Si calcola che in Italia, fra 2009 e 2010, circa quattrocento giornalisti siano rimasti coinvolti in episodi di minacce legate alla loro attivita': si tratta di 78 episodi, di cui 54 individuali e 24 collettivi. E' quanto emerge dal rapporto 2010 di 'Ossigeno', l'osservatorio di Fnsi e Ordine nazionale dei giornalisti sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate in Italia con la violenza, che e' stato presentato questa sera al Circolo della Stampa di Milano. Dai dati fra l'altro emerge che il 40% dei cronisti minacciati vive in Calabria, dove si fa notare un tipo di giornalismo piu' attivo, che deve fare i conti con la criminalita' organizzata. In generale, dei 78 episodi denunciati, 13 sono state autentiche aggressioni fisiche, 15 i casi di danneggiamento, 34 le minacce e intimidazioni verbali o attraverso scritte, 16 le azioni legali. Proprio queste denunce, che si trasformano spesso in processi e condanne, sono state comprese da 'Ossigeno' nelle pressioni subite in Italia nello svolgimento del lavoro di giornalista. Una mappa dei casi di minaccia evidenzia infine che il problema riguarda in particolare le regioni del Sud, ma e' riscontrato in quasi tutte le regioni italiane, fra cui la Lombardia. Il direttore dell'osservatorio, Alberto Spampinato, ha ricordato il dovere della memoria dei cronisti italiani rimasti uccisi 'sul campo', perche' ''le loro storie aiutano a capire quello che accade oggi''. L'appello e' anche che le istituzioni rendano pubblico il numero dei giornalisti costretti a vivere sotto scorta delle forze dell'ordine, in modo da dare un contorno preciso al fenomeno.
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