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giovedì 27 gennaio 2011

La Giornata della Memoria

Dal 2001, il 27 gennaio per l'Italia é la "Giornata della Memoria", per non dimenticare le vittime di nazismo, fascismo e Olocausto. Un giorno la cui importanza va ben oltre quella che si può pensare. Certo, ricordare chi ha pagato con la vita la follia dell'uomo, l'odio razziale, é fondamentale ma non può bastare. La storia non é una serie di fatti indipendenti l'uno dall'altro, ma una continuità. E se si vanno a rivedere le situazioni che nella storia, e non solo in quel caso, hanno portato a eventi tragici che l'hanno segnata, si capisce il perché. Avvento del nazismo: Hitler approfitta di difficoltà politiche ed economiche conseguenti alla sconfitta durante la Grande Guerra.
Avvento del fascimo: instabilità politica ed economica che favorisce il partito fascista, capace leggere il momento e trovare il favore del popolo.
L'incertezza economica e sociale produce reazioni inaspettate, provenienti soprattutto da quella parte di società meno abbiente. Nel bisogno, l'uomo, il cui primo istinto é l'autoconservazione, é capace di fare qualunque cosa. E così nasce la paura. La paura dell'altro, del diverso, di chi può minacciare la nostra tranquillità, la nostra posizione o, peggio, chi consideriamo causa dei nostri problemi (o di quelli del Paese).
Il mondo sta vivendo un'enorme crisi economica e l'Italia ancor di più, vista l'ormai antica difficoltà che la nazione incontra nell'imporsi sui mercati. E purtroppo nulla sembra far intuire che presto le cose cambieranno.
In questa situazione, però, il popolo sembra non comprendere quale strano percorso si stia percorrendo. Si accetta qualunque cosa perché ognuno pensa al proprio orticello e nella caduta sociale alla quale stiamo assistendo non sembra si voglia dar peso alle reali difficoltà esistenti. Così se i lavoratori della Fiat sono costretti a votare sì a condizioni di lavoro da '800 inglese, se i giovani non riescono a trovare occupazione neanche con la laurea, se i servizi sono sempre più scadenti, nessuno protesta e tutto viene valutato come logica conseguenza dei tempi.
Sarà colpa dell'interpretazione errata della libertà che caratterizza la democrazia. Una libertà che forse ha fatto dimenticare che i diritti di un uomo finiscono quando iniziano quelli di un altro e che permette a chiunque di  dire, fare, avere e arraffare il più possibile, anche se prevaricando gli altri, senza peraltro trovare limitazioni. Di tutto questo, la politica non si occupa. Destra, Sinistra e Centro sembrano sempre più occupati dal loro stesso ciarlare di cose futili, inutili alla crescita del Paese. E così il popolo va avanti da sé, senza idee né coesione. E così se mancano i soldi per l'alluvione al Nord é colpa del Sud. Se c'é la micro-criminalità é colpa degli immigrati, colpevoli anche di rubare il lavoro agli italiani. La mafia? Colpa del Sud, dicono da una parte, permessa dal Nord, dice l'altra. In tutto questo, i media non prendono le parti del popolo ma dei partiti, cavalcando gli scandali e dimenticando i bisogni, i reali problemi.
Un immobilismo intellettuale, morale e sociale che può portare solo ad accrescere la rabbia sociale. Quella rabbia che tante volte nella storia ha portato il mondo al disastro.
É il Giorno della Memoria, non dimentichiamo i fratelli uccisi dall'odio nazifascista, non dimentichiamo di essere tutti uguali, con gli stessi diritti. Non dimentichiamo di essere tutti uomini e quindi tutti fratelli.

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