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giovedì 23 giugno 2011

GOVERNO,OK PEDAGGI. CASTELLI: ROMANI ARRETRATI,E' BUFERA

(ANSA) - ROMA, 22 GIU - Nuovo dietrofront del governo sull'introduzione dei pedaggi delle strade Anas. E nuova bufera sul viceministro Roberto Castelli per una battuta sui romani ''culturalmente arretrati perche' non vogliono pagare i pedaggi'' (poi la precisazione del viceministro che ha detto di aver fatto riferimento non ai cittadini ma ai politici romani). Dopo che martedi' il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, accogliendo in blocco tutti gli ordini del giorno presentati sull'argomento, si era impegnato a rinunciare ai pedaggi sul Grande raccordo Anulare di Roma, sulla Salerno-Reggio Calabria e sulle molte altre tratte di strade gestite dall'Anas in quasi tutte le regioni italiane, oggi il viceministro Castelli, in commissione Trasporti di Montecitorio, ha invertito la rotta di 180 gradi: sui pedaggi, ha detto, il governo non torna indietro. Di fronte alla levata di scudi di Alemanno, Polverini e dei deputati romani di entrambi gli schieramenti, Castelli ha dunque replicato con una pesante battuta contro i cittadini della capitale: ''I romani non vogliono pagare perche' sono arretrati culturalmente''. Apriti cielo. Il sindaco di Roma, il governatore del Lazio e il presidente della provincia hanno dato sfogo all'ira. ''Siamo veramente stanchi di queste offese gratuite'', ha detto Gianni Alemanno che ha bollato come ''sciocchezze'' le parole di Castelli invitandolo a ''stare zitto''. Renata Polverini ha chiesto al viceministro di ''scusarsi'' subito con i romani. E' andato giu' duro Nicola Zingaretti per il quale Castelli ''in qualsiasi altro paese del mondo potrebbe fare a malapena l'attacchino, qui, grazie alla destra, fa parte del Governo''. Il Pd di Roma e' giunto poi, con Marco Miccoli a invocare l'intervento di Giorgio Napolitano. Una bufera che Castelli ha voluto stoppare con una nota spiegando che le sue parole erano riferite ai ''politici romani'' non certo ai cittadini. Battutaccia a parte, la doccia fredda sui pedaggi ha gelato le aspettative di chi aveva preso per buono il via libera del sottosegretario Giorgetti agli ordini del giorno presentati da deputati di maggioranza e opposizione, tutti con il medesimo obiettivo, quello di risparmiare agli automobilisti un nuovo prelievo. Il partito anti-pedaggi,del qualche fanno parte anche molti deputati della maggioranza, ha protestato con veemenza. Castelli, pero', non ha voluto sentire ragioni: i pedaggi sono previsti dalla manovra 2010, ha spiegato, e non possono essere cancellati con un tratto di penna. Quindi gli ordini del giorno accolti martedi' in aula dall'incauto Giorgetti (che peraltro milita nello stesso partito di Castelli, la Lega Nord) non hanno alcun valore: ''sugli ordini del giorno prevale la legge'', ha spiegato inflessibile Castelli, sconfessando il suo collega di partito. Ma l'argomentazione del viceministro non ha convinto chi vuole eliminare il ''pedaggiamento'', come con brutto neologismo viene chiamato il nuovo prelievo . Il Pd e' arrivato a chiedere le dimissioni di Castelli , accusandolo (con Michele Meta) di aver tenuto un comportamento ''offensivo'' verso il Parlamento. Ma anche nella maggioranza si sono levate voci di protesta. La governatrice della Regione Lazio Renata Polverini e' andata su tutte le furie, e ha chiesto al governo di dare attuazione agli ordini del giorno della Camera. In caso contrario, ha minacciato, la battaglia si spostera' sul piano dei ricorsi : Non si possono 'penalizzare ingiustamente migliaia di pendolari'', ha detto la Polverini sostenendo la causa degli automobilisti che raggiungono la capitale attraverso il Grande Raccordo Anulare e la Roma Fiumicino (e' la stessa linea del presidente della provincia di Roma, il democratico Nicola Zingaretti, che preannuncia un ricorso al Tar). Sulle barricate anche il sindaco di Roma Alemanno che annuncia: ''Da parte mia ci sara' tutta l'opposizione a qualsiasi decreto di questo genere che quindi non puo' passare''.

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