(ANSA) - LAMEZIA TERME (CATANZARO), 9 MAG - Era il cognato di Salvatore Mazzei, l'imprenditore titolare di una cava di inerti per il quale e' stata chiesta la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, Giovanni Caputo, il commerciante incensurato ucciso stasera a Lamezia Terme nel suo negozio di autoricambi. Al momento, comunque, dalle indagini non e' emerso un collegamento tra l'omicidio di Caputo e la sua relazione di parentela con Mazzei. La cava dell'imprenditore, una delle piu' grandi della Calabria, e' da tempo sotto sequestro per violazioni ambientali. La condanna di Mazzei a nove anni di reclusione per concorso esterno ed estorsione era stata chiesta giovedi' scorso dal Procuratore della Repubblica aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, in un processo in corso a Catanzaro in cui e' imputato anche un altro imprenditore, Antonino Chindamo. Mazzei e Chindamo erano stati arrestati nel febbraio del 2009 nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro su una presunta estorsione ai danni delle aziende impegnate nei lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria. Mazzei, in particolare, secondo l'accusa, avrebbe fatto da tramite con la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), alla quale sarebbero state pagate le tangenti da parte delle imprese appaltatrici. Il rilascio da parte del Comune di Lamezia Terme della concessione a Mazzei per l'apertura della cava di inerti fu uno dei motivi che nel 1992 portarono allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Il negozio in cui e' stato ucciso stasera Giovanni Caputo si trova in un vicolo del centro storico di Sambiase. Il commerciante, nel momento in cui e' stato ucciso, era solo nel negozio. L'omicidio, dunque, non ha avuto testimoni.
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