
Secondo da fonti del centrodestra, il provvedimento sarebbe caduto per dubbi sulla sua costituzionalità Ma è stato in particolare il pressing del Carroccio a provocare lo stralcio.
La perdita del gettito di circa 1,5 miliardi (500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014) derivante dalla non adozione della norma sulle pensioni – hanno affermato fonti della maggioranza secondo quanto riportato dall’ Ansa – verrà compensata da un’aumento della lotta all’evasione fiscale, con provvedimenti già allo studio. E che dovrebbero prevedere un inasprimento delle norme ed un coinvolgimento dei Comuni.
La misura – che era il principale frutto del vertice di oltre 7 ore ad Arcore, lunedì scorso – è stata bocciata ufficialmente in mattinata, dopo un incontro tra il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il collega della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e i tecnici del Ministero dell’Economia. All’incontro non era presente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che è stato interpellato solo telefonicamente.
Secondo da fonti del centrodestra, il provvedimento sarebbe caduto per dubbi sulla sua costituzionalità Ma è stato in particolare il pressing del Carroccio a provocare lo stralcio.
La perdita del gettito di circa 1,5 miliardi (500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014) derivante dalla non adozione della norma sulle pensioni – hanno affermato fonti della maggioranza secondo quanto riportato dall’ Ansa – verrà compensata da un’aumento della lotta all’evasione fiscale, con provvedimenti già allo studio. E che dovrebbero prevedere un inasprimento delle norme ed un coinvolgimento dei Comuni.
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