al downgrade del rating degli Usa da parte dell’agenzia Standard & Poor’s.
Il Dax di Francoforte cede il 5,02%, il Cac40 di Parigi scivola del 4,68%, l’Ftse 100 di Londra lascia sul terreno il 3,39%. Ribassi relativamente minori per Milano e Madrid sulla scia della disponibilità della Bce ad acquistare titoli di stato:
l’indice Ftse Mib segna -2,35% punti e l’Ibex arretra del 2,44%. Tonfo ad Atene, con l’Ase in ribasso del 5,84%. Nel Vecchio Continente sono stati bruciati 197 miliardi di euro.
Altalena a Milano, poi il tonfo Piazza Affari fallisce il rimbalzo e chiude in calo la prima seduta dopo l’annuncio che la Banca centrale europea comprerà i titoli di Stato italiani sul mercato secondario. Il Ftse Mib ha segnato un -2,35%% a 15.639 punti, mentre l’All Share ha ceduto il 2,43%.
La seduta, caratterizzata, ancora una volta, da un’altissima volalità, si è aperta con un rally che ha
portato gli indici a guadagnare oltre il 4%, a pochi minuti dall’avvio in lieve calo, spinti dall’ottimo andamento del comparto bancario. Ma le notizie rassicuranti provenienti sia da New York e che da Bruxelles, con il G7 e la Commissione europea che hanno espresso giudizi positivi riguardo alle
misure decise dal governo italiano, hanno galvanizzato per poco
Piazza Affari. Il listino milanese ha azzerato i guadagni a circa due ore dall’apertura e oscillato fino ad assestarsi intorno alla parità mentre si avvicinava al giro di boa di
metà seduta. Per poi estendere le perdite con l’avvicinarsi
dell’apertura di Wall Street e toccare i minimi di giornata (-3%) quando mancava mezz’ora alla chiusura. Piccolo recupero negli ultimi trenta minuti di contrattazione, seguiti da
vendite sostenute sul filo della chiusura.
Sul paniere principale milanese, seduta altalenante per i bancari che chiudono contrastati. In netto calo i petroliferi, gli industriali; in picchiata Pirelli e i titoli della galassia
Agnelli.
Male industriali e petroliferi Seduta altalenante per i bancari, in avvio, galvanizzati dalla decisione delle Bce; a due velocità, in chiusura. Banco popolare (+1,84%), Bpm (+1,59%), Unicredit (+0,38%), Intesa sp (-0,15%), Mps (-0,22%) Mediobanca (-1,24%) e Ubi a picco (-4,38%).
Male risparmio gestito, con Azimut -5,97% e Mediolanum -4,91%, e assicurativi, con Fonsai -3,79% e Generali -1,38%.
Tra gli energetici, ok Enel (+0,33%), anche se lontano dai massimi di giornata, giù Eni (-2,32%); pesanti i petroliferi con Saipem (-8,12%) e Tenaris (-7,85).
Apicco Pirelli (-10,36%), più volte sospesa in asta di volatilità, e tutti i titoli della galassia Agnelli con il
Lingotto che risente delle previsioni deludenti di Bofa Merrill Lynch sulle vendite di veicoli in Europa e Nordamerica nel secondo semestre 2011. Fiat industrial, maglia nera del listino principale, ha ceduto il 10,48%, Fiat il 9,64%, Exor il 6,76%.
Vendite sostenute anche per Prysmian (-7,14%) e Tod’s (8,80%). Telecom chiude in lieve rialzo (+0,41%).
Ue: fiducia nelle misure italiane Il presidente della Ue, Herman van Rompuy, accoglie con favore “le decisioni prese dall’Italia e dalla Spagna per rafforzare la disciplina fiscale e la crescita, che contribuiranno alla stabilità della zona euro”. Anche la Commissione Ue è fiduciosa che le misure italiane siano una mossa adeguata a rassicurare i mercati e a riportare stabilità. Il portavoce dell’esecutivo Ue, Olivier Bailly, ribadisce che né Italia né Spagna avranno bisogno di ricorrere al salvataggio europeo. “Non vediamo alcun bisogno di piani di salvataggio per Italia e Spagna”, ha detto il portavoce, spiegando come la Commissione Ue abbia “fiducia” nelle misure prese dal governo di Roma: “Crediamo siano abbastanza per rassicurare i mercati e riportare la stabilità finanziaria”.
Il Dax di Francoforte cede il 5,02%, il Cac40 di Parigi scivola del 4,68%, l’Ftse 100 di Londra lascia sul terreno il 3,39%. Ribassi relativamente minori per Milano e Madrid sulla scia della disponibilità della Bce ad acquistare titoli di stato:
l’indice Ftse Mib segna -2,35% punti e l’Ibex arretra del 2,44%. Tonfo ad Atene, con l’Ase in ribasso del 5,84%. Nel Vecchio Continente sono stati bruciati 197 miliardi di euro.
Altalena a Milano, poi il tonfo Piazza Affari fallisce il rimbalzo e chiude in calo la prima seduta dopo l’annuncio che la Banca centrale europea comprerà i titoli di Stato italiani sul mercato secondario. Il Ftse Mib ha segnato un -2,35%% a 15.639 punti, mentre l’All Share ha ceduto il 2,43%.
La seduta, caratterizzata, ancora una volta, da un’altissima volalità, si è aperta con un rally che ha
portato gli indici a guadagnare oltre il 4%, a pochi minuti dall’avvio in lieve calo, spinti dall’ottimo andamento del comparto bancario. Ma le notizie rassicuranti provenienti sia da New York e che da Bruxelles, con il G7 e la Commissione europea che hanno espresso giudizi positivi riguardo alle
misure decise dal governo italiano, hanno galvanizzato per poco
Piazza Affari. Il listino milanese ha azzerato i guadagni a circa due ore dall’apertura e oscillato fino ad assestarsi intorno alla parità mentre si avvicinava al giro di boa di
metà seduta. Per poi estendere le perdite con l’avvicinarsi
dell’apertura di Wall Street e toccare i minimi di giornata (-3%) quando mancava mezz’ora alla chiusura. Piccolo recupero negli ultimi trenta minuti di contrattazione, seguiti da
vendite sostenute sul filo della chiusura.
Sul paniere principale milanese, seduta altalenante per i bancari che chiudono contrastati. In netto calo i petroliferi, gli industriali; in picchiata Pirelli e i titoli della galassia
Agnelli.
Male industriali e petroliferi Seduta altalenante per i bancari, in avvio, galvanizzati dalla decisione delle Bce; a due velocità, in chiusura. Banco popolare (+1,84%), Bpm (+1,59%), Unicredit (+0,38%), Intesa sp (-0,15%), Mps (-0,22%) Mediobanca (-1,24%) e Ubi a picco (-4,38%).
Male risparmio gestito, con Azimut -5,97% e Mediolanum -4,91%, e assicurativi, con Fonsai -3,79% e Generali -1,38%.
Tra gli energetici, ok Enel (+0,33%), anche se lontano dai massimi di giornata, giù Eni (-2,32%); pesanti i petroliferi con Saipem (-8,12%) e Tenaris (-7,85).
Apicco Pirelli (-10,36%), più volte sospesa in asta di volatilità, e tutti i titoli della galassia Agnelli con il
Lingotto che risente delle previsioni deludenti di Bofa Merrill Lynch sulle vendite di veicoli in Europa e Nordamerica nel secondo semestre 2011. Fiat industrial, maglia nera del listino principale, ha ceduto il 10,48%, Fiat il 9,64%, Exor il 6,76%.
Vendite sostenute anche per Prysmian (-7,14%) e Tod’s (8,80%). Telecom chiude in lieve rialzo (+0,41%).
Ue: fiducia nelle misure italiane Il presidente della Ue, Herman van Rompuy, accoglie con favore “le decisioni prese dall’Italia e dalla Spagna per rafforzare la disciplina fiscale e la crescita, che contribuiranno alla stabilità della zona euro”. Anche la Commissione Ue è fiduciosa che le misure italiane siano una mossa adeguata a rassicurare i mercati e a riportare stabilità. Il portavoce dell’esecutivo Ue, Olivier Bailly, ribadisce che né Italia né Spagna avranno bisogno di ricorrere al salvataggio europeo. “Non vediamo alcun bisogno di piani di salvataggio per Italia e Spagna”, ha detto il portavoce, spiegando come la Commissione Ue abbia “fiducia” nelle misure prese dal governo di Roma: “Crediamo siano abbastanza per rassicurare i mercati e riportare la stabilità finanziaria”.
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