Riceviamo e pubblichiamo:
Le strade della città sono distrutte. Buche, tombini senza copertura transennati e situazioni simili, infatti, la fanno da padrone in tutto il territorio comunale. Sia in centro che nelle periferie ci sono condizioni del manto stradale che mettono quotidianamente a rischio l'incolumità delle persone, danneggiano i veicoli e penalizzano le attività commerciali: tutto ciò non è ammissibile in una città che si vanta del tanto decantato titolo "metropolitano". È arrivato, dunque, il momento di dimostrare onestà su come stanno le cose nel campo della manutenzione: chi amministra la cosa pubblica ha questo dovere. All'inizio del mio mandato avevo detto che se non ci fossero state risorse da utilizzare per la manutenzione mi sarei dimesso dalla carica di assessore. Nei mesi scorsi, grazie anche al mio entusiasmo e al mio impegno, il mio assessorato ha lavorato positivamente, nella speranza che arrivassero risorse. Oggi, prosegue a farlo per quanto possibile, ma di nuovi danari neanche l'ombra: il mio permanente entusiasmo ed impegno, dunque, rischiano di essere mortificati dall'assenza di condizioni per poter operare efficacemente. Condizioni, in primis economiche, certificate giornalmente dal dirigente del settore di mia competenza, che influiscono negativamente sulle manutenzioni, a partire da quella stradale. Ma il problema non è soltanto di natura finanziaria, sebbene questo sia quello fondamentale. Talvolta nel settore delle manutenzioni, infatti, si registra poca professionalità nel ripristino della superficie viaria e in altri interventi come quelli relativi ad un patrimonio edilizio che ospita famiglie in situazioni di allarmante degrado o quelli inerenti le numerose perdite idriche e fognarie ogni giorno registrate dal mio assessorato. Altra questione sono le competenze: all'inizio del mio mandato mi sono impegnato da subito per stabilire il perimetro dell'azione della Multiservizi. Ma riguardo la manutenzione ordinaria e straordinaria, purtroppo, permane un conflitto fra questa e l'amministrazione. Oltre a risolvere questa confusione, che è dettata principalmente dal contratto di servizio stipulato dalla precedente amministrazione, va sollecitata la società ad offrire un servizio adeguato a quelle che sono le caratteristiche morfologiche della città. Dunque, bisogna avere coraggio di fare chiarezza su risorse e competenze. A questo stato di cose prettamente comunale, vanno aggiunti elementi esterni. Infatti, ancora oggi non è stato mai riconosciuto lo stato di calamità dal governo nazionale dopo l'alluvione del tre settembre. E, inoltre, sia lo Stato che la Regione hanno erogato neanche un euro per l'amata Reggio, nonostante il sottosegretario Franco Torchia li avesse annunciati nel corso di un sopralluogo in città nei giorni successivi all'alluvione e molti li avessero pubblicamente millantati successivamente. Risorse che, se ci fossero state inviate, sarebbero state parzialmente utilizzate per risolvere le problematiche inerenti la manutenzione. In conclusione, assistiamo da qualche tempo una politica dell'immagine. Il sottoscritto, al contrario, preferisce quella della concretezza. E, quindi, informa il sindaco e tutti i reggini che se non verrà messo in condizione di operare, rimetterà la propria delega.
Paolo Gatto
Assessore comunale alla manutenzione e ai rapporti con le società miste
Assessore comunale alla manutenzione e ai rapporti con le società miste
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