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sabato 29 gennaio 2011

Last news Calabria (ore 16)

GIUSTIZIA: PROCURATORE REGGIO CALABRIA, GRAVE INSUFFICIENZA ORGANICO CONSIDERATO ECCEZIONALE CARICO LAVORO PER LOTTA ALLA 'NDRANGHETA Reggio Calabria, 29 gen. - (Adnkronos) - ''Questo ufficio di Procura soffre in misura notevole della mancata copertura dei posti in organico di sostituto procuratore nonche' dell'insufficienza dell'organico di alcune categorie di personale amministrativo, in particolare quello dei cancellieri previsti in 28 unita' a fronte di 30 magistrati''. Lo afferma il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. ''In particolare per quanto riguarda i magistrati - spiega - va detto che l'assoluta insufficienza dell'organico e' ancora piu' grave in quanto questo ufficio deve fronteggiare l'eccezionale carico di lavoro derivante dalla presenza in questa provincia dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, articolata in molte decine di 'locali' e unanimemente riconosciuta come la piu' potente, pericolosa e ricca delle organizzazioni criminali operanti oggi in Italia e in Europa, e peraltro in grado di compiere atti di eccezionale gravita' come gli attentati con esplosivo all'edificio dove ha sede la Procura generale, nonche' - continua Pignatone - la sua minaccia con uso di un bazooka nei confronti dello scrivente''. Il procuratore sottolinea ancora che ''la gravita' di questa situazione e' stata riconosciuta dal Ministero della Giustizia che, su conforme parere del Consiglio Superiore della Magistratura, ha disposto con decreto in data 18 marzo 2010 l'aumento di due posti di sostituto procuratore, da 24 a 26. Di fatto, pero', erano presenti alla data del 30 giugno 2010 solo 18 sostituti su 26 posti in organico, tanto che questo ufficio e' stato considerato sede disagiata''. Dal mese di febbraio, tuttavia, quando il decreto e' stato convertito in legge, ''nulla e' cambiato, dato che per il posto messo a concorso non e' stata presentata nessuna domanda'', ricorda Pignatone.

'NDRANGHETA: PIGNATONE, IN LOMBARDIA VERA E PROPRIA 'COLONIZZAZIONE' Reggio Calabria, 29 gen. - (Adnkronos) - ''In Lombardia la 'ndrangheta si e' diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni riproducono modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di 'colonizzazione', cioe' di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia. Qui la 'ndrangheta ha messo radici, divenendo col tempo un'associazione dotata dio un certo grado di indipendenza dalla casa madre, con la quale pero' continua a intrattenere rapporti molto stretti e dalla quale dipende per le piu' rilevanti scelte strategiche''. Cosi' il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, descrive il fenomeno criminale e le sue ramificazioni nelle altre regioni italiane nella relazione scritta per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. ''In altri termini in Lombardia si e' riprodotta una struttura criminale che non consiste in una serie di soggetti che hanno semplicemente iniziato a commettere reati in territorio lombardo - spiega - cio' significherebbe non solo banalizzare gli esiti investigativi a cui si e' potuti giungere con le indagini collegate, ma anche contraddire la realta' che attesta tutt'altro fenomeno e cioe' che gli indagati operano secondo tradizioni di 'ndrangheta: linguaggi, riti, doti, tipologia di reati sono tipici della criminalita' della terra d'origine e sono stati trapiantati in Lombardia dove la 'ndrangheta si e' trasferita con il suo bagaglio di violenza''. Pignatone ricorda il risultato della maxioperazione che nello scorso mese di luglio ha portato a oltre 300 arresti in Calabria e Lombardia, e ha auspicato la valorizzazione del continuo flusso di informazioni tra le due Procure.

FUCILATE CONTRO INSEGNA INDUSTRIA CALLIPO IN CALABRIA (ANSA) - MAIERATO (VIBO VALENTIA), 29 GEN - Persone non identificate hanno sparato due colpi di fucile caricato a pallettoni, a Maierato, contro un cartello segnaletico che indica l'ubicazione dello stabilimento per la lavorazione del tonno della societa' Callipo. Sulla vicenda Callipo ha presentato una denuncia ai carabinieri, che hanno avviato le indagini. Il cartello segnaletico bersaglio dei colpi di fucile non e' l'unico presente nell'area, ma e' stato il solo ad essere danneggiato con i colpi di fucile. Callipo ha riferito di non sapersi dare una spiegazione dell'atto intimidatorio, non escludendo, riguardo la matrice, alcuna ipotesi, compreso un collegamento con la sua nomina a commissario dell'Assindustria di Reggio Calabria.

'NDRANGHETA: NO COPIA INTERCETTAZIONI A DIFESA, SCARCERATO DIFESA INDAGATO IN INCHIESTA SU TANGENTI A A3, 'VIOLATI DIRITTI' (ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 29 GEN - Il pubblico ministero non consegna ai difensori copia di un'intercettazione ambientale e gli avvocati si rivolgono al Tribunale della liberta' ottenendo, per tale motivo, la scarcerazione del loro assistito. La vicenda riguarda un presunto affiliato alla 'ndrangheta, Rocco Salvatore Gaglioti, coinvolto nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria sulle estorsioni ai danni di alcune imprese impegnate nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Secondo quanto ha riferito il difensore, l'avvocato Antonino Napoli, l'accusa a carico di Gaglioti si basa anche su un intercettazione nel carcere di Regine Coeli tra il boss Giuseppe Bruzzise, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta alla quale sarebbe affiliato Gaglioti, ed un suo cognato, Rocco Carbone. Nel colloquio, secondo l'accusa, si sarebbe fatto riferimento a Gaglioti ed al suo presunto ruolo negli affari delle cosche reggine della 'ndrangheta, ed in particolare nelle estorsioni per i lavori dell'A3. ''All'udienza davanti il Tribunale del riesame - ha detto l'avvocato Napoli - insieme all'altro difensore, Elio Cannizzaro, abbiamo prodotto una certificazione, rilasciata lo stesso giorno dalla segreteria del Pm della Dda di Reggio Calabria, dalla quale emergeva che ancora si era in attesa del riscontro da parte degli organi delegati alla copia delle bobine. Di conseguenza abbiamo richiesto l'applicazione del recente indirizzo delle Sezioni unite della Cassazione secondo le quali in questi casi viene compromesso il diritto di difesa, con il conseguente obbligo, da parte del Tribunale del Riesame, alla revoca della misura cautelare''. Il Tribunale, presieduto da Olga Tarzia, ha accolto la richiesta di revoca del provvedimento restrittivo, ritenendo fondata la motivazione.

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