(ANSA) - BOLOGNA, 26 MAG - Trentadue persone arrestate, di cui 11 ai domiciliari, 90 indagati e 300 segnalati in Prefettura come consumatori di cocaina. Sono i numeri della maxi operazione 'Marte' che ha permesso ai carabinieri di Bologna, coordinati dal Pm Massimiliano Serpi e dalla Dda, di smantellare una gang dell traffico di droga. Un sodalizio criminale che aveva ai vertici uomini di San Luca sospettati di essere vicini alle 'ndrine Nirta-Strangio e che nel capoluogo emiliano poteva contare su una fascia intermedia di spacciatori incensurati che compravano all'ingrosso e poi rivendevano la droga al dettaglio. Ogni mese i calabresi rifornivano di cocaina Giuseppe D'Uva, un benzinaio del capoluogo emiliano gia' arrestato a gennaio in flagranza di reato, che poi smerciava la droga al distributore ai suoi clienti. I carabinieri hanno stimato almeno tre viaggi al mese per un totale di circa quattro chili. Tra gli acquirenti c'era di tutto: commercialisti, attori, medici, infermieri, avvocati e commercianti. Tutti filmati dai investigatori mentre facevano il pieno di benzina e cocaina. E registrati: ''Da tutti i carabinieri sono ricercato, in tutte le caserme sono schedato, sono pericoloso non sono un bambino e ho gli artigli pronti come un lupo''. Sono i versi de 'Il latitante', canzone che esalta le gesta dei 'malandrini' in fuga da 'sbirri e carabinieri'. Ed era la colonna sonora delle spedizioni bolognesi degli spacciatori calabresi arrestati. Ascoltavano proprio questa canzone quando sono stati fermati in auto nei pressi del distributore di benzina alla periferia di Bologna, una sorta di centrale dello spaccio dove si rifornivano decine e decine di clienti. La traccia finisce con le parole, quasi profetiche, ''forza brigadiere che ti sto aspettando perche' sono un uomo e sai che non mi spavento. Venite brigadiere a prendere la mia pelle''. Tra i 32 destinatati delle ordinanze di custodia - nelle province di Bologna, Ferrara, Reggio Calabria e Rovigo, sette non sono andate a buon fine - quattro rispondono di associazione a delinquere, tutti gli altri di spaccio. Tra questi ultimi ci sono bolognesi titolari di discoteche, proprietari di pub, ristoranti e alberghi, accusati di smerciare droga per proprio conto ma non nelle rispettive attivita' commerciali. L'indagine e' partita nell'ottobre del 2008 nel monitoraggio su possibili infiltrazioni mafiose nel territorio bolognese e si e' sviluppata seguendo i ''viaggi'' a Bologna di Antonio Marte e Saverio Salvatore Pizzata, 30 e 41 anni, i Locri (Reggio Calabria). Per l'accusa erano i promotori e reclutavano i corrieri per le spedizioni di droga. Tra questi sono finiti in manette Armando Panetta, Maria Strangio, Fabio Rappazzo, Armir Zhugri e Genc Podgorica, entrambi albanesi. Tra gli acquirenti che poi spacciavano al dettaglio la cocaina sono stati arrestati Simone Dicarlo, Alessandra Barretta, Michele Lauro Ciaccio, Gianni Marseglia e Natale Surace. Alla rete di piccoli spacciatori secondo i Cc appartenevano inoltre: Dino Cane', Giuseppe Surace, Filippo Devita, Mariano Nisci, Massimo Baroni, Domenico Cavallo, Giosue' Didio, Gianni Ginnasi, Gelsomino Armento, Marco Bottoni, Vincenzo Buchicchio, Salvatore Galifuoco, Antonio Maresca e Salvatore Piscedda. In tutto sono stati recuperati sei chili di cocaina. ''E' stato stroncato un importante canale di traffico di droga, un meccanismo oliato che si serviva di una fascia intermedia di personaggi indispensabili per l'esistenza del consorzio criminale. Persone incensurate, con attivita' lavorative e un livello medio-alto di istruzione, che avevano messo in piedi una propria rete di spacciatori'', ha commentato Valter Giovannini, procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.