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giovedì 2 dicembre 2010

'NDRANGHETA: DDA L'AQUILA ACQUISISCE DOCUMENTI DA REGGIO CALABRIA

La Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila ha ottenuto i primi documenti dalla procura di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sulla 'ndrangheta che ha portato a sgominare la cosca Borghetto-Caridi-Zindato con l'arresto di 34 persone e che ha fatto emergere collegamenti aquilani. Tra il materiale, arrivato nel capoluogo abruzzese, le intercettazioni telefoniche in cui Stefano Biasini imprenditore edile di 33 anni dell'Aquila viene descritto come "gancio" per il commercialista Carmelo Gattuso, prestanome dell'esponente del cartello mafioso Santo Giovanni Caridi, entrambi arrestati. Da altre intercettazioni sarebbe emerso che gli uomini della 'ndrangheta preferivano avere come referente un parente del giovane imprenditore aquilano, uno degli amministratori di condominio piu' inseriti nel grande mercato della ricostruzione pesante, i cui appalti alla luce degli indennizzi, cioe' con i contributi milionari gestiti dai privati, possono essere accaparrati eludendo ogni forma di controllo. E' proprio per verificare gli eventuali "appetiti" della 'Ndrangheta che la Dda dell'Aquila ha avviato una serie di accertamenti sugli amministratori di condominio e le ditte incaricate di effettuare i lavori di ristrutturazione degli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile del 2009. Il procuratore distrettuale aquilano Alfredo Rossini mantiene il piu' stretto riserbo su questa delicata azione: a livello generale, il procuratore, impegnato anche a coordinatore le maxi inchiesta sui crolli del terremoto, ha voluto commentare solo che "l'attivita' di indagine va avanti spedita su ogni filone ed in ogni direzione". Le societa' sotto osservazione all'Aquila sarebbero due, la Br Costruzioni e la Lypas costruzioni: secondo la procura calabrese Gattuso, sempre come prestanome di Caridi, era entrato nella terza, la Tesi costruzioni con sede all'Aquila in via Pescara, di cui era comproprietario l'aquilano Stefano Biasini, poi divenuto amministratore unico. La Tesi e' stata posta sotto sequestro dalla procura di Reggio Calabria.

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