Indignez-vous; così si intitola il libro a sfondo politico-sociale con il quale Stéphane Hessel ha descritto il malessere sociale che oggi pervade l'Europa ed accomuna tanti giovani e meno giovani che vedono sempre più limitate le loro speranze di avere garantiti diritti, posti di lavoro, lavoro non precario; insomma una società migliore.
Purtroppo, i motivi per essere indignati aumentano a dismisura al Sud dell'Europa e dell'Italia ed ancor più sono accentuati nella nostra città.Raccogliendo i sentimenti, di tanti, abbiamo ritenuto di enuclearne alcuni; almeno 10, che sono il frutto di altrettante disfunzioni, disservizi, anomalie di questa città.
Un primo motivo di indignazione lo abbiamo sollevato alcuni giorni orsono accendendo i riflettori su un problema annoso: "la strada di collegamento per Santa Venere".
E' stato per noi un buon motivo per mettere in luce il divario che c'è tra centro città e periferie; divario che purtroppo negli ultimi 10 anni è cresciuto sempre di più.
In questi giorni assistiamo ad un dibattito sulle potenzialità del Porto cittadino ad essere volano di sviluppo della città.
Orbene, non vorremmo scadere nella facile polemica. E' sin troppo facile, ricordare al V.Sindaco, del quale comunque apprezziamo l'impegno e la passione amministrativa, che Reggio è Amministrata dal Centro-destra da ben 10 anni; crediamo che un decennio sia sufficiente per capire che il Porto può rappresentare un volano di sviluppo. Ed è da 10 anni, purtroppo, che l'ex Sindaco Scopelliti e tutta la sua maggioranza ci dice che Reggio deve riconquistare il suo rapporto con il mare.
Peraltro che il Porto rappresenti per Reggio una delle principali occasioni di sviluppo, il centro-destra reggino avrebbe potuto scoprilo già solo andando a consultare il grande ed importante – ma pur tuttavia quasi sconosciuto – Archivio Comunale. Avrebbe scoperto che, già nel secolo scorso, quindi oltre 100 anni, allorquando Reggio viveva una grande difficoltà economica e dilagava la disoccupazione (come oggi) per soddisfare le spinte e le proteste di quel momento, il Sindaco della Città – Giuseppe Gullì - si recò a Roma per chiedere ai rappresentanti parlamentari reggini un impegno straordinario.
Fù così che dopo una serie di interventi dei Deputati Agostino, Vollaro e Plutino, in data 20.08.1879, il Ministero del LL.PP., c preannunciò il passaggio del Porto di Reggio dalla "terza alla prima categoria".
Questa volta la maggioranza di centrodestra si è ricordata in piena estate di questo grande handicap irrisolto, molto chiacchierato, ma pur tuttavia totalmente irrisolto.
Probabilmente a rinfrescare la memoria saranno state le varie navi-crociera che attraversano lo Stretto, ma attraccano a Messina e non a Reggio. Eppure la città dei bronzi, la città di uno dei più importanti Musei italiani e di tanti altri tesori avrebbe tanto da offrire a quei turisti e viceversa i crocieristi potrebbero dare una notevole spinta all'economia reggina (di media in una nave transitano 2.000 persone).
Ma forse chiediamo troppo, se poi volgendo lo sguardo alla realtà ci accorgiamo che già ai nostri concittadini che lavorano a Messina diventa complicato – e costoso – arrivarci.
Insomma è questo un esempio tipico del modus vivendi politico-amministrativo di questo centrodestra. Uno dei tanti esempi di quel Modello Reggio tanto decantato sui giornali ma poi davvero criticabile nella sua traduzione pratica. D'altronde una città che non ha un Piano Regolatore, da 40 anni, che non ha voluto approvare il Piano Strutturale Comunale come può pensare ad uno sviluppo organico, intelligente, mirato e serio della città che – dice Scopelliti - è una città Metropolitana!
Noi crediamo che una città non diventa Metropolitana solo perchè viene scritto in un testo di legge, ma solo quando esprime una classe dirigente capace di guidare un salto di qualità così ambizioso e purtroppo questa classe dirigente che ha governato ed ancor oggi governa la città non merita questo appellativo.
Non crediamo che sia questo un buon metodo di governo. Non interventi parcellizzati, ma un pensare la città in termini di organicità, e di sviluppo organico del suo territorio. Oggi allargando peraltro l'orizzonte, e pensando ad una città che vuole guardare all'Area dello Stretto ed al Mediterraneo tutto. Pensare una città che abbia un armonico sviluppo sia verso il mare (per quello che oggi ancora si può fare) e verso l'interno; uno sviluppo policentrico che sappia valorizzare allo stesso modo centro e periferia e che quindi possa costituire un traguardo anche per il turismo ed anche per quello marittimo. In questo senso pensiamo ad uno sviluppo del porto ma solo dentro un macrosistema urbanistico-sociale organico e non come semplice fatto contingente per fare propaganda.
PdCI - Federazione Provinciale
Il Segretario Lorenzo Fascì
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