Oggi, la Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Cultura Mario Caligiuri, ha approvato il protocollo di'intesa per l'utilizzo dei beni confiscati dallo Stato alle associazioni "Più scuola meno mafia", siglato – informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - tra il Ministero dell'Istruzione e la Regione.
"Il progetto – ha affermato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - si inserisce in questo nuovo contesto che consentirà di individuare le attività istituzionale dell'Amministrazione scolastica, l'impiego dei beni confiscati per progetti riguardanti la formazione e la cultura, che rappresentano le premesse dello sviluppo".
Il protocollo "Più scuola meno mafia", seguito per il MIUR dalla referente nazionale del Ministro per la legalità, Maria Fedele, contribuirà in modo concreto, attraverso la costituzione di un gruppo paritetico, a sviluppare progetti sociali funzionali al recupero delle aree del territorio nazionale più colpite dai fenomeni di criminalità organizzata, oltre che a riaffermare con forza, specie nel mondo giovanile, il valore educativo del rispetto della legalità.
L'impegno della Regione – ha spiegato l'assessore Caligiuri - è quello di favorire la realizzazione di progetti integrati per assistere, promuovere e coordinare i vari enti interessati all'utilizzo degli immobili confiscati per le finalità di promozione culturale e civile. Questo significa programmare, organizzare e gestire in modo coordinato un complesso di attività rivolte sostanzialmente a definire progetti di utilizzo che, in coerenza con le esigenze espresse dal territorio e la sua vocazione economica, migliorino la qualità formativa e accrescano le possibilità di occupazione. Nel frattempo – ha aggiunto Caligiuri -verranno attivate iniziative di promozione e di stimolo nei confronti dei potenziali utilizzatori, impiegando adeguatamente risorse finanziarie per assicurare un veloce ed efficace utilizzo degli immobili confiscati, evidenziando così un segnale nei territori più inquinati e quindi bisognosi della inequivocabile e forte presenza dello Stato".
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